Quando hai diciott’anni se sei stato bravo frequenti il liceo e pensi che il mondo sia tuo.
A diciott’anni non ci sono ostacoli alla tua felicità, se non i quattro compiti in classe di, matematica a trimestre. I diciott’anni sono quel preciso periodo della vita in cui sei convinto che tutto potrà succedere, perchè in effetti tutto deve ancora succedere e soprattutto che quello che accadrà sarà estremamente unico, perché tu sai di essere unico, indispensabile e assolutamente sopra la media.
L’università è poi ancora un periodo di comporto, in cui, se impari i meccanismi, riesci a vivere alla grande, permettendoti notti insonni e ammucchiate di tutti i tipi, in parallelo con risultati accademici dignitosi, che giustificano, agli occhi della tua coscienza e dei tuoi genitori che continuano a mantenerti, la tua vita da parassita fuori casa.
Ma le cose belle si sa, non sono destinate a durare in eterno, per cui poi arriva quel giorno in cui ti fermi a riflettere e comprendi, che la musica è cambiata, che non fai più statistica nei sondaggi per i trand di inizio estate che i figli dei tuoi amici ti danno del lei, comprendi che la maggior parte delle feste a cui partecipi non sono rave ma battesimi e che tu, per forza di cose, qualche pezzo di vita te lo devi essere fatto scappare per strada.
Allora vorresti chiedere, a chi ti conosce e ti vuole bene, se per caso negli ultimi anni, vittima di un incidente, sei stato in coma, se ti sei risvegliato da poco ed ora non ricordi, vorresti sapere se c’è stato un qualche esperimento, e tu sei stato sacrificato per la scienza ed ibernato come un criogenico, vorresti che qualcuno davvero ti spiegasse, cosa cazzo hai fatto negli ultimi anni?
A parte le rughe visibili, l’inizio di smagliature e l’ipotesi di plastica all’addome , fino ad ora mai considerata, la verità è che negli ultimi cinque anni non è successo nulla.
Forse da qualche parte un errore di valutazione c’è stato, sicuramente nel credere che quei vent’anni e la sensazione di avere il mondo in tasca sarebbe durata per sempre, ora si scopre in ritardo mostruoso che non era così, che quando si pensava di essere speciali ci si stava raccontando delle stronzate, che in attesa del’”eccezionale”, che secondo noi ci doveva spettare di diritto, si è perso forse quel “normale”, che ora ci farebbe tanto felici, ci renderebbe accettabili ed accettati in una società, che in procinto dei 40 anni, se non hai un compagno dignitoso e dei figli, inizia ad impietosirsi per te.
E queste sono riflessioni amare, cose che ti tormentano la notte quando, preoccupato per l’andamento delle borse, in attesa che il Lexotan faccia il suo dovere, passi da un pensiero morboso all’altro e ti tormenti inutilmente cercando spiegazioni che forse, neanche nel girono del giudizio avrai.
Il problema fondamentale, al di là delle soluzioni alternative per uscire dalla crisi, sta nel tempo…poco, anzi pochissimo tempo rimasto per metter su famiglia e tornare nei ranghi della normalità, scoprire nuovi orizzonti di felicità, rientrare di diritto nelle conversazioni durante le cene di gruppo ed i pranzi di Natale, lamentarsi come gli altri per l’esosità delle tasse scolastiche e la carenza di asili per l’infanzia, barattare consigli sull’allattamento e pontificare sull’incompetenza dei pediatri.
Inizi così a scandagliare il palmares delle ultime risorse ancora disponibili, escludendo sposati, separati con contenziosi per gli alimenti ancora aperti, ex ora single - vecchie minestre riscaldate, obesi, giocatori d’azzardo e tossicodipendenti cronici, ti accorgi che la lista dei papabili denuncia indice negativo.
Pensi alle tue amiche, quelle sistemate, come poi? A conti fatti come loro mai, no, perché tu sei tutto d’un pezzo e alla fine certi prezzi…., se uno poi non ama…., fare un figlio…..MAI! Ma se invece avessero avuto ragione loro? Perché i rapporti sono frutto di compromessi no? Piccoli o grandi tocca farli allora diamine, li faccio anch’io, è per una buona causa … poi grazie al cielo il Lexotan fa effetto e domani si vedrà.
A diciott’anni non ci sono ostacoli alla tua felicità, se non i quattro compiti in classe di, matematica a trimestre. I diciott’anni sono quel preciso periodo della vita in cui sei convinto che tutto potrà succedere, perchè in effetti tutto deve ancora succedere e soprattutto che quello che accadrà sarà estremamente unico, perché tu sai di essere unico, indispensabile e assolutamente sopra la media.
L’università è poi ancora un periodo di comporto, in cui, se impari i meccanismi, riesci a vivere alla grande, permettendoti notti insonni e ammucchiate di tutti i tipi, in parallelo con risultati accademici dignitosi, che giustificano, agli occhi della tua coscienza e dei tuoi genitori che continuano a mantenerti, la tua vita da parassita fuori casa.
Ma le cose belle si sa, non sono destinate a durare in eterno, per cui poi arriva quel giorno in cui ti fermi a riflettere e comprendi, che la musica è cambiata, che non fai più statistica nei sondaggi per i trand di inizio estate che i figli dei tuoi amici ti danno del lei, comprendi che la maggior parte delle feste a cui partecipi non sono rave ma battesimi e che tu, per forza di cose, qualche pezzo di vita te lo devi essere fatto scappare per strada.
Allora vorresti chiedere, a chi ti conosce e ti vuole bene, se per caso negli ultimi anni, vittima di un incidente, sei stato in coma, se ti sei risvegliato da poco ed ora non ricordi, vorresti sapere se c’è stato un qualche esperimento, e tu sei stato sacrificato per la scienza ed ibernato come un criogenico, vorresti che qualcuno davvero ti spiegasse, cosa cazzo hai fatto negli ultimi anni?
A parte le rughe visibili, l’inizio di smagliature e l’ipotesi di plastica all’addome , fino ad ora mai considerata, la verità è che negli ultimi cinque anni non è successo nulla.
Forse da qualche parte un errore di valutazione c’è stato, sicuramente nel credere che quei vent’anni e la sensazione di avere il mondo in tasca sarebbe durata per sempre, ora si scopre in ritardo mostruoso che non era così, che quando si pensava di essere speciali ci si stava raccontando delle stronzate, che in attesa del’”eccezionale”, che secondo noi ci doveva spettare di diritto, si è perso forse quel “normale”, che ora ci farebbe tanto felici, ci renderebbe accettabili ed accettati in una società, che in procinto dei 40 anni, se non hai un compagno dignitoso e dei figli, inizia ad impietosirsi per te.
E queste sono riflessioni amare, cose che ti tormentano la notte quando, preoccupato per l’andamento delle borse, in attesa che il Lexotan faccia il suo dovere, passi da un pensiero morboso all’altro e ti tormenti inutilmente cercando spiegazioni che forse, neanche nel girono del giudizio avrai.
Il problema fondamentale, al di là delle soluzioni alternative per uscire dalla crisi, sta nel tempo…poco, anzi pochissimo tempo rimasto per metter su famiglia e tornare nei ranghi della normalità, scoprire nuovi orizzonti di felicità, rientrare di diritto nelle conversazioni durante le cene di gruppo ed i pranzi di Natale, lamentarsi come gli altri per l’esosità delle tasse scolastiche e la carenza di asili per l’infanzia, barattare consigli sull’allattamento e pontificare sull’incompetenza dei pediatri.
Inizi così a scandagliare il palmares delle ultime risorse ancora disponibili, escludendo sposati, separati con contenziosi per gli alimenti ancora aperti, ex ora single - vecchie minestre riscaldate, obesi, giocatori d’azzardo e tossicodipendenti cronici, ti accorgi che la lista dei papabili denuncia indice negativo.
Pensi alle tue amiche, quelle sistemate, come poi? A conti fatti come loro mai, no, perché tu sei tutto d’un pezzo e alla fine certi prezzi…., se uno poi non ama…., fare un figlio…..MAI! Ma se invece avessero avuto ragione loro? Perché i rapporti sono frutto di compromessi no? Piccoli o grandi tocca farli allora diamine, li faccio anch’io, è per una buona causa … poi grazie al cielo il Lexotan fa effetto e domani si vedrà.
Ho un posto libero per la tenerezza.
Ci eravamo promessi mari e monti, soprattutto mari però, che inizialmente sarebbero stati in burrasca e poi ci saremmo goduti le placide brezze e il sole ed invece …. invece ora dove ci sei stato per così tanti anni ho lascito un posto libero alla tenerezza.
Che strano guardarti casualmente come si guarda un estraneo, che se non ti conoscessi se non t’avessi riconosciuto allora, adesso passeresti del tutto inosservato. Ciò che posso dire di amare al momento è il ricordo di come eravamo, è la tua energia di tanti anni fa, quella luce che ti portavi addosso come un cappotto di sartoria, ciò che ancora amo è un altro te di secoli fa.
Una cosa però è certa, te la rinfaccio senza presunzione, quelle parole di allora: “vicino a te sono più bello”, ora tu non le puoi dire più, perché vicino a lei così bello non sei…..
E io? Io sono più “sofisticata”, usi questa parola: “SOFISTICATA” , invece ti dico piuttosto che mi sento PERFEZIONATA che non è la stessa cosa.
Che strano, che strano ritrovarsi dopo tanto e spiarti mentre mi guardi ridere di gusto, ridere di te e della vita, che volente o nolente sa mettercela sempre in quel posto, che milioni milioni di volte ho pensato come sarebbe stato, averti di fronte a me a cena, parlare, milioni di situazioni avevo immaginato ma mai mai nei miei pensieri avrei creduto di poter ridere di te!
L’attivismo piccolo borghese
E fu così che pensai che l’immagine di Alice che corre oltre lo specchio ben si adattava alla mia negli ultimi anni.
Da quando scrissi le ultime cose qua sotto, che poi c’è stato questo tempo volato via che in realtà non è stato poi nemmeno così breve, tempo dicevo in cui le parole erano frastornate e le frasi soffocate e la gola per quanto si tossisse non si schiariva più
Ecco Alice che corre oltre il dannato specchio mi sembrò così opportunamente rilevante rispetto a me.
Una donna dipende sempre da che lato la si guarda e non intendo rispetto la fotogenia del profilo.
Ci sono donne all’apparenza sicure e felici che dentro covano drammi inaspettati, le donne sono brave a fingere. E’ per questo che mi chiedo sempre, che vorrei tanto sapere da che lato mi osservano gli altri.
Il taglio alla moda e qualche vestito in più potrebbero farmi sembrare una piccola borghese ma le mie scelte segrete dimostrano la mia coerenza insurrezionale.
Haimè dopo i trenta l’adattamento alle convenzioni sociali è indispensabile se si vuole essere accettati, la tolleranza forse arriva a perdonarti anomalie fino ai 33, dopodiché quelle che prima potevano essere ancora considerate “bizzarre nostalgie post-adolescenziali” diventano di colpo “il problema”! Dunque spenta la trentatréesima candelina uno deve sapere che rispetto al mondo i giochi sono finiti, che non si scherza più, che non si è neppure più considerati dalle statistiche alla radio sui tormentoni dell’estate!
Ed in effetti ho avuto ben poco da scherzare da quando scrivevo, inconsapevole, quelle righe qua sotto che di pensieri dopo ce ne sono stati tanti, che ho dovuto prendere delle vie che solo a immaginarle, quando ancora ero dall’altra parte dello specchio, sarei morta ed invece….poi la vita quando ste’ benedette scelte sei costretto a farle ti dimostra che non è poi così difficile, che certe decisioni all’apparenza insostenibili alla fine tali non sono, perché tu pensavi dovessero essere prese col cuore ed invece quando arriva il momento …. amici miei è la pancia: la pancia che ti dice cosa fare!
Dopo i trentatré non si può più scherzare ed è ora di metter su famiglia che poi la pre-menopausa è alle porte, le creme contro le rughe fanno quello che fanno e nessuno ti si piglia più! Dopo i trentatré al pranzo coi parenti se nessuno siede alla tua desta sai che tutti ti compatiscono un po’.
Insomma arrivati alla mia età si hanno due soluzioni: la resa incondizionata o la resistenza carbonara: io per non saper che fare ho deciso di prendere un cane! To be continued….
Credo guardano le statistiche e i sondaggi di trovarmi pari pari nel novero dei “Bambocci”.
Credo sia una nuova generazione!
Appartenere ad un gruppo è una cosa bellissima!
Identificarsi, poter condividere degli interessi, è estremamente rinfrancante.
Devo dire che fino a qualche settimana fa ero quasi allo sbando, stavo vivendo uno di quei periodi della vita in cui ti chiedi quand’è stato l’esatto momento in cui ti hanno fottuto e tu non te ne sei accorto, quand’è stato che hai commesso il tragico fatidico errore...ma ora tutti questi brutti pensieri sono scomparsi! Ora so chi sono, so perchè e soprattutto so che non sono sola!
Fino a qualche settimana fa andavo dicendo in giro che “lo Stato è mio nemico” e rileggevo American Psycho in cerca di suggerimenti-
Ripensavo a quando al liceo sentivo dire: “studiate le lingue ed imparate ad usare il piccì (con l’accento proprio con l’accento) prendete la laurea e poi vedrete...” che a quei tempi ancora si ragionava in lire.
Io che son sempre stata un po’ biodegradabile e in fin dei conti l’ambiente sociale l’ho sempre rispettato, ho preso tutto alla lettera.
E vai di piccì e università e tesi in inglese, per far vedere che le lingue me le ero imparate bene.
Poi nel mentre avevo avuto dei piccoli conati insurrezionali e alla mia relatrice avevo dato della “terrorista” ma c’è anche da dire che a quei tempi non era ancora una brutta parola!
Insomma avevo fatto tutto a regola d’arte.
E anche dopo: gavetta esperienze esame di stato iscrizione all’albo la prima volta dal commercialista ... tutto benissimo...eppure ero certa che da qualche parte qualcosa doveva essere andato storto e rileggevo continuamente a ritroso il mio CV con la speranza di trovare l’errore.
Perchè nonostante la laurea, il piccì, le lingue e l’esame di stato, io vivo da sola da anni, da anni faccio i calcoli delle bollette sperando di trovare ancora la corrente quando torno a casa la sera, da altrettanti anni vado al cinema solo il mercoledì, quando è a metà prezzo, o il giovedì quando con la tessera dei mezzi hai lo sconto del trenta.
Allo stesso tempo le mie vacanze sono state per lo più frutto del senso di ospitalità di amici e conoscenti degli amici , casa mia è diventata un B&B, per tenere un profilo culturale quanto meno decente ho praticato pesantemente il book crossing e per quanto riguarda la moda ho abbracciato lo stile “vintage” più per necessità che per scelta.
Ma adesso so che tutto questo aveva un senso, ora so che i miei sacrifici non erano fini a loro stessi, che c’era un perchè e l’illuminazione me l’ha data Lei, Egregio Ministro, definendo la mia generazione, illuminando il mio cammino e dandomi una spiegazione chiara della mia vita fino a questo momento: sono una “Bamboccia”.
Soprattutto credo.
Da una qualche parte bisognerà pur cominciare a riconciliare il ritorno con l’andata.
S’era detto che si riapriva a settembre ed in effetti a settembre, dopo aver cambiato le lenzuola ed ucciso qualche tarma, si è ricominciato il conto alla rovescia.
Di cose da dire ce ne sarebbero tante, nelle storie più belle mancano continuamente le parole, a raccontare di sfighe si è sempre più bravi.
Ed allora cosa resta da dire di questa estate? Cosa resta delle lune da capogiro rovesciate sul mare? Delle cene di stelle su terrazze fatte di silenzi memorabili?
Restano parafulmini issati sul tetto e scoperte incancellabili intonate alle magliette sporche di sale.
Per tutto il resto dell’anno penserò a quest’estate, di cui mi mancano le parole, e riderò dentro di quel piacere sottile e fragile delle cose buone, conquistate un po’ per volta, da assaporare senza farsi scoprire.
Credo che la ricorderò per sempre, sopra tutto, quest’estate.
Riporto il testo di una mia e-mail di risposta inviata ad un fruitore del famoso Bed and Breakfast che tanto ha fatto sognare tempi addietro tra queste pagine. Veniva richiesta disponibilità di alloggio per il mese di agosto, ma purtroppo, come sarà dato di capire, le bagpackers fiamminghe dovranno ripiegare sull’ostello fuori città.
“Caro A., mi trovo costretta a non poter soddisfare la tua richiesta di alloggio. Ad agosto il b&b chiude i battenti in quanto la gestione si trasferisce in altra sede.
Per fartela breve, visto che la moneta è sempre poca e della vecchia professione mi son stufata, sono arrivate le nuove leve, c'è sempre maggiore concorrenza, l'uomo ormai preferisce il genere transessuale possibilmente slovacco, ormai qua Lapino Elkann ha fatto scuola e ci ha rovinato un po’ la questione sotto diversi aspetti....mi son dovuta riciclare!
D’altra parte mi insegni che in ogni curriculum che si rispetti la disponibilità ad essere dinamici e innovativi è la prima cosa!
Indi per cui mi imbarco su un charter di velisti improvvisati, porto la gente in barca a prendere il sole, guardare i pesci e magari nascondersi dalla moglie con la puttana estiva al seguito! Per tutto questo mi pagano, pare anche in modo dignitoso, devo ancora visionare il contratto ma temo che tra le mansioni sia prevista anche la pulizia del natante in caso di vomito o diarrea varie....vabbè fornirò sacchetti trafugati durante le trasvolate su aerei low cost!
Insomma io sarò a compiere questa impresa in famose e molto vips frequency località dell’estate italiana e spero tanto che Lucignolo mi riprenda!
Come avrai capito sarò a pochi km da te, a minacciare di romperti i coglioni, rovinarti le ferie con l’austera fidanzata fiamminga e poi lasciarti con una battuta acida! tutto come da copione!
Ora puoi anche piangere ma se fossi in te ci riderei su...al peggio non c'è mai limite!
Tua affezionata.”
PS: Tranquilli comunque, a settembre si riapre!
“Caro A., mi trovo costretta a non poter soddisfare la tua richiesta di alloggio. Ad agosto il b&b chiude i battenti in quanto la gestione si trasferisce in altra sede.
Per fartela breve, visto che la moneta è sempre poca e della vecchia professione mi son stufata, sono arrivate le nuove leve, c'è sempre maggiore concorrenza, l'uomo ormai preferisce il genere transessuale possibilmente slovacco, ormai qua Lapino Elkann ha fatto scuola e ci ha rovinato un po’ la questione sotto diversi aspetti....mi son dovuta riciclare!
D’altra parte mi insegni che in ogni curriculum che si rispetti la disponibilità ad essere dinamici e innovativi è la prima cosa!
Indi per cui mi imbarco su un charter di velisti improvvisati, porto la gente in barca a prendere il sole, guardare i pesci e magari nascondersi dalla moglie con la puttana estiva al seguito! Per tutto questo mi pagano, pare anche in modo dignitoso, devo ancora visionare il contratto ma temo che tra le mansioni sia prevista anche la pulizia del natante in caso di vomito o diarrea varie....vabbè fornirò sacchetti trafugati durante le trasvolate su aerei low cost!
Insomma io sarò a compiere questa impresa in famose e molto vips frequency località dell’estate italiana e spero tanto che Lucignolo mi riprenda!
Come avrai capito sarò a pochi km da te, a minacciare di romperti i coglioni, rovinarti le ferie con l’austera fidanzata fiamminga e poi lasciarti con una battuta acida! tutto come da copione!
Ora puoi anche piangere ma se fossi in te ci riderei su...al peggio non c'è mai limite!
Tua affezionata.”
PS: Tranquilli comunque, a settembre si riapre!
Mi piace pensare di avere preso una direzione ed aver abbandonato i “quasi quasi” seguiti da tempo.
Non sarò filodrammatica quindi decido di evitare certi argomenti poco lineari e saltare a piè pari la spericolatezza...una volta tanto ce n’è bisogno.
Per continuare a farsi strada in questo mondo occorrono le pinne e un bel po’ d’ossigeno, oppure si opta per la seconda scelta e si viaggia in una capsula di fabbricazione cinese che sarà pure economica ma non da garanzie d’affidabilità.
Mi spiace dover ancora disperarmi a giorni alterni, piangere per l’ingiustizia dei mezzi di comunicazione, mi spiace non aver ancora capito che per certe cose l’unica soluzione è la rassegnazione. In fondo in fondo sto ancora lucidando di nascosto le armi aspettando chissà che rivoluzioni che se son fortunata vedrò da centenaria seduta su una sedia collocata all’ombra.
Fino a qualche giorno fa non avevo ancora trovato il mio giusto posto. Poi è successo che avevo cambiato lavoro e stavo in una città di cui ora non dirò il nome perchè bene bene non lo so. Mi svegliavo la mattina in questa nuova città ed era il primo giorno di lavoro, c’era una strada per arrivarci mai fatti prima, le nuvole basse ed era inverno. E mentre camminavo nella strada nuova capitavo in un terrapieno sul mare. Il terrapieno cadeva giusto giusto sulla strada per il lavoro nuovo e l’inverno oltre alle nuvole basse produceva un po’ di vento, quel tanto che bastava a far arrivare gli schizzi delle onde quasi sul terrapieno. E ci avevano costruito anche una terrazza con la ringhiera rossa e i tavolini del bar rotondi. La gente era tutta seduta fuori, non si preoccupava nè dell’inverno nè del vento. Faceva colazione all’aperto sul terrazzo del terrapieno seduta ai tavolini rotondi, sul mare. Ed io ho pensato che da quel momento in avanti per tutte le mattine delle giornate seguenti sarei dovuta passare di lì, vedere il terrapieno, il terrazzo, le persone, l’inverno, i tavolini rotondi ed il mare ed allora quel giorno avevo trovato il mio posto.
Le parole non ci sono ma non è assenza di idee.
Ci sono le fotografie che sfogliamo e quelle che immaginiamo di vedere un giorno appese sulle nostre teste, ad osservarci per commemorare le promesse che stiamo facendo
promesse limpide che si addormentano con noi e che il mattino ricordiamo come la prima cosa dopo il caffè, prima ancora che riesca a levarti il sonno dagli occhi.
E con il sonno agli occhi inventiamo nomi e riceviamo tacite congratulazioni per cose non pervenute
Non ci sono volte in cui mi manchi perché sei sempre con me
Ed è immaginando un giorno su un’Isola che cresciamo senza neppure rendercene conto, che facciamo trascorrere i giorni e li riempiamo dell’alba che tu sai
Le parole non ci sono
eppure imparo linguaggi nuovi che credevo scomparsi, come le lingue morte, invece bisognava solo tirarli fuori o far succedere qualcosa, inaspettato e chiaro, qualcosa che non ha bisogno di illustrazioni, una volta tanto, che si interpreta negli attimi respirati insieme e basta
Senza parole
Questo blog era nato dall’esigenza di sopravvivere ad una persona. Sopravvivere alla distanza a cui eravamo costretti e alla malcelata consapevolezza che anche senza quella distanza ci sarebbe stato comunque da dover sopravvivere.
Ora questa persona non c’è più, non per causa di trapasso no, non c’è più nei miei pensieri, in quello che sogno e nelle mie allucinazioni. Non so come sia successo, è stato così, una mattina mi sono svegliata ed era come aver superato il morbillo, niente più bolle!
La bravura non è stata nell’essere sopravvissuta, non è stata una prova di resistenza nè di tempismo nell’essere andata via quando era il momento no! La bravura è stata nell’aver vissuto quattro anni con la consapevolezza di amare una disgrazia!
Ci sono degli investimenti che sin dall’inizio sono a fondo perduto ed offrono come unica certezza il fatto che l’amore dato in prestito non verrà mai restituito, non a rate, non in piccole soluzioni trimestrali, quell’amore lo si dona consapevolmente senza aspettarsi nulla in cambio e senza alcun interesse, con un atto di liberalità talmente estremo da essere quasi scontato per chi lo riceve.
Solo che credo che alla fine la vita “sconti” non ne facci mai.
E capita così che una mattina mi sveglio e l’amore è sparito di colpo, che quello che mi faceva credere che ne sarebbe arrivato altro ed altro ancora ad alimentare continuamente le mie speranze all’improvviso cessa di esistere.
Ed è come trovarsi dall’altra parte della terra, come sorprendersi a parlare lingue differenti e finalmente capire capire che la soluzione era lì, nella diversità degli emisferi che stavamo popolando.
Questo blog era nato per raccogliere come un vaso tutta la tristezza che per orgoglio non volevo dimostrarti, ma ora la malinconia è la tua, come tuoi sono i rimpianti per il coraggio che no hai avuto.
Da parte mia di malinconico c’è solo il vedere che l’amore a volte si disperde colmando corpi di bell’aspetto ma pieni di rotture.
Senza futuro non c’è fine ma non c’è neanche vita.
Dalla parte in cui guardo le cose non ci sono angoli, è tutto un saliscendi di linee curve come le colline vicino ai fiordi di sei anni fa, dove la strada girava intorno a pezzi di Luna e Marte per arrivare in cima al mondo.
Quei ricordi adesso sono imbalsamati sopra un caminetto nel quale butto pagine e pagine di impressioni mai raccontate, in modo che arda della speranza delle parole lasciate in sospeso per la paura di vederle finire chissà dove.
In tutto questo ripesco da un armadio dei pantaloni che un tempo mi spettavano due settimane al mese, dei pantaloni condivisi perché era bello così. Prima di partire ce li saremmo dovuti giocare alla lotteria ma mentre sorteggiavo i numeri già avevo deciso che volevo perderli. Vuoti e stropicciati non significavano niente, indossati per tutto il mese sarebbero stati dei pantaloni qualunque. Così alla fine erano saliti sul pullman anche loro e li avevo salutati col mal di stomaco, ma non per la nostalgia no, quello vero, per la congestione della notte prima.
Le cose tornano indietro per caso quando il destino decide di spacciarti la casualità come una droga a buon mercato, ed infatti mesi dopo li avevo ritrovati, quelli stessi pantaloni ad un mercatino dell’usato ad Helsinki, con i quadretti, le cuciture in rilievo, tutto al posto giusto, proprio quelli stessi uguali identici e ci avevo quasi pianto sopra, perché ci sono volte in cui le magie accadono per davvero.
Di come la Lui diventò Erin Brockovich e perse il senno e il sonno.
Avere letto in giovane età Cervantes può col tempo rivelarsi una pericolosa arma a doppio taglio. Sulla fondatezza e solidità del basamento culturale nulla quaestio, è sulla pericolosità delle questioni legate all’idealismo che nutro delle remore.
Così per colpa dell’idealismo perdo il sonno e il senno.
Non dormo da settimane, o peggio da settimane faccio l’altalena tra quaranta muniti di assopimento e un’ora di veglia. La lucina dell’orologio si è consumata prima ancora dell’ultima candela Ikea!
Nel frattempo faccio cose cattive spacciandole per sagge e questo non mi aiuta a dormire tra due guanciali.
Non credo che la risposta stia nella complessità delle persone, siamo tutti più o meno banali e l’originalità giace da tempo nei sepolcri più aridi della storia.
Dunque anche io alla fine sono banale, di una cattiva banalità, intrisa, imbrattata, impregnata.
Non giustifico le mie cattive azioni con l’irresponsabilità né la ricerca di valori perduti od obbiettivi. Non mi giustifico e basta! Non è nell’azione il pentimento ma nella violazione dell’etica. Regola numero uno: rispetto del bon ton!
Raramente commetto cose di cui debba provare vergogna, anche nella peggiore delle circostanze assumo le responsabilità delle cattive abitudini senza chinare il capo, a testa alta….raramente mi capita di dover ammettere la vigliaccheria di una bravata.
Non merito i medicamenti dei ricordi, non merito Caravaggio nella chiesa di San Luigi, né Casta Diva cantata dalla Callas.
Ad essere amaro adesso più del rimorso, che detesto mandare giù, è il fatto di dover cambiare la prospettiva delle cose, è immaginare nomi o situazioni da un’ottica diversa. Ciò che inteneriva rattrista e così via. I nomi restano gli stessi ma vengono pronunciati in modo differente: non è importante ciò che si dice ma come lo si pronuncia. I sorrisi che si posavano su certe cose ora dovranno cercare altre destinazioni, è questo che mi addolora.
Dove finiscono le aspettative perdendosi?
Vorrei un film che facesse piangere davvero.
Ho preteso di asciugarmi gli occhi anni fa ed ho promesso che da quel momento non ci sarebbero più state ricadute.
Non c’è niente di artistico, a parte il fatto di desiderare un mare in cui urlare dentro.
Le persone dopo un po’ tirano fuori il peggio di loro, quasi le autorizzassi a dar libero sfogo alla pazzia. Deve essere una questione di attitudine: voler prendere una boccata d’aria mentre io rischio giornalmente il soffocamento.
Dopo un po’ i cervelli delle persone impazziscono, con tutte le loro cellule che ballano il tip tap! Sono una portatrice sana di cancri altrui! Se resisti fino a Natale berrò in un sorso solo tutto il punch al mandarino!
A Natale faremo grandi cose! Grandi cose da piccoli! Io mi metterò le stelline in faccia e mangerò il panettone dopo il Claritin.
Vorrei una canzone che facesse piangere davvero.
“Io non ti capivo! Ho riletto le cose che scrivevi quando avevi freddo! Ho provato vergogna e nostalgia! Non sarai mai più così”
Le cose cambiano per via del tempo, le persone per colpa degli altri. Le persone si cambiano a vicenda e poi forse un giorno a Natale tornano da dove erano partiti.
Vorrei un libro che facesse piangere davvero.
Sono terribilmente punitiva, se non commento non è perché non biasimo. Ad una certa età si è arrivati ad aver subito più o meno trent’anni di rimproveri, a cosa servirebbero anche i miei?
Se non commento non significa che non sia importante, sono solo le parole che potrei dire …
Tutto qua.
Il corpo avvizzisce ma il cervello può sempre rifiorire.
Mrs K propose di uscire a fare gli angeli sulla neve fresca, si sprofondava fin sotto le ginocchia e si avanzava a fatica, per arrivare in cima alla collinetta ci vollero circa quindici minuti, in certe situazioni il tempo si adatta alle esigenze.
C’è sempre una sfumatura di blu intenso, in una certa ora del giorno, dura qualche minuto ma il contrasto è così evidente che sembra inossidabile.
Viviamo in bianco e nero da talmente tanto tempo …
Mrs K ha paura delle cose che si portano dietro strascichi di felicità. Come gli angeli sulla neve ha paura che basti smettere di agitare le braccia per farle sparire per sempre. Per questo Mrs K si gita sempre, in continuazione, balla e canta e un minuto dopo si dispera, questo la fa sembrare padrona della situazione, in un certo senso, perché smettere di agitare gamba e braccia potrebbe essere fatale.
Il silenzio che provoca la felicità fa paura a Mrs K. perché ci si abitua troppo presto a quella sorta di oblio che da le vertigini. Le persone smettono di essere gentili senza volerlo, perché hanno paura come Mrs K., è un attimo a sfiorarsi facendo angeli sulla neve stando vicini, ma poi non si riesce mai a star fermi abbastanza a lungo. E’ la stessa paura di Mrs K.
Prendimi per mano e ti spiegherò come fare gli angeli più belli del mondo, ferma le braccia e fai sprofondare le gambe fin quando gli stivali non si vedono più, stai così immobile come me a guardare i fiocchi che cadono e ricoprono il viso, si attaccano alle ciglia…prendi la mia mano e tienila nella tua ancora senza pensare che l’inverno passerà e la primavera e l’estate cancellerà le tracce dei nostri angeli…non avere paura Mrs K!
Sugli undici settembre
L’undici settembre 2001 seguivo i consigli per gli acquisti in una multinazionale della grande distribuzione, districandomi tra scatole di cibo giapponese e tacos.
Quel giorno i tacos non li compravo perché raggiunta da un sms correvo a casa a guardare il più straordinario ed apocalittico reality che la nostra amata - odiata tv fosse riuscita a mettere in onda dal giorno del bianco e nero.
Insomma quello succedeva l’undici nove duemilauno che a pensarci a mente lucida, col senno di poi, l’unica certezza che partorivo quel pomeriggio era che non ci sarebbero con molta probabilità stati altri undici settembre e che i test di Mururoa almeno sarebbero serviti a darci poco tormento.
Un anno dopo, l’undici settembre duemiladue noi, al contrario delle torri e di Ground Zero, eravamo ancora in piedi, per modo di dire, insomma comunque tra alti e bassi si continuava ad andare avanti e camminare sui marciapiedi che erano ancora lì, niente Mururoa per intenderci, qualche immagine di guerra e sabbia in posti che facevamo finta essere troppo lontani, un bel esercito di bandiere arcobaleno per farci ricordare che in fondo i“buoni” della situazione eravamo noi.
In quell’undici settembre dell’anno dopo, mi sentivo una sopravvissuta sopra ogni previsione ignara del fatto che di lì a pochi giorni il destino mi avrebbe fottuta buttandomi giù dalla parte opposta dell’edificio, dall’uscita secondaria per intenderci.
E i test su questo non si erano fatti, o almeno io su questo ero del tutto impreparata, che passino i Moore a dirci tutta la verità nient’altro che la verità sulle storie della politica imperialista e via dicendo, passino Greenpeace e Gino Strada, ma a quello che successe a me pochi giorni dopo l’undici settembre duemiladue nessuno ti prepara mai e quando arriva sono fatti tuoi. Sentirsi tradita anche dalle esercitazioni antipanico è stata un’amara scoperta, che nei mesi a seguire di panico ce n’è stato da far tremare almeno un oceano.
Ed infatti poi anche l’Oceano ci metteva del suo buttandoci addosso le onde anomale e lo Tsunami, come se di terrore non ne avessimo visto abbastanza., come a ricordarci che alla fine chi comanda e sempre chi meno te l’aspetti.
L’undici settembre duemilasei, son passati cinque anni e alla fine qualcosa lo si racconta ancora, ancora si scrive, si guardano documentari e si riflette. Il più bello per me resta il corto di Sean Penn ma questa è un’opinione personale. Nel giorno della memoria io mi concedo un altro piccolo attacco al potere e vomito parole come mai avevo fatto, per ragioni ancora sconosciute commemoro una tragedia planetaria inscenandone un’altra domestica, d’altra parte è così che vanno queste cose: ad essere sconvolgente è sempre l’effetto sorpresa!
Il posto lo fanno le persone!
quelli che i buoni pasto non li consumano al ristorante,
noi siamo di quelli
che le vacanze le fanno a casa degli amici
e al cinema ci vanno al mercoledì
siamo di quelli che a mangiare biologico ci hanno anche provato ma che la spesa la vanno a fare in bicicletta
Quelli che l’affitto si divide per tre e poi e poi
di quelli che il bed and breakfast ce l’hanno in casa
quelli che alle cene del mercoledì si risparmia sull’analista – e un giorno tale argomento verrà sviscerato
Siamo quelli che per una fuga d’amore si fa la colletta
Noi siamo di quelli che tre su tre han sempre qualcosa da dire ma ci si mette in coda
Noi siamo quelli che all’una di notte hanno la luce accesa, iniziano a cenare e si accorgono di aver perso per un soffio il film in seconda serata
Noi siamo quelli che i messaggi non servono perché tanto non ho credito
Quelli del sabato a casa ma il martedì …..
Noi siamo quelli che han pianto mentre gli altri promettevano
Quelli che una riunione in extremis non si nega mai
Quelli delle puntate speciali, perché alla fine c’è questa consapevolezza di guardarvi, guardarci e versi speciali
Noi siamo quelli delle chiavi lanciate dalle finestre, dimenticate sui comodini, degli apriporta e degli allarmismi
Il posto lo fanno le persone, amici miei!
Come sei veramente
Lo sappiamo io e te come sei, con le conchiglie attaccate ai muscoli, a volte fanno bene a volte nelle viscere senti il male del mare che ti porti dentro.
Come sei, nel flusso delle cose che rincorrono te che rincorrono me che corro dietro al tuo flusso:
facciamo tanti girotondi tra aerei che non smettono di decollare sempre troppo presto, sempre quando avevamo appena riacceso le speranze.
Giochiamo sospesi nel tempo che però arriva, quello di stirare la camicia e partire, giochiamo fino all’ultimo sospiro delle tue mani.
Come sei veramente me lo auguro e mi ossessiona, la padronanza senza il possesso è la regina delle utopie.
Lo canto ancora come sei veramente, lo canto fortissimo che vorrei che tutti lo ascoltassero, questo “come sei” e poi lo scrivessero sulle porte al posto delle vie, al posto dei nomi degli altri, dei loro falsi sorrisi, il tuo “come sei” non smette mai di andare e venire, non ha una fine come sei, che quando penso di esserci arrivata, quando sono lì, c’è sempre dell’altro “come sei” e altro ancora, nell’infinito che hai dentro.
Ascoltando Giovannino Allevi e la Traviata alternativamente
Sono giorni felici che vanno un po’ così senza
arrischiarsi a far troppe domande, Si ricorderanno come i giorni del Mondialedeldeumilasei!
Cos’altro?
Le frasi si comprimono in due significative: “l’arte non dovrebbe avere padroni!” - “chi ti piglierai sarà il mio esatto opposto, perché sono gli opposti ad attrarsi!”
La vita non può essere sempre un apocalisse di bene o male, a volte si riesce anche a barcollare nella giusta via di mezzo ed allora si sta davvero bene! Senza occhiaie nere, senza notti senza sonno, una volta tanto senza esagerazioni.
I giorni della via di mezzo trascorrono tra serali di nuoto e libri di fotografie dove mancano le persone….vallo a capire tu il fascino del mattone!
Diamoci delle possibilità allora, dico io! Così rinuncio all’automatismo della polemica e accetto un compromesso, la giusta via di mezzo!
Afferro al volo un low cost scommettendo sulla destinazione: purgatorio o paradiso?
Per la strada anche sorrido nei giorni del Mondialeduemilasei e faccio sogni accaldati sulla tua tenerezza!
Se un giorno ci incontreremo ti parlerò di quanto è stato difficile.
Nella peggiore delle ipotesi potremmo sederci a mangiare castagne e bere un vino rosso che si attacca al bicchiere sopra una scogliera.
La stagione del matrimoni coinvolge anche i malpensanti e quelli che vogliono sembrare disattenti.
I somari dell’amore per capirci. Arriva questa stagione e tutti più o meno son costretti a mandar giù confetti e bicchieri di Ferrari alla salute delle coppie a cui i “pacs” importano poco.
Io non so bene da che parte stare perché solo la scorsa volta avevo questa sensazione di essere troppo giovane per certe cose. Ormai sembra invece che l’età non conti e sia più una questione di attitudine.
Un giorno mentre ci salutavamo nel piazzale ti ho guardato dicendoti: “sposami presto!” Un giorno che sembra secoli fa, mi è uscita così mentre ti salutavo perché un bacio ed “abbicuradite” non mi avrebbero svuotata a sufficienza. Così ho detto “sposami presto” ridendo seriamente e credo tu abbia capito che sarei volata oltre oceano dove le cose sono più veloci.
La stagione matrimoniale ha preso una piega strana quest’anno e questo non semplifica il mio equilibrio che solo l’omeopatia mantiene integro.
Quello che gli altri chiamano “mancanza” diventa “incredulità” per tutti questi anni e per come siamo sopravvissuti. “Ci vuole un’autostima infinita” quando me lo chiedono rispondo così, continuare a guardare altri che salgono altri gradini di altre scale, continuare ad essere quelli che fanno le foto dal basso ed osservano senza perdere la speranza richiede un’infinita autostima.
Facciamo pure finta che l’età non conti, né gli orologi tictac tictac, né i sacrifici, ma svegliarsi ogni mattina col pensiero dei sogni volati via, quello conta!
L’augurio è di non avere nulla da perdonarsi un giorno, guardandosi indietro, nulla per cui recitare rosari e penitenze.
La stagione dei matrimoni ti fa bestemmiare ed io mi vergogno di te!
Quando guardo le nuvole io ci vedo soltanto nuvole
Le apparizioni della notte sono continue figure che interagiscono tra di loro dandosi un senso compiuto. Poi di giorno queste figure, anche se un po’ sbiadite, disturbano la quotidianità.
E mi ritrovo una mattina svegliata dai fedeli della chiesa greco-ortodossa che passeggiano all’alba nel vicolo, quegli stessi che anni fa avevo visto girare attorno alla cattedrale con le candele in mano. E mi ritrovo una mattina ad avere trent’anni come se la cosa non stesse davvero capitando a me.
A sei avevo appeso un cartello fuori dalla porta della mia stanza specificando quello che avrei fatto DAGRANDE. A sei anni avevo i capelli fini fini e biondi da sembrare bianchi e gli occhi bordati di nero come un panda. Ci sono voluti altri 24 anni per arrivare a sottoscrivere il cartello e a mettere il correttore sotto gli occhi... per il resto credo che la situazione sia rimasta alquanto immutata!
Nel contempo stavo prendendo lezioni di tip tap.
La vita degli ultimi tempi è stata una passerella in autostrada. Abbiamo corso un sacco di rischi se uno prende in considerazione le statistiche sui trasporti. Dopo una galleria in Toscana cantavamo fortissimo….
Era già tutto previsto
fin da quando tu ballando
mi hai baciato di nascosto
mentre lui che non guardava
agli amici raccontava
delle cose che sai dire
delle cose che sai fare
nei momenti dell'amore
mentre ti stringevo forte
e tu mi dicevi piano «io non lo amo, io non lo amo»
fin da quando tu ballando
mi hai baciato di nascosto
mentre lui che non guardava
agli amici raccontava
delle cose che sai dire
delle cose che sai fare
nei momenti dell'amore
mentre ti stringevo forte
e tu mi dicevi piano «io non lo amo, io non lo amo»
………
ed ho avuto la certezza che il momento me lo sarei ricordato sicuramente anche dopo il buio della galleria.
Se davvero ci sono mete irraggiungibili quello è stato il nostro giorno fortunato. Non so dire come si siano svolte di preciso le cose, davanti a te sono “molle”. Comunque dopo un po’ eravamo a passeggiare come se niente fosse, come se i mesi di mezzo li avessero tolti e basta. La cosa bella tra noi è questa irresponsabilità di fondo che ci permette di tralasciare ogni discorso mentre camminiamo sul molo e tu mi spieghi che non hai ancora mangiato e io dico qualcosa a proposito dei treni e delle ferrovia.
La questione sull’irresponsabilità è la spiegazione del perché dopo un po’ ci troviamo di nuovo sorprendentemente compatibili e ci riconosciamo dall’odore, mentre il tuo si mescola al mio fino alla neutralità.
Tra una cosa e l’altra, tra le bottiglie di vino nascoste approfittando della mia cleptomania riesco quasi ad essere gelosa, ma più per scherzo e perché so che questo è il tuo modo di darci importanza.
L’irresponsabilità ci fa andare sempre a letto un po’ ubriachi e svegliare sempre quando è troppo tardi ed abbiamo perso qualcosa per strada.
Durante la notte fredda sento la pioggia bagnare le scarpe dimenticate, sento l’umidità farsi largo tra gli oblò ma abbracciarti ha più importanza.
La mattina non giustifichiamo i ritardi né le guance rosse, non abbiamo più bisogno di giustificazioni ed io ci penso e ripenso se sia il caso, se devo salire o no su questa barca fino all’ultimo secondo prima che l’ormeggio si sciolga e tu mi sollevi portandomi con te, alleviando tutto quello che è trascorso dalla nebbia ad ora, a questo sole timido che però scotta lo stesso, a questo decidere che direzione prendere. Un secondo prima sono lì a tergiversare sul molo e l’attimo dopo il vento ci spinge abbastanza lontani da permetterci di trascurare anche le cose importanti.
Se dovessi dirti, se fossimo in vena di analisi e confessioni, io ti parlerei solo dell’irresponsabilità.
Bisbiglia la pastiglia biascica nervosamente la nevrosi della primavera scrupolosa, che sarà alla fine di noi?
Mi perseguita soltanto il pensiero della paralisi od ho solo troppo sonno ?
Ieri abbiamo mangiato tutti insieme, io Ravel etc etc insomma i soliti quattro. C’era anche Ravel comunque, che mi fissava come sempre e a me sale l’ansia quando mi si fissa. Allora sarà stato per quello sguardo pesante che soffocava tutte le mie incerte espressioni sarà stato per il vino…ad un certo punto volevo solo piangere! Mica ci deve essere sempre per forza un senso no?
Le alternative ad un certo punto le ho viste distintamente erano due: o piangevo o mi mettevo ad urlare fortissimo! Non ho fatto nessuna delle due cose perché per una volta ho preferito salvare le apparenze ed ho versato altro vino.
Credo che ognuno abbia il suo modo di affrontare la primavera io la subisco e basta come subisco gli occhi chiari di Ravel continuamente addosso. Lo perdono solo perché mi piace quando suona e mi piace vedere la custodia rossa del violoncello appoggiata al divano. Le persone comunicano in modi diversi e non è solo questione di accenti. Con Ravel il problema è che lui dovrebbe suonare e basta, come l’altro giorno che per poco Beethoven non mi portava via: saliva dalle assi di legno del pavimento arrampicandosi sulle gambe e poi nella pancia era come un esplosione calda.
Questa mattina eravamo in troppi a colazione ed io mi sono limitata a dei saluti di circostanza.
A voler essere incisivi bisognerebbe parlare del viaggio appena fatto, dei chilometri di canzoni una dopo l’altra, delle fermate solo per pisciare. A voler essere davvero interessanti bisognerebbe raccontare dell’amicizia, sul serio, quella senza controindicazioni né conservanti, quella che rende complici di complicate faccende: “questi muri trasudano segreti”, ma le persone hanno modi diversi di comunicare!
Morirò di crepacuore in quest’angolo di narcisismo e sarà colpa tua.
Per la verità le nostre conversazioni stanno diventando opache
anche le idee se è per questo!
Quello che penso non ha poi molta importanza rapportato alla situazione, è lo stato di fatto delle cose ad essere spiazzante! Non mi manchi più ma questo lo imputo all’abitudine. Sono anni che viviamo a distanza e l’uomo è in qualche modo geneticamente adattabile. Non mi mancano le tue cose: i divani, i piatti e gli asciugamani blu…non mi mancano più della certezza che da mesi mi ha abbandonata.
Ho cercato mille volte di prenotare voli e treni per l’”aldiqua” ma mica ci sono riuscita! Alla fine cado nella banalità, mi mancano le forze e non ho il coraggio di sollevare di nuovo una valigia pesante dal marciapiede …”non dimenticate gli oggetti personali…” dimenticare alla fine sarebbe la soluzione più semplice ed invece ci teniamo ad essere legati, come se respirare dipendesse da questo. Allora cerco di farmi crescere le branchie, provo ad emanciparmi da te e da questa faccenda, provo…
Mi ricadi dentro come un overdose, d’altro canto chi si droga lo fa perché è bello!
Ho un coraggio che gli altri neanche s’ immaginano e che neanche tu sai! Quante cose non si dicono per fare bella figura!
Una volta avrei giudicato geniale questo deperimento adesso invece mi limito a vedere che succede, i giudizi li lascio a chi di competenza, i posti delle giurie popolari sono sempre i primi ad esaurirsi!
In clima elettorale l’unica cosa che aumenta è la misantropia.
C’è un abbruttimento della specie tangibile e riconoscibile! già l’ho detto più volte ma ne voglio qui fare quasi un manifesto: Viva lo snobbismo intellettuale! Viva l’estetismo!
Ovunque mi giro vedo bruttezze e cattivo gusto! A partire dagli spogliatoi della piscina: per l’utilizzo di certa biancheria intima dovrebbero rilasciare una licenza, chi la indossa dovrebbe essere avvertita delle controindicazioni, come l’assunzione di aspirina in gravidanza!
I dialoghi con certe donne mi creano imbarazzo: stupidità e vittimismo senza cognizione: la colpa del trentenne moderno è solo nostra: godiamoci i nostri maschi come li abbiamo voluti e subiamone le conseguenze: il pacchetto è all inclusive! Basta col vittimismo! Più presa di coscienza invece! Se l’uomo è immaturo ed ha la sindrome di Peter Pan radicata sotto la calvizia – perchè oltre che coglioni pure calvi ci tocca tenerceli – ringraziamoci a vicenda!
Poi noi non siamo capaci di azioni granchè più dignitose, tranne rari casi di cui ho la fortuna di essere testimone diretta ( n.d.r. si ringraziano le care amiche). Continuiamo ad accapigliarci per sta massa di cialtroni che nella maggior parte dei casi non san dove andare a parare neanche nelle cose della natura.....(unpolitically correct).......il ”venuto io venuti tutti” più che una presa di posizione sembra stia diventando una conclusione inevitabile!
Per non parlare poi della sindrome da “artista” dilagante e fetida! D’altro canto se la cara Melissa P. mi diventa un best seller c’è ragione di credere che a breve assisteremo ai reading poetici delle veline!
“Il sogno di un uomo è una puttana con un dente d’oro e il reggicalze, profumata con ciglia finte, rimmel, orecchini, mutandine rosa, l’alito che sa di salame, tacchi alti, calze con una piccolissima smagliatura sul polpaccio sinistro, un po’ grassa, un po’ sbronza, un po’ sciocca e un po’ matta che non racconta barzellette sconce e ha tre verruche sulla schiena e finge di apprezzare la musica sinfonica e che si ferma una settimana, solo una settimana e lava i piatti e fa da mangiare e scopa e fa i pompini e lava il pavimento della cucina e non mostra le foto dei suoi figli nè parla del marito o ex-marito, di dove è andata a scuola o di dove è nata o perchè l’ultima volta è finita in prigione o di chi è innamorata, si ferma solo una settimana e fa quello che deve fare, poi se ne va e non torno più indietro a prendere l’orecchino dimenticato sul comò.”
E l’uomo ideale qual’è?
Grazie Miller di migliorare in maniera commovente, da sei anni a questa parte, il livello delle mia cultura e il tono delle mie conversazioni!
Sottotitolati la qualità della vita à migliore!
Il titolo complica le cose e fa sì che inizino a manifestarsi i primi segni di cedimento.
Tra un po’ ti vestirai di grigio e alle scuole superiori ti daranno del Lei senza pensarci su. Tra un po’ parleranno solo amici con mutui da pagare, figli da allattare e si cercherà il miglior modo di scaricare le spese mediche dalla dichiarazione dei redditi.
Le rughe...quelle già un po' me le son aggiudicate in una mano di poker andata male!
Tra più soluzioni scelgo quella meno confacente alle esigenze di vita dell'uomo medio anche se poi avrò a pentirmene!
I treni diventano sempre più difficili da prendere e sempre più scomodi, maledetti sedili! Non so tu ma io mi nutro di sogni biologici! A gente come noi l’alimenta la speranza, a gente che non si tocca mai e vive di momenti in cui basta sfiorarsi per stare male, stare bene, ci vuole tanto coraggio per andare avanti.
Fare l'amore sotto i portici di via Mazzini è estremo!
La soluzione ai problemi della politica del Paese va cercata nelle due diverse correnti che da tempo segui: Kalashnikov o emigrazione! Tra un duello e l’altro gli unici ad aver perso siamo noi! Evviva lo snobbismo intellettuale anche se ormai si sta parlando di razza in estinzione!
A volte ti giudico male, lo ammetto, è una mia debolezza la mancanza assoluta di fiducia nel prossimo, anche se il prossimo sei tu. Poi succede che in qualche modo la terra fa un’altro mezzo giro e allora penso che tutto sommato possiamo ancora farcela.
Anche aspettarsi non facendo l’amore è estremo!
Usiamo lo stesso binocolo per guardare dalla finestra e riusciamo a vederci dentro le stesse cose, questo è indissolubile! Cos’è più chiaro di una visione attraverso lenti antiriflesso in un giorno di pioggia? Tu vedi un galeone e io ti racconto dove va e perchè sta parcheggiato lì e che forse l’hanno utilizzato per un qualche film!
E’ il sapersi dare sempre delle risposte ad avere senso!
La nostra tenacia è la cosa più estrema di tutte!
Da qualche parte gli orizzonti del verbo poetico dovranno pur iniziare.
Nella parte in cui dico che la felicità va pretesa non scelta, barattata, dimenticata o accantonata: pretesa! Da lì all’aeroporto il passo è breve ma questa volta sono felice di non essere io, una volta tanto resto coi piedi per terra.
Nella parte in cui dico che la capoagenzia della banca è innamorata! Lo si vede da come sorride mentre fa la contabilità. La signora in coda, quella no, a quella piacerebbe prendere il posto della capoagenzia semmai! I solchi dei sacrifici fantastici per figli, laurea, marito e nipoti non li cancella nessun condono ma la felicità va pretesa comunque.
Se sposto i mobili poi sono felice?
Ad essersi spostata è di nuovo l’anima …in tutto questo….che da tre anni pareva ferma lì sempre in quel punto, brevi scossoni di tanto in tanto ma mai niente di preoccupante! Quando meno te l’aspetti te la ritrovi rigirata sottosopra e neanche le cartomanti avevano detto che…questa volta proprio non si poteva prevedere!
Allora la felicità va pretesa, questo è il punto di partenza del verbo poetico, se poi l’anima si capovolge allora va lasciata fare perché una ragione a ste cose c’è sempre. Razionalizzare è il processo postumo al verbo poetico ma noi stiamo valutandone gli inizi adesso.
Allora la felicità va pretesa, questo è il punto di partenza del verbo poetico, se poi l’anima si capovolge allora va lasciata fare perché una ragione a ste cose c’è sempre. Razionalizzare è il processo postumo al verbo poetico ma noi stiamo valutandone gli inizi adesso.
Sotto l’arco mi baciasti a tradimento e l’anima si rigirò!
Ora la cosa sconvolgente è proprio la mancanza di premeditazione che rende inimputabile qualsiasi colpa, ma la recidiva? Quella dove la si mette?
Sotto l’arco mi baciasti a tradimento e non bastò!
Il verbo poetico in sé e per sé consiste sempre in piccole frasi di poche battute apparentemente innocue ma che se ben calibrate possono qualsiasi cosa.
Sotto l’arco mi baciasti a tradimento attraversandomi i confini!
Per poche che siano le parole giuste hanno facoltà assolutamente strabilianti!
E ti vengo a cercare, con la scusa di sentirti suonare....
Seduta sull’altopiano tra i gradini della piazza ed il caffè, cercando di saltarci fuori, tra i fondi e la cartina sbadita.
Seduta sulla balconata sopra il mondo e una melodia
tra un mare di capiricci e tu che suoni e che mi porti via!!!!
Mi parlano i tuoi occhi per cominciare, inizia così e c’è sempre qualcosa che non so, mi parla la tua testa che balla tra le note.
Mi parlano i tuoi occhi per cominciare, inizia così e c’è sempre qualcosa che non so, mi parla la tua testa che balla tra le note.
Continuo a non capire ed a chiedermi se sia soltanto una vertigine, una colpa o la mia follia!
Ma poi non c’è più luce intorno tranne quella su di te ed allora non ha importanza se è questione di un’ora, una notte o tutta la vita! Quando il braccio si alza a far danzare l’archetto sul violoncello, non ha importanza quello che eravamo prima o che saremo tra un po’!
In piedi sulla balconata le gambe iniziano a tremare e penso alle mani tra i capelli, a guardare ridere e di colpo non ridere più...poi danzano gli altri e danzi anche tu, danzano le code del tuo frak fino ad un finale con inchino!
In piedi sulla balconata le gambe iniziano a tremare e penso alle mani tra i capelli, a guardare ridere e di colpo non ridere più...poi danzano gli altri e danzi anche tu, danzano le code del tuo frak fino ad un finale con inchino!
E ti vengo acercare con la scusa di sentirti suonare...
Mentre accendi una sigaretta aspettando tra il palcoscenico e la luna, ancora sospeso tra il non respirare e l’aria insistente della notte, ancora nell’indecisione di non volersi svegliare fino infondo!
Scorrono le stesse mani, prima tra le corde poi nei capelli, scorrono a tirare sù il viso che fa finta di nascondersi....dondola la testa, dondola prima per Ravel e poi chissà...chissà per chi!....tremano le dita, prima facendo vibrare l’aria, sconvolgendo la platea poi chissà....sconvolgendo chissà chi....
Cammina il frak, si alzano le code per andare chissà...chissà da chi!
E’ questa cosa della percentuale che non capisco!
Non capisco quale sia la percentuale di felicità media mensile e da cosa dipenda.
Una cosa che capisco è che non mi sento per niente, neanche aumentando il volume.
Questo si riflette in tutto, nella mancanza di potere decisionale, nella gestualità e soprattutto nei capelli. I capelli vanno dove vogliono e si annodano in continuazione, esplicita manifestazione esterna di quello che mi passa nella testa di minuto in minuto! Cambio i codici in continuazione ed ho smesso di fare valutazioni sulla “normalità”! Lascio semplicemente che le cose vadano come devono, ecco. Per il resto mancano ancora molti giorni, soprattutto se la data non è stata decisa: se non sai quando succederà di sicuro manca ancora tanto tempo. L’unica cosa che resta da stabilire è se non sono mai stata tanto normale come ora, oppure se invece ho varcato un qualche limite e non me ne sono accorta. Intanto mi regalo delle perle di saggezza: “non litigare mai in inverno o estate, sarebbe ancora più duro da sopportare, litigare soltanto nelle mezze stagioni perché lasciano quanto meno spazio alla speranza!” Insomma cose così, consigli spiccioli che mi do e che poi presto in giro senza scopo di lucro. Nell’intento di arrivare a primavera organizzo il futuro alla men peggio senza fare piani troppo complicati che implichino scelte radicali, mica mi trasferisco al Cairo per studiare l’arabo io!
Vale la pena aprire delle parentesi?
E’ assolutamente incredibile come il mio umore con gli altri dipenda dal mio umore con te ed è assolutamente ingiusto il modo in cui riverso sul prossimo l’odio che riesci a farmi partorire.
Questo andava detto per correttezza!
Nel proseguio, altra parentesi: più che altro leggo, in generale cose che non mi piacciono, sto diventando snob in questo senso, credo. Comunque quello che leggo non mi piace anche se alquanto masochisticamente continuo, alla fine della lettura sono di umore ancora peggiore e mi viene la nausea.
Sulla sofferenza altrui credo sempre meno, sulla mia ho deciso di soprassedere anni fa.
La misantropia avanza quasi come la miopia, che tra un po’ quanto meno mi permetterà di ottenere la pensione di invalidità! Ecco, bene invalidiamo la gara fino ad ora, invalidiamo tutto! Si può ricominciare da dove mi ero lasciata perdere per favore?
La lampada dal pavimento lascia andare piccoli cristalli tutti intorno, non è la luce si badi! Sono piccoli cristalli bianchi, ognuno dei quali riesce a farmi arrabbiare, sono omogenei, sembra che cambino ma è solo un effetto ottico per cui mi arrabbio non essendoci di fatto l’effetto che credevo!
Chi da ospitalità a chi? Chi c’è nel tuo ospizio? Io no di certo visto che sono ancora qua a cercare di saltarci fuori e capire come funzionano i cristalli! Chiunque sia non penso possa piacermi.
Controlliamo bene tutto per favore! Soprattutto gli orari…essere puntuali ha sempre la sua dose d’importanza! Non abbiamo mai avuto gli stessi tempi d’esecuzione!
Lunedì vado dal medico, promesso! Tre gocce ogni due giorni! Dopo una settimana sono solo arrabbiata! Va meglio vero?
[Preciso che tutto questo non ha senso neanche per me!]
Del prima del post e delle circostanze.
Più che altro è un senso di vuoto come dopo ogni cosa importante e il rammarico per la mancanza di percezione che ho della cosa.
Alla fine son stati anni di fatica ma mi son salvata nel non averli gettati via.
Il resto è retorica.
Prima: mesi di lavoro e studio – ultime settimane trascorse tra quattro cuscini sul pavimento (la cuccia) dove spesso mi sono addormentata, freddo intenso - la stagione è micidiale e si sentiva nelle ossa della shiena – poco cibo consumato veloce sfogliando le pagine e imparando cose, notti cercando di dormire almeno all’alba e sempre le stesse canzoni, un codice sul pavimento, uno vicino al letto per non correre il rischio di dimenticare. Tantissimo amore tantissimo! Il restare svegli era la scommessa giornaliera, non perdere la direzione la cosa più difficile…..tantissimo amore dinuovo ……
Intermezzo: Natale – Capodanno – 6 gennaio e via discorrendo: un cinema, due film e il ragazzo del supermercato, qualcuno da pensare vicino all’oceano tra gli studi e l’acqua, lì caldo qui freddo. Acrobazie a mezz’aria terminate con un salto dalla sedia al pavimento, le braccia che si addormantavano di continuo, i messaggi al telefono e le chiamate non risposte.
Durante: solo estraneità nessun ricordo, i saldi di fine stagione e una giacca abbandonata nei camerini.
Dopo: stanchezza post bellica impregnata d’ansia. Piste su cui far scivolare tutto quanto accumulato anche se l’estraneità continua a padroneggiare. Ancora tantissimo amore!
Per ora non riesco a dire di più, se mi avessero svuotato pian piano con un cucchiaino tutto quanto c’era dentro il corpo non avrebbero fatto di meglio! Allora è questa la sensazione? Sarebbe il caso e sarebbe il momento, mancano però i soldi e la stagione è ancora brutta, fa troppo freddo – pensieri sconcertanti dalla gola – aspettami!
Abbiamo appeso il vischio sull’arco della porta e bevuto il punch al mandarino. Abbiamo fatto queste due cose la sera che faceva più freddo di tutte e in qualche modo ero presente, credo di avere anche detto che poi ci saremmo dati i baci sotto l’arco.
Il mattino seguente mi sono svegliata chiedendomi se fosse Carnevale o piuttosto si stesse avvicinando la Pasqua e in questo secondo caso mi sembrava facesse ancora troppo freddo dentro casa! Credo che il mio cervello si stia lentamente dissociando, non so bene come vadano a finire alla lunga questi processi. Ora alterno momenti e momenti, per lo più continuo a ripetere formule e recitare cantilene in via automatica e tutto il resto è di contorno. Mi cresceranno le squame e la coda? La pelle sta scrostandosi come l’intonaco di una vecchia casa umida. Quando uno è bizzarro fa cose che a lui sembrano normali e vede con una lucidità impressionante tutte le stranezze degli altri.
L’amore che mi circonda in questo periodo è come una stanza imbottita di cuscini, attutisce i colpi e a volte fa dormire tranquilli, con la schiena appoggiata alla parete e le gambe lunghe sul pavimento, come le bambole di pezza senza l’anima.
L’amore è una cosa meravigliosa! L’amore a volte è necessario per sopravvivere! Io ne attingo giornalmente come se fosse un siero magico, l’aloe pura che aiuta il sistema immunitario!
Farò i biscotti all’arancia, con i chiodi di garofano e la cannella, farò le cose che si devono fare, quelle giuste e sensate, parlerò solo quando interpellata e prima di dormire accenderò una lampada azzurra.
Aspetterò con i biscotti all’arancio e cannella in mezzo alla tavola, il vischio sopra l’arco e Frank che canta O Holy Night ...chiedendomi se sia Carnevale!
La Polo comunista ha i fari rotti e i tergicristalli incrostati. Questo non aiuta la visibilità.
Fuori piove e il sospetto che stiano funzionando solo le luci di posizione rimane.
Tra i due lati della carreggiati i fossati da cui si solleva la nebbia configurano una sorta di limite invalicabile per la Polo comunista che si sposta zizagando, per andare diritti occorrerebbe controsterzare a destra cercando di riequilibrare l’assetto distorto delle ruote o qualche faccenda meccanica del genere.
Ci sono tanti tipi di situazioni di viaggio, quallo sulla Polo comunista è per avventurieri, non pone limiti alla provvidenza nè tempi di percorrenza medi o massimi, sulla Polo si va e basta.
Una volta facevamo funzionare la radio su un canale rock della Bassa e cantavamo sotto per dimenticare su cosa ci trovavamo e tutto era bellissimo, con la maniglia aprivamo il finestrino sul tetto e guardavamo le nuvole intonando Tom Waits. Un giorno la radio tacque ed ora ci consoliamo iniziando lunghe discussioni sull’opportunità di stampare le facce degli autori della Bit Generation sulle t-shirt. Tutto questo mentre la Polo comunista arranca tra le curve e i rettilinei di umidità e l’odore dei mozziconi abbandonati tra i sedili diventa sempre più intenso.
Mentre svolto a destra, sperando in un miglioramento della visibilità, penso che un giorno tutto questo mi mancherà, penso come anche guidare la Polo comunista sia un indiscutibile segno di libertà che ci è ancora concessa. Siamo ancora pieni di polvere e colori, in fin dei conti siamo ancora spettinati, a volte sì, a volte mettiamo le divise belle lucide e le scarpe nere intonate e la cravatta, ma solo a volte. Sulla Polo invece il tempo è ancora quello dell’università, di tre –quattro anni fa, delle corse per stampare la tesi, all’ultima ora dell’ultimo giorno, dei pomeriggi a guidare nella campagna per cercare i girasoli e dei “Mondiali del 2002”.
Spengo il motore, leggo il cartello, cerco invano il discorario, scarabocchio l’ora d’arrivo su un vecchio biglietto trovato sul pavimento – 2001 Emir Kusturica “Super8 Stories”
Quando parlo di noi parlo al passato. Immagino che questa sia la causa della malinconia.
Se solo non nevicasse!
Quando parlo di noi le frasi si formano nello stomaco e nelle mani, si formano dal collo in giù ma mai mai, neanche una volta arrivano dalla testa!
Cosa dico? Cerco di essere obbiettiva....racconto cose tra me e me per dipingerle sempre, non voglio correre il rischio che si sbiadiscano, sai la muffa, i ricordi....io invece voglio continuare ad essere obbiettiva. Solo “cose” come “essere belli quando si è insieme”, guardarti camminare da dietro senza farsi vedere, il tuo profilo sul vetro, gli occhi sopra lo schermo, cose così. La più bella? Dei momenti credo o frasi che non se ne vogliono andare, dette con incoscienza, quelle frasi che cambiano il corso delle questioni senza averne l’intenzione....”sei blu – niente- siamo felici – Roma – da impazzire – nessuno – nessuna –“ frammenti che non se ne vanno, galleggiano tra il sangue e le molecole.
Cosa dico? Cerco di essere obbiettiva....racconto cose tra me e me per dipingerle sempre, non voglio correre il rischio che si sbiadiscano, sai la muffa, i ricordi....io invece voglio continuare ad essere obbiettiva. Solo “cose” come “essere belli quando si è insieme”, guardarti camminare da dietro senza farsi vedere, il tuo profilo sul vetro, gli occhi sopra lo schermo, cose così. La più bella? Dei momenti credo o frasi che non se ne vogliono andare, dette con incoscienza, quelle frasi che cambiano il corso delle questioni senza averne l’intenzione....”sei blu – niente- siamo felici – Roma – da impazzire – nessuno – nessuna –“ frammenti che non se ne vanno, galleggiano tra il sangue e le molecole.
Quando penso a queste cose penso al passato.
L’autostrada scorre che è una bellezza ma se solo non nevicasse!
Accendo la lampada che sa di sale, bevo un te al mandarino, infilo le calze di lana e guardo fuori – tutto automatico ad una certa ora - facendo un calcolo approssimativo dovrebbe essere più o meno in questo momento – più o meno adesso non c’è la solita distanza tra di noi, niente chilometri mille, niente! L’autostrada scorre che è una bellezza – quasi sempre!
Voglio dire delle cose su di me
Delle cose serie, che contano. E' un periodo strano questo. Pensavo di dover sopravvivere, che sarebbe stato tra i peggiori, drammaticamente operosi e circoscritti della mia vita, invece si sta rivelando interessante. Per alcuni versi circoscritto lo è: gli ambienti sono piuttosto contenuti, la mia vita da settembre si svolge in tre quattro fondali definiti, sempre uguali e solidi, ma va bene così. Ho bisogno di protezione, di stare circondata da oggetti che conosco, una tana di mobili e cianfrusaglie che hanno senso. Per quanto riguarda la musica, molto i Trevis direi e quel genere di pop inglese post Thatcheriano tutto sommato ottimista. Perdo molti capelli, cosa imputabile alla stagione o alle scarse ore di sonno.
Di questo sento un po' la mancanza a dire il vero, del sonno, che ormai le notti in cui riesco a raggiungere una fase rem decente le festeggio la mattina con cappuccini al latte di riso!
Sono drammaticamente ottimista su alcune questioni e mi piaccio per altre: per l'indipendenza che sono riuscita a guadagnarmi, il fosforo che tutto sommato assimilo bene e il cervello ancora funziona e poi e poi ...
Ho ritrovato il bene di una persona tutto d'un fiato, inaspettatamente! L'ho ritrovato senza cercarlo, come conseguenza naturale di un fiume di cose accadute e tanta violenza reciproca. Non so cosa voglia dire, è nuovo e strano, per ora è come un vortice d'aria calda intorno al corpo che mi lascia immobile ma mi piace. E' come tirare un sospiro di sollievo e fermarsi a guardare il mare. Non il mio ma il suo, questa volta è il suo. Le cose difficili da creare sono le più solide! sarà vero? "Puoi mettere insieme due mattoni e farli cantare!" sarà vero? Lascio spazi vuoti tra un interrogativo e l'altro, spazi appositamente bianchi per la curiosità di vedere che forma prenderanno. Per il resto mi limito ad ascoltare.
Delle cose serie, che contano. E' un periodo strano questo. Pensavo di dover sopravvivere, che sarebbe stato tra i peggiori, drammaticamente operosi e circoscritti della mia vita, invece si sta rivelando interessante. Per alcuni versi circoscritto lo è: gli ambienti sono piuttosto contenuti, la mia vita da settembre si svolge in tre quattro fondali definiti, sempre uguali e solidi, ma va bene così. Ho bisogno di protezione, di stare circondata da oggetti che conosco, una tana di mobili e cianfrusaglie che hanno senso. Per quanto riguarda la musica, molto i Trevis direi e quel genere di pop inglese post Thatcheriano tutto sommato ottimista. Perdo molti capelli, cosa imputabile alla stagione o alle scarse ore di sonno.
Di questo sento un po' la mancanza a dire il vero, del sonno, che ormai le notti in cui riesco a raggiungere una fase rem decente le festeggio la mattina con cappuccini al latte di riso!
Sono drammaticamente ottimista su alcune questioni e mi piaccio per altre: per l'indipendenza che sono riuscita a guadagnarmi, il fosforo che tutto sommato assimilo bene e il cervello ancora funziona e poi e poi ...
Ho ritrovato il bene di una persona tutto d'un fiato, inaspettatamente! L'ho ritrovato senza cercarlo, come conseguenza naturale di un fiume di cose accadute e tanta violenza reciproca. Non so cosa voglia dire, è nuovo e strano, per ora è come un vortice d'aria calda intorno al corpo che mi lascia immobile ma mi piace. E' come tirare un sospiro di sollievo e fermarsi a guardare il mare. Non il mio ma il suo, questa volta è il suo. Le cose difficili da creare sono le più solide! sarà vero? "Puoi mettere insieme due mattoni e farli cantare!" sarà vero? Lascio spazi vuoti tra un interrogativo e l'altro, spazi appositamente bianchi per la curiosità di vedere che forma prenderanno. Per il resto mi limito ad ascoltare.
Questa volta si capisce!
Causa una serie di coincidenze sto meditando sul fatto che ultimamente ho smesso di cercare la rissa di prima mattina con le commesse e gli impiegati che affollano le caffetterie, occupando spazio. Mi chiedo cosa stia cambiando.
Credo non sia una questione di improvvisa tolleranza "after eight", assolutamente! Cioè i sintomi del risveglio traumatico io continuo ad averli eccome...insomma considerando che da settembre il mio cervello mi concede una media di tre-quattro ore di sonno a notte, altro che trauma post sveglia! no no....è che secondo me ormai sono rassegnata! Drammaticamente inesorabilmente rassegnata al fatto che gli altri esseri umani occupano dello spazio! Per forza! Inomma non ci si può fare niente. Anche io occupo dello spazio ma in qualche modo credo di farlo discretamente, ho uno space bon ton non comune. Non mi considero comunque agorafobica, sono più che altro le invasioni a scioccarmi! Cioè insomma soprattutto quando prendo il caffè, questo va detto, perchè non è un dettaglio, nel complesso dell'obbligazione che si viene a creare: - barista da il caffè a fronte del pagamento del prezzo- ecco ci dovrebbero essere delle prestazioni accessorie, che ne son del tipo: però deve assicurarsi che tu possa gustarlo in santa pace- ed il più delle volte questo non avviene. Dall'istante in cui varchi la soglia della caffetteria vedi tutto lo spazio vicino al bancone occupato e questo già provoca ansia e cattivi presagi. Poi la coda per l'ordinazione e la gente ha sempre questa mania di parlare forte, perchè deve ascoltarSi ascoltarSi tra tutti gli altri, "ELEVAZIONE" è il principio cardine della questione, mania di protagonismo...insomma capite? Di prima mattina! E poi ti costringono ad una vicinanza coatta, perchè o ti avvicini o sei fuori, voglio dire, il caffè lo vuoi giusto? Allora ti tocca il quasicontatto con estranei che a scegliere manco con le molle...estranei che abbondano di profumi dolciastri inquinanti! Stomachevole! Di prima mattina! Io cerco un angolino, mica chilometri, qualche centimetro quadrato e lì, simulando tranquillità, mi disgusto per lo spazio che tutta questa gente occupa inutilmente ed allora mi vengono in mente tutta una serie di possibili rimedi, per i quali rimando a delle letture consigliate (Ndr: GLAMORAMA - B.E. Ellis. Einaudi 2002). E questi inizi poi solitamente sono deleteri, lasciano degli strascichi perturbanti per il resto della giornata, per cui mal tollero qualsiasi contatto fisico imposto. Ma nella costituzione io ci ho pure guardato: libertà di pensiero, parola, opinione, stampa, diritto al lavoro,salute, sì giuto un breve accenno all'integrità fisica ma non può dirsi sufficiente! Io voglio il DIRITTO ALLO SPAZIO; la LIBERTA' DI CONTATTO, voglio scegliere chi toccare, come dove quando...e basta!
In tutto questo comunque una cosa va detta: le commesse a Milano lo stipendio se lo meritano tutto!
Questa nascita è stata la conseguenza di una sostituzione.
“Ciao! cercherò! proverò! non credo! però...”
Le conseguenze non si scelgono ma la nascita è stata una mia idea per smetterla di lamentarmi in silenzio! Quante pagine riempite dopo? Circa un centinaio di scarabocchi, a metterli insieme ne farei un libro quasi decente.
Da che parte inizio a raccontare la storia? Da quella in cui dico che non avevamo mai smesso di sorprenderci?
Bussi alla porta un giorno di un anno dopo, come Milano non c’era niente!
“Quando sono con te sono bello!” e cose così...
In tutto questo come sempre le parole sono pochissime, ma questa volta ci stanno bene dove le mettiamo e le lasciamo cadere. Questa volta combaciano tempi e pause e parliamo di cose che hanno senso. Non sono più una bella persona, allora sì, lo ero, seduti in macchina di fronte ai binari con la pioggia e tutto il contorno di malinconia, mi dicevi solo che ero una bella persona e io cambiavo le frequenze della radio che trasmetteva stonate romanticherie. Non mi piaceva sentirtelo dire e non mi piaceva la mancanza di tutto quello che avrei voluto e del dopo. Non ho pianto neanche all’aeroporto, né tutte le volte nelle altre stazioni, mi sono sempre rifiutata di piangere perché mica c’è un sollievo per ogni cosa! E certe pratiche, quando proprio non hanno senso, è bene lasciarle a chi sa cosa farsene! Io delle lacrime non avrei saputo come disporre, neanche in tasca potevo portarle perché sarebbero state ingombranti. Ed ora parlami quanto vuoi, parlami delle cose che pensavamo di quando non chiamavo e delle aspettative. Io ti dirò dei miei sospetti e della corrispondenza che cercavo affannosamente nei parchi d’inverno, sotto le statue e tra le fontane dalle foglie gialle, ti dirò di tutte quelle altre lettere e parole dette a casaccio per fare bella figura con me stessa. “Quando sono con te sono bello”...lo pensano tutti sai?
Angels with dirty faces, Disappear with out traces
Non sono riuscita a crescere abbastanza
Non sono abbastanza alta per guardarti da una posizione privilegiata.
Eccome no! Pensi che siano scoppiate tutte le bolle che ci giravano intorno e cercavamo di afferrare? Quando le raggiungi non resta che il pulviscolo di sapone!
Non sono abbastanza alta per assicurarti che sia giusto così, che è così che bisogna fare . La mia è sola una linea di condotta neanche tanto retta. Sono la prima che si perde in inutili saliscendi e per essere fedeli occorre la coerenza. Fedele non lo son mai stata!
Non sono abbastanza alta per assicurarti che sia giusto così, che è così che bisogna fare . La mia è sola una linea di condotta neanche tanto retta. Sono la prima che si perde in inutili saliscendi e per essere fedeli occorre la coerenza. Fedele non lo son mai stata!
E’così che va veramente? Nessuna traccia, niente? Le persone sono presuntuose, pensano di conoscerti per quello che hanno davanti al piatto, sono presuntuose. Ed io? Io pure lo sono stata? Ti conscevo?
Angels with dirty faces, Disappear with out traces
Non ho bisogno di adulatori, non ne hai neanche tu, saremmo disonesti non trovi?
Quanti significati pensi di trovare dietro il buio? Lo so che leggi e ricerchi ma tutte le cose che diciamo vogliono per forza dire qualcosa?
Quanti significati pensi di trovare dietro il buio? Lo so che leggi e ricerchi ma tutte le cose che diciamo vogliono per forza dire qualcosa?
Mi mancano le caramelle sul comodino e le bolle di sapone, mi mancano i mari fatti di cartapesta blu, dove infilarsi pensando di stare a galla.
Angels with dirty faces, Disappear with out traces
Someone talk to me now
Energy won’t move me
Ocenas, oceans won’t soothe me
La sciarpa a righe in vetrina costa duecentoeuro ma sarà cachemire?
(Quasi quasi mi trasferisco ed imparo il fiammingo)
"Non posso aprire le finestre, se le apro i vetri cadono sul pavimento, il legno è marcio, non si riese a rifissarli, ci sono dei cellophane intorno, non apriamo, creiamo della corrente da un abbaiono al terrazzo, il lavandino è al piano di sotto, ho fatto montare una mensola creando un ripiano per cucinare.
"Da quando ho le chiavi della cantina va meglio, posso scendere ad individuare i tubi rotti ogni volta che manca l'acqua, li riparo e mi arrampico a riaccendere il motorino"
"Abbiamo potuto mettere le mattonelle in cucina, mancava il pavimento appena entrati. [...]Dovevamo restarci tre mesi, alla ditta avevano detto che era questione di tre mesi" - quattro anni dopo-
"Era un'operazione da nulla, il menisco, a pensarci potevo tenerlo com'era [...] Dicono che con le dorsali è facile sbagliare, il dolore è stato talmente forte che ho stretto i denti fino a romperli tutti. Posso stare in piedi solo per pochi minuti [...] Il peggio è stato le prime volte, quando sentivo di essermela fatta addosso e non potevo controllarlo"
"La medicina non è una scienza esatta"
"Siete fortunati fortunati fortunati fortunati, siete fortunati fortunati fortunati"
"I mutui non li erogano se non hai delle garanzie[...] la laurea tre lingue master e speciallizzazione[...] a tempo determinato, i mutui non li erogano se non hai delle garanzie"
"La libertà di stampa., di parola, il diritto alla casa, il pane quotidiano" - dal pulpito d'oro col microfono in mano - vaffanculovà!
Italia 2005
(Quasi quasi mi trasferisco ed imparo il fiammingo)
"Non posso aprire le finestre, se le apro i vetri cadono sul pavimento, il legno è marcio, non si riese a rifissarli, ci sono dei cellophane intorno, non apriamo, creiamo della corrente da un abbaiono al terrazzo, il lavandino è al piano di sotto, ho fatto montare una mensola creando un ripiano per cucinare.
"Da quando ho le chiavi della cantina va meglio, posso scendere ad individuare i tubi rotti ogni volta che manca l'acqua, li riparo e mi arrampico a riaccendere il motorino"
"Abbiamo potuto mettere le mattonelle in cucina, mancava il pavimento appena entrati. [...]Dovevamo restarci tre mesi, alla ditta avevano detto che era questione di tre mesi" - quattro anni dopo-
"Era un'operazione da nulla, il menisco, a pensarci potevo tenerlo com'era [...] Dicono che con le dorsali è facile sbagliare, il dolore è stato talmente forte che ho stretto i denti fino a romperli tutti. Posso stare in piedi solo per pochi minuti [...] Il peggio è stato le prime volte, quando sentivo di essermela fatta addosso e non potevo controllarlo"
"La medicina non è una scienza esatta"
"Siete fortunati fortunati fortunati fortunati, siete fortunati fortunati fortunati"
"I mutui non li erogano se non hai delle garanzie[...] la laurea tre lingue master e speciallizzazione[...] a tempo determinato, i mutui non li erogano se non hai delle garanzie"
"La libertà di stampa., di parola, il diritto alla casa, il pane quotidiano" - dal pulpito d'oro col microfono in mano - vaffanculovà!
Italia 2005
Nel luglio del 1994 per la prima volta vidi Mirò a Madrid, in un torrido pomeriggio di corridoi al Reina Sofia. Fu la prima volta in cui pensai che non avrei mai più visto niente di così bello, mi sbagliavo. Forse perché a quel tempo l’unico desiderio che avevo era raggiungere il massimo di intensità con il minimo di mezzi, non lo so, il fatto è che poi qualcosa di bello lo rividi a pochi mesi di distanza e non ebbi neanche il tempo di farlo maturare nel mio spirito. Crebbe istantaneamente e rabbiosamente e dopo non ci fu niente di uguale. Quella sì fu la volta decisiva: un pezzo di filo può dare inizio ad un mondo, poco importa che il quadro sia distrutto, l’arte può morire.
Due anni dopo avrei rivisto Mirò e non sarebbe più stata la stessa cosa, due anni dopo i quadri non mi parlavano o forse io non avevo voglia di ascoltare. Due anni dopo pensai che se fossi riuscita a vivere quell’assenza in quel momento, se ce l’avessi fatta a far passare il tempo, allora sarei stata invulnerabile.
Allora per far girare tutto non serviva chiudere gli occhi, andavamo velocissimi, non avevamo le prove di niente ma non importava, prendevamo per mano solo i secondi ma non importava.
Perdonare perdonare è diventata un’abitudine, dopo. ...perdonarsi perchè non guarderai mai lei come...per i dubbi che ti creo, perdonami!
Così se mi vesto cerco di non indossare l’ansia e ripiego i capelli dietro alle orecchie, ogni mattina, ascolto anche se vedo cose che non mi piacciono, ascolto e rinuncio a dire la mia.
Se appoggio la mia mano su di te, adesso, se ti tocco la schiena con la mano è fredda!
Del testamento.
Non so se alla fine spetta una ricompensa ecco con tutto, perché se una giustizia c’è allora a me devono dare un sacco di soldi a titolo di risarcimento danni.
Copriti le spalle con lo scialle di lana nera ed accendi le candele ai morti come nel medioevo, all’inizio di questa promessa pensavi che le cose sarebbero state più semplici ed invece ci sono state tante perdite e di tre anni se ne son fatti saltar fuori almeno una dozzina. Ognuno di noi deve crescere, destrutturare il proprio sistema , ma le credenza si fanno sempre più vive e le perdite sempre più ingenti.
Quanta fatica quanta abbandonare i cadaveri per la strada e tirare avanti come se nulla fosse accaduto! Quanta fatica quanta non sentire più le dita che corrono lungo la schiena livida di sculture! Quanta fatica quanta impedire di essere colpiti, schivare i colpi e far finta che la ferita si rimargini mentre ancora sanguina!
Quanta fatica l’intangibilità della memoria che diventa sempre più piena di cose e l’anima non le sopporta, ad un certo punto, arriva quel momento in cui proprio non le sopporta e si spaventa di se stessa, non sono più gli altri allora me è l’anima a farsi paura, per le cose che ha da dire, troppe. Pensami la notte quanto non dormo e ti penso e la notte sognami se proprio vuoi!
Quanta fatica quanta a non dormire e lasciare solo che gli occhi si chiudano per aspettare che il disco riprenda a suonare. Valgono le promesse se nessuno le ascolta?
Quanta fatica quanta a non dormire e lasciare solo che gli occhi si chiudano per aspettare che il disco riprenda a suonare. Valgono le promesse se nessuno le ascolta?
Chi se la porta addosso la fatica cammina lo stesso ma ha il cuore gobbo e pesante, non si vede ma è così!
Era l’estate del 200.. e noi si era noleggiata quella specie di macchina per il giro d’aria . Ricordi che dovevamo .....e beh insomma il tale amico dell’altro tale ci aveva detto della macchina.
Era l’estate del 200... e le foglie erano cadute presto, come dire che quell’anno non ce n’era stato neanche per loro di tempo a sufficienza. Avevamo montato la macchinetta vicino alla confluenza delle strade, quella principale e le nostre, assicurandola bene sul pavimento. Poi tu mi avevi detto che sarebbe stato più prudente il comando a distanza ma quello non l’avevano ancora sperimentato, così mi ero offerta io di accendere e scappare subito dietro l’angolo della casa di lei, dove stavi accartocciato tu come una specie di Quasimodo.
Allora io cercavo di capire il funzionamento, prima tasto destro poi parte il motorino...ancora qualche secondo e l’odore dello zolfo che usciva prepotente!
Scappavo dietro l’angolo come da accordi e tu già non c’eri più ma in quel momento non era importante. C’erano due tre venti diversi che confluivano nelle strade facendo il loro dovere, io sempre lì sul marciapiede guardavo con l’intenzione di non andarmene, tutta quell’aria in qualche modo mi avrebbe salvata...
Scappavo dietro l’angolo come da accordi e tu già non c’eri più ma in quel momento non era importante. C’erano due tre venti diversi che confluivano nelle strade facendo il loro dovere, io sempre lì sul marciapiede guardavo con l’intenzione di non andarmene, tutta quell’aria in qualche modo mi avrebbe salvata...
Che poi è un po’ la stessa cosa: svegliarsi, dimenticare, stordirsi, spiegare, capita a tutti ed è sempre un po’ la medesima sensazione di medicine nello stomaco.
Il freddo arriva con la maggiore età, senza che uno lo decida, arriva e basta ed un giorno ti svegli che le cose hanno meno importanza e si dimenticano prima e basta, così semplicemente, il freddo arriva senza che in effetti sia passata nessuna stagione, solo perché si sono giocati tornei e perso partite ed allora non so, sarà carenza di sali minerali, sarà che non è più una partita a due questa, che i giocatori si cambiano continuamente di posto ed occorre stare attenti .
Mi sorprendo per la capacità di analisi critica delle situazioni ma non per le tecniche di reazione alquanto carenti.
Man mano che un personaggio ritrova il suo tempo l’altro sfugge al proprio, la macchina da presa si agita proprio come in un film del miglior Lynch e non sai più dove guardare.
In tutto questo la chiarezza arriva la notte quando ti rendi conto
First you like to talk
Then you like to come around
Then you like to walk
Then you wanna get down
Then you like to come around
Then you like to walk
Then you wanna get down
ti rendi conto che andandosene si ha solo l’illusione di portare via tutto
ci sono sempre delle cose dimenticate in qua e in là
Then you light a cigarette
Then you tell me no regrets
Then you tell me no regrets
ed è la notte che girandoti ti accorgi della cosa dimenticata
senti il caldo ormai lontano salire piano e la faccia schiacciarsi sulla sabbia
sono una donna determinata, prendo il sole dai mie occhi
Quello che voglio dire è che le donne della mia famiglia sono strane. Pare che la mia bis bis nonna fosse rimasta cieca per aver pestato un serpentello, cieca dallo spavento. Questa leggenda mi affascina immensamente. La bis nonna coltivava campi e figli tutta sola, dieci ne ha tirati su e non ha mai dato le dimissioni né si è rassegnata, neanche quando hanno deciso che aveva una gamba di troppo e glie l’hanno portata via. Una donna dal cervello fino ed arguto campata quasi cent’anni con questi dieci figli alle dipendenze che si son arrangiati come potevano e il marito infoibato chissà dove che a quei tempi non scherzavano per niente. Mia nonna era un po’ la capobanda, si svegliava prima di tutti e dava le punizioni. Ancora oggi le è rimasta questa cosa del comando, un’attitudine che pare non passare ma che anzi con gli anni cresce proporzionalmente alla sciatica e ai reumatismi.
Quello che sto cercando di dire è che la mia famiglia è sempre stata un po’ matriarcale e le donne han fatto il bello e cattivo tempo inventandosi piccoli sotterfugi e stratagemmi. Tra i vapori delle pentole nella piccola cucina, tra biscotti per i matrimoni e amaretti per i funerali, le ho sempre viste parlare fitto a bassa voce e tirar fuori dagli angoli più nascosti dei solai sacchetti con piccoli tesori. Cose custodite e occultate scrupolosamente perché la guerra insegna anche questo. Si son fatti piani degni dei servizi segreti e la politica ha sempre avuto un partito comune e alleanze sincere. Mi piacciono le donne della mia famiglia perché sono intelligenti di quell’intelligenza fatta di tante culture assieme e non si lagnano mai e sanno riparare tutto da sole, sempre, come se non fosse mai abbastanza grave, la rottura. Piangono poco le donne della mia famiglia, in pubblico intendo, che se proprio gli scappa di farlo credo che lo facciano da dentro, dove nessuno le vede, con quel loro silenzio dignitoso ed austero e gli occhi fissi avanti, perché non è mai abbastanza grave.
L'indomito rivolgersi al tempo che fugge incontro alla fuliggine grigia come il cielo.
Questa estate di consapevolezze e nuvole basse che corrono in tutte le direzioni non è mai cominciata o forse era solo un preludio. Mi aspetto delle cose che interpreto nei sogni che passano la notte come i film sugli schermi nelle piazze, le sere di quest'estate dove si scappa a ripararsi ai bordi dei marciapiedi e si guadano torrenti con i piedi sempre umidi. Sogno un festival lontano di cui ho sentito parlare dove c'era della gente e della musica e tende e tutte quelle cose da "alcuni anni fa..." Incontro familiarità e pacche sulle spalle per il " quanto sei cambiata " rinsecchita come gli alberi del viale, gialli prima del tempo, per cui il sindaco ha chiamato il dottore da lontano, il dottore dei tigli. Le nuovole sono così sorprendentemente basse e dall'aeroporto le tocco se alzo il braccio e mi passano sopra come il resto, passa tutto! E' passata anche un'astronave e l'Arca di Noè, è passato questo mese, l'innaugurazione della Sore, il tormentone, i parenti, è passato il maetsrale che ci ha fatti volare quasi fin sulla punta del confine, tante volte come in questo preludio d'estate. A richiesta on the air Travis tante e ancora tante volte. Presentami la sostanza e spiegami le ripetizioni di questa solita melodia....Still I can't close my eyes. I'm seeing a tunnel at the end of all these lights. Sunny days Where have you gone?...Why does it always rain on me?
Quando il filo conduttore sono i distributori sui binari
Inizio che la mattina devo partire presto, alzarmi quando non mi alzo mai e quell'ora in bici per le strade sembra che sia come prima dello spettacolo, solo macchinisti e addetti alla sorveglianza, a quell'ora ci incrociamo in pochi e l'aria che non è ancora calda e in bici per le strade si va che è una meraviglia. Poi sul binario vedo questo distributore e ci lascio le monetine senza niente in cambio, paziento e corro via. Come si sa la stazione di Bologna è la mia preferita, anche quando cambiano i bagni e nessuno li trova più, sto in piedi nel mezzo tra il terzo vagone e le mamme con i bambini nella pancia. Qualche ora o poco più, come dicevo la beatitudine è qualcosa che arriva quando meno te l’aspetti e ti coinvolge così, solo perché c’è Venezia dall’altra parte, solo perché il sole scalda ma non tanto da bruciare e la gente non corre e si ferma a guardare, come se ci fosse tanto tempo, finalmente. La beatitudine non trova senso e non chiede spiegazioni, arriva ed è come una massaggio allo stomaco, un messaggio nella bottiglia trovato dopo tanto tempo. Seduta sui gradini la beatitudine guarda il canale e vi parlate per un po’, uno scambio di battute asciutto e lineare, tanto per intendersi: “…ti rivedrò?” di nuovo questa frase nell’aria, la bella Signora solleva lo sguardo e si infila i soldi in tasca.
Una foto a cartolina, quello che conta è l’atmosfera, il resto è relativo. L’esperienza è l’occasione per l’uomo di rispolverare la proprie idee e comunque non è possibile conoscere al di là dell’opinione.
Ci sarebbero delle obiezioni: come dire che c’è troppa angoscia, o spreco di denaro, si potrebbe azzardare che forse si poteva far di più, ma quello che conta è l’atmosfera. Nella Biennale come in un posto da ogni parte del mondo, tutte le lingue, tutti i Paesi, volti sconosciuti che ricordano vecchi amici lasciati ma mai dimenticati e saranno diversi anche loro adesso. Quanto eravamo artisti quando pensavamo di esserlo, quanto sentivamo le cose e tutto era una scusa per perdersi con la speranza di non ritrovarsi più. Dentro i tramonti e le sere fredde, eravamo parte di quello che c’era intorno perché tutto era possibile. La Biennale è così, questo posto in tutti i posti e nessuna lingua ufficiale, questo tornare indietro a cinque anni fa.
Non è triste questo, anche se c’è troppa angoscia, …A volte si desidera solo sparire…mi chiedo se questo lo sia o no, ma è l’atmosfera che conta in ogni caso.
Per i distributori sui binari bisognerebbe scrivere un capitolo a parte pieno zeppo di frasi sulle coincidenze e significati nascosti, che tanto un qualcosa di casuale nelle cose lo si trova sempre, pure parlando dei calci sospesi a mezz’aria. Abbandono quest’idea, fa caldo, troppo, c’è ancora luce e da qua i tramonti non si vedono, ma sono senza dubbio loro il filo conduttore di tutta questa storia: i distributori sui binari.
Le vite delle persone sono strane, più dei film, delle canzoni, sono strane più di tutto.
La mia è grottesca, soprattutto quando dormo, nei sogni riproduco episodi del giorno che mescolo tra loro con un'attività onirica impressionante, da riempire d'orgoglio il dott. Freud, nei sogni sono sincera e vigile, come se riempissi gli spazi che lascio vuoti, come se i calcoli tornassero in un certo senso. Ho delle illuminazioni eccezionali tanto da stravolgere qualsiasi teoria aristotelica in materia. Mentre sogno vedo, ascolto, percepisco ... mi chiedo se sia vero che tra i sogni alcuni siano le cause, altri segni di quel che capita al corpo, so però che gli stimoli che si producono di giorno, a meno che non siano molto grandi e forti, per lo più sfuggono di mano. Nel sonno succede il contrario, perché anche i piccoli stimoli sembrano grandi.
Detto ciò torno a ribadire che le vite delle persone sono strane. Mi guardo in giro e vedo dei gran casini, nel senso di zero regolarità in tutti. C’era un periodo in cui io ed un mio amico si ambiva ad essere “ordinary guy”, non ci siamo mai neanche andati vicini! Il fatto è che a volte penso di aver già visto troppo e si badi non è presunzione. “Full of life” scriveva Fante, ma quella era una cosa diversa. A volte perdo il senso di me stessa, mi abbandono in un angolo e mi dimentico dove mi sono lasciata, poi ascolto Shéhérazade di stelle e vento ed improvvisamente mi ritrovo seduta sui gradini del Duomo, ripetendomi che questa no, non posso essere io e cercando il senso degli ultimi mesi. Non sono queste le cose che si sognavano credo, ma forse è vero, poteva andare peggio. Non è questa la vita che si pensava e in un certo senso ho la sensazione di essere stata presa in giro, una truffa ben architettata, non c’è che dire. Non sono fiera di questo Stato - si può dire -? Non sono fiera del Paese dove vivo, della politica, della sanità, delle vetrine dei negozi, dei Tribunali, non sono fiera. Riprendo in mano vecchi indirizzi con tanti codici diversi e lontani e penso, penso quando è stato esattamente che mi sono lasciata convincere!
Girogirotondoooo….
Trentacinque gradi dopo trentacinque anni, l’autista mangia il gelato e ci porta in giro sul tram vuoto fino a dove bisogna arrivare. Scendiamo prendendo la direzione sbagliata, scendo e non guardo bene dove vado così facciamo dei girotondi lunghi quasi un’ora.
Soste all’ombra dove possibile, chiedo delle indicazioni un po’ a caso, mi arrampico sulle scale ripide cercando di non cadere.
Entrare uscire ancora entrare
Il primo giorno fa molto caldo, trentacinque gradi dopo trentacinque anni, il secondo metto la felpa.
Appuntamento davanti al Rijks Museum alle dieci del mattino o giù di lì!
Baci abbracci “son più vecchia io o te? “ camminiamo ancora, camminiamo tutto il tempo ponti e canali e case sempre le stesse, sempre uguali. Perdiamo spesso il senso, non solo questa volta, l’avremmo perso anche in seguito, quasi ogni giorno ma soprattutto la sera.
Si parla di cose successe, di minestre cucinate la domenica e guai combinati le sere d’afa, si parla dell’”eravamo all’università” e del “facevamo, sì facevamo”. Un po’ mi viene la malinconia, perché era bello, perché c’erano molti più colori e sì, allora i topi ballavano davvero!
Poi entriamo nella casa di Annina che è vuota e c’è tutto un gran raccontare anche se alla fin, fine è vuota. A me viene comunque un po’ di commozione in due momenti ma mi vergogno e la ricaccio giù! Attraversiamo ancora ponti e facciamo anche delle foto e ci sono sempre gli spettacolini in piazza, davanti a B&McK legal firm, che alla fine li conosciamo tutti ma il mio preferito è quello che si arrampica palleggiando sul lampione, perché non lo saprò fare mai!
Il vento secca le lenti a contatto e i capelli, il vento fa bene alle anime e fa sentire più puliti, come se
portasse via i giorni di prima.
Mangiamo bistecche monumentali nelle steak houses ed entriamo nei MacDonald per usare il bagno senza dare la mancia.
I tram passano lenti, le biciclette velocissime, noi sempre piano ma sempre camminando. Suonano ovunque molta disco music che il più delle volte non ci sta bene lì dov’è, fra di noi canticchiamo ritmi d’altro tipo ma occorre accontentarsi. Poi nel parco ci consumiamo un po’ al sole e io faccio una foto senza essere vista, che se se ne accorgono magari poi sono guai ed uscendo vediamo questo tipo sotto l’albero e un altro che lo guarda dalla bici, tutto così reale in un certo senso, una scena bella da avere quella, e sotto l’albero suona questo strumento che tanto etnico non è, anche se potrebbe ingannare, ma comunque il suono è il primo bello che sentiamo.
Ci sono gli americano sbarcati dai charter come in Algeria nel ’42, quando chiedevano di suonare boogie-woogie, foxtrot e le canzoni di Sinatra, americani ovunque e uno osservandoli si rassicura su tante cose.
Prima di dormire sbirciamo un po’ nelle case di fronte e confrontiamo le luci immaginando cose al di là delle finestre, immaginando i colori delle pareti, come ci piacerebbero e come invece sono. È strano ma non penso alle vite in quei momenti, non penso a chi ci abita, a cosa fa, penso solo al colore delle sue pareti, credo che questo la dica lunga.
Miei cari, le bolle sono una brutta faccenda, credetemi! uno può pensare certo che ci sia di peggio nella vita e il peggio lo si può sempre trovare in ogni cosa, il peggio tende all'infinito e va indietro indietro e il peggio del peggio non si avrà mai perchè poi ci sarà sempre qualcosa di ancora più terribile e questa è una consolazione, per fortuna. Ma le bolle restano una gran brutta faccenda!
La prima volta che le ho conosciute credo fosse al liceo o giù di lì e da allora son state compagne quasi inseparabili. Non c'è stato intruglio, crema al cortisone, antistaminico, amminoacido, stregone ed esorcismo, non c'è stato niente! Loro si sono affezionate così tanto a me che niente è riuscito a scalfirle e diamine se questa è forza di volontà! Non so cosa le renda così coraggiose e resistenti, o se piuttosto sia una specie di mia volontà , quelle cose inconsce che senza di loro mi sentirei sola, non so se qua c'entri in qualche modo la sindrome di Stoccolma, comunque io e le bolle siamo inseparabili!
La prima volta che le ho conosciute credo fosse al liceo o giù di lì e da allora son state compagne quasi inseparabili. Non c'è stato intruglio, crema al cortisone, antistaminico, amminoacido, stregone ed esorcismo, non c'è stato niente! Loro si sono affezionate così tanto a me che niente è riuscito a scalfirle e diamine se questa è forza di volontà! Non so cosa le renda così coraggiose e resistenti, o se piuttosto sia una specie di mia volontà , quelle cose inconsce che senza di loro mi sentirei sola, non so se qua c'entri in qualche modo la sindrome di Stoccolma, comunque io e le bolle siamo inseparabili!
Che a ben pensarci i primi tempi non era così, i primi tempi c'era tanta vergogna e l'assoluata necessità di coprirsi, di nasconderle come il peggiore dei segreti. E quando poi iniziava la bella stagione c'era il mare e l'ansia del mostrarsi accessoriata di bolle e c'erano i soliti bambini in spiaggia che ti chiedevano se avessi il morbillo e le mamme a tirarli via. Anni e anni di complessi, che se uno è un po' debole di spirito le bolle fanno più danni di una bocciatura in prima elementare. L'inadeguatezza e la sensazione che tutto il mondo, i media, la tv, i capi di Stato, tutti non facessero altro che parlare, giudicare, analizzare e compiangere le mie bolle. DottoriProfessoriEspertiTutti hanno prescritto decine di pomate e dopo il terzo mese di totale inefficacia, onde evitare lo scandalo del fallimento e della gaffe clinica, hanno concluso tutti allo stesso modo e con una sola diagnosi: pazzia! Ed io una volta individuato il meccanismo, li ho mandati silenziosamente a fareinculo e non ci sono neanche rimasta più male!
E potrei star qui a scrivere un trattato, mentre ne parlo ancora mi viene da piangere e no, non è malinconia, perchè questa notte le bolle son tornate da me!
Nel Piccolo Mondo Antico hanno smesso di proiettare avvenimenti da un bel po'. Si son dimenticati di cambiare la pellicola oppure, oppure non c'è nulla che valga la pena, ecco sì, dev'essere così.
Dal Piccolo Mondo Antico do notizia di un topo trovato morto nel negozio di tatuaggi sotto casa e la ragazza con le braccia dipinte si è spaventata, così ha chiamato la signora dell'enoteca che fingendosi spavalda l'ha buttato nel cassonetto....anche se il cassonetto nella via sotto casa non c'è mai stato!
Ieri nella stessa strada si sentiva l'Aida come se si fosse a Verona e tutti son rimasti zitti per qualche secondo a cercare di capire chi fosse e io qualche sospetto pure ce l'avevo ma non ho fatto nomi: omertà! Poi visto che faceva caldo hanno aperto tutti le finestre e si vedeva che non ne potevano più, così son stati costretti a guardarsi negli occhi e forse si sono pure un po' piaciuti. Io che le finestre le ho sempre tenute spalancate mi godevo lo spettacolo e ogni tanto divagavo sui panni appesi all'ultimo piano della casa occupata, non si sa se per protesta o necessità.
Al numero dodici della via del Piccolo Mondo Antico ci sta un altro mondo a parte, fatto di quelli che alle sei bevono la Malvasia anche se fa caldo e discutono del campionato anche se è finito. Gli stessi tre ore e quattro malvasia dopo urlano e maledicono il Governo e tutti quelli sulle poltronissime di pelle e cuoio e a volte, se è già passata la mezzanotte, non ti fanno dormire ma va bene così!
Nella stessa via del Piccolo Mondo Antico ci abitano un po' di persone che entrano ed escono e a volte si scavalcano a vicenda parlando le une sulle altre, perchè è blindata cone un bunker, questa via che mica ci entra qualsiasi cosa! Soprattutto i cellulari, quelli sono proprio banditi e se uno a volte non può fare a meno e gli scappa di comunicare deve arrampicarsi sulla finestra e stare tutto infuori ,così che alla fine partecipano tutti e tutti da sotto, dalla via, dicono la loro ed è una telefonata di quelle collettive, "street call"!
Le luci giapponesi, quelle son piaciute più di tutto nella via e tanti da sotto si chiedono ancora cosa effettivamente siano, la notte, quelle sfere blu, gialle e rosse dalla finestra al secondo piano e col bicchiere in mano guardano sù quell'effetto è sorprendente..........sorprendente!
Dal Piccolo Mondo Antico do notizia di un topo trovato morto nel negozio di tatuaggi sotto casa e la ragazza con le braccia dipinte si è spaventata, così ha chiamato la signora dell'enoteca che fingendosi spavalda l'ha buttato nel cassonetto....anche se il cassonetto nella via sotto casa non c'è mai stato!
Ieri nella stessa strada si sentiva l'Aida come se si fosse a Verona e tutti son rimasti zitti per qualche secondo a cercare di capire chi fosse e io qualche sospetto pure ce l'avevo ma non ho fatto nomi: omertà! Poi visto che faceva caldo hanno aperto tutti le finestre e si vedeva che non ne potevano più, così son stati costretti a guardarsi negli occhi e forse si sono pure un po' piaciuti. Io che le finestre le ho sempre tenute spalancate mi godevo lo spettacolo e ogni tanto divagavo sui panni appesi all'ultimo piano della casa occupata, non si sa se per protesta o necessità.
Al numero dodici della via del Piccolo Mondo Antico ci sta un altro mondo a parte, fatto di quelli che alle sei bevono la Malvasia anche se fa caldo e discutono del campionato anche se è finito. Gli stessi tre ore e quattro malvasia dopo urlano e maledicono il Governo e tutti quelli sulle poltronissime di pelle e cuoio e a volte, se è già passata la mezzanotte, non ti fanno dormire ma va bene così!
Nella stessa via del Piccolo Mondo Antico ci abitano un po' di persone che entrano ed escono e a volte si scavalcano a vicenda parlando le une sulle altre, perchè è blindata cone un bunker, questa via che mica ci entra qualsiasi cosa! Soprattutto i cellulari, quelli sono proprio banditi e se uno a volte non può fare a meno e gli scappa di comunicare deve arrampicarsi sulla finestra e stare tutto infuori ,così che alla fine partecipano tutti e tutti da sotto, dalla via, dicono la loro ed è una telefonata di quelle collettive, "street call"!
Le luci giapponesi, quelle son piaciute più di tutto nella via e tanti da sotto si chiedono ancora cosa effettivamente siano, la notte, quelle sfere blu, gialle e rosse dalla finestra al secondo piano e col bicchiere in mano guardano sù quell'effetto è sorprendente..........sorprendente!
Ti prendo e ti porto via...forse!
Il punto della situazione parte da un turbante di pensieri legato in testa come una mandragola, no non quella di Macchiavelli, anche se le pozioni e gli inganni fan parte di tutte le commedie. Mi arrampico su e giù dalla mia testa e quello è il punto da dove partire.
Sul resto non ne so molto, chilometri, strade e via dicendo, ma i paesaggi quelli sì, quelli li riconosco e beh sanno di promesse ed attese e immensi campi d'ansie che anni fa mi avrebbero sicuramente fatta scendere e costretta al riposo. Ci sono punti di ristoro con centrifugati di frutta esotica: li bevi e non hanno mai lo stesso sapore. Così se oggi è amaro domani chissà e bisogna essere pronti a buttar giù un po' di tutto.
Da settembre i mobili si sono spostati e hanno preso forme diverse, case diverse, un'isola che è un divano che è un'isola e il materasso sul soffitto...suonano della musica ma è solo qualcuno che ha scostato le tende e le perline suonano Satie. Poi da settembre se ne son fatte di cose e prese di decisioni, pagato dazi alle frontiere tirando su e giù i finestrini senza avere più nulla da dichiarare, nulla!
L'intervista sarà domani, domani fanno questa cosa dell'intervista e chissà le domande. "Niente di personale, niente..." ma alla fine solo il tempo lo è: impersonale! quello sì, si porta via tutto impersonificando le cose, i ricordi, tutto si porta via il tempo, si porta via anche me e la mandragola che ho in testa. La prima domanda comunque sarà generale, niente paura, una di quelle cose che la gente non vuole sapere, banalità che comunque non essendo tu un'artista è quello che ci si aspetta: banalità! leggo delle cose e mi sento banale! leggo dei curriculum e mi sento banale ancora di più...allora decido di buttarmi sul fumetto...ma questo fa di me un'adolescente postuma in crisi d'identità!
Uno esce dalla libreria con il nuovo di Melissa P.- Melissa chi? impossibile non notarlo, impossibile....riabbasso gli occhi sulla mia crisi d'identità!
Il punto della situazione parte da un turbante di pensieri legato in testa come una mandragola, no non quella di Macchiavelli, anche se le pozioni e gli inganni fan parte di tutte le commedie. Mi arrampico su e giù dalla mia testa e quello è il punto da dove partire.
Sul resto non ne so molto, chilometri, strade e via dicendo, ma i paesaggi quelli sì, quelli li riconosco e beh sanno di promesse ed attese e immensi campi d'ansie che anni fa mi avrebbero sicuramente fatta scendere e costretta al riposo. Ci sono punti di ristoro con centrifugati di frutta esotica: li bevi e non hanno mai lo stesso sapore. Così se oggi è amaro domani chissà e bisogna essere pronti a buttar giù un po' di tutto.
Da settembre i mobili si sono spostati e hanno preso forme diverse, case diverse, un'isola che è un divano che è un'isola e il materasso sul soffitto...suonano della musica ma è solo qualcuno che ha scostato le tende e le perline suonano Satie. Poi da settembre se ne son fatte di cose e prese di decisioni, pagato dazi alle frontiere tirando su e giù i finestrini senza avere più nulla da dichiarare, nulla!
L'intervista sarà domani, domani fanno questa cosa dell'intervista e chissà le domande. "Niente di personale, niente..." ma alla fine solo il tempo lo è: impersonale! quello sì, si porta via tutto impersonificando le cose, i ricordi, tutto si porta via il tempo, si porta via anche me e la mandragola che ho in testa. La prima domanda comunque sarà generale, niente paura, una di quelle cose che la gente non vuole sapere, banalità che comunque non essendo tu un'artista è quello che ci si aspetta: banalità! leggo delle cose e mi sento banale! leggo dei curriculum e mi sento banale ancora di più...allora decido di buttarmi sul fumetto...ma questo fa di me un'adolescente postuma in crisi d'identità!
Uno esce dalla libreria con il nuovo di Melissa P.- Melissa chi? impossibile non notarlo, impossibile....riabbasso gli occhi sulla mia crisi d'identità!
Metti a fuoco le questioni , guarda dentro il cannocchiale dopo aver infilato le monetine, quanto chiedono adesso? I soliti due soldi per osservare fino in fondo, ironia della sorte le questioni non valgono di più....l'inquisizione dell'anima e i ricatti dello spirito che tanto Santo poi non è, lo sanno tutti, lo sanno pure i bambini che tenatono di far volare i foglietti di giornale strappato. Uno Spirito lacerato ed offeso dagli anni delle guerre puniche e delle crociate donchisciottiane.
Parlo tanto parlo poco non parlo.
Quando non parlo mi inalgidisco, senza gusto divento e allora uno potrebbe pensare qulasiasi cosa, essere senza gusto da infinite possibilità. Quando non parlo è perchè sto pensando oppure perchè sono attonita. Non urlo più in silenzio, in passato forse,in passato sì, adesso se non parlo è quasi sempre per pigrizia.
Quando cammino per strada devo mettere la crema solare. Credo che l'estate sia arrivata....estate.....scorsa c'erano altre prospettive, un biglietto aereo datato 31 luglio e poi e poi e poi direttamente al camposanto e poi all'inferno a burciarsi davanti e dietro. Questa estate arriva prima, il biglietto aereo e tutto il resto, fine giugno, "l'ora di arrivo è prevista per... a terra la temperatura è di... grazie per aver scelto la nostra compagnia". Quale compagnia? Son passati di qui sere fa, i clown e il circo poi gli elefanti, l'uomo piccolo la donna grassa o forse era il contrario.
Ascolto la canzone sull'uomo piccolo tante tante volte. Poi ballo la canzone sull'uomo piccolo da sola in salotto e dalla finestra difronte si aprono le imposte...sono tutti un po' voyeur, col bisogno di divorare e nustrirsi d'immagini, perchè le immagini si ha l'illusione di non doverle pagare. Io continuo a ballare e vedo chi guarda dalle imposte semi aperte, una piccola, divertita impudicizia che finisice con un sorriso a chiudere le imposte e lo spettacolo.
(N.d.r. reload Tarab's cover)
Del praticante, del sistema e di tutti i disagi del mestiere.
Ormai è un classico delle mezze stagioni, l’arrivo del praticante neo laureato di belle speranze e di brutta presenza, perché il praticante figo di certo non viene da noi. A noi capitano gli abitanti della Bassa, provenienza “paesi limitrofi”, dove a farla da padrone sono i prosciuttai e quelli del consorzio del parmigiano. Gente sana insomma, con tutti gli attributi del caso: guance rosse, pancia da sessantenne e una sudorazione pressoché imbarazzante (che dopo attenti studi è stata attribuita all’eccesso di sale nei cibi!)
Lunedì mattina puntuale come un piccolo elvetico ti arriva il soggetto in questione: abito da cassamortaro sfoderato per l’occasione e stirato la sera prima dalla mamma e dalla nonna con gran soddisfazione ed orgoglio per il prodigo figliolo che dopo la laurea si appresta pure all’inizio della carriera in “città”! Scarpa traforata che da tanto quel tocco di eleganza inglese, cravatta regimental azzurro 100% fabbricazione cinese ma soprattutto: cartellina di finto cuoio plasticata da portare in ogni dove, pure al cesso, per sentirsi più sicuri e soprattutto indispensabile per riporre la merenda (salume misto e due fette di pane pugliese!)
Cercando di mascherare la timidezza e sfoderando una finta sicurezza fantozziana il neo praticante si accomoda nella sedia di fronte alla Lui, che proprio per non far la figura della stronza tenta un approccio amichevole restando in apnea e respirando solo quando necessario onde combattere la sudorazione del malcapitato, che data anche la tensione del primo giorno, è ormai a livelli da guinnes!
Insomma quattro chiacchiere e già alla Lui sorgono i dubbi delle volte precedenti e si chiede quanto potrà resistere. A quel punto parte il messaggio alle stanze vicine e si iniziano a raccogliere i foglietti delle scommesse. Il mese viene pagato 5:1, qualora dovesse riuscire a superarlo la posta salirebbe!
Prova numero due: abilità informatiche. Cosa su cui la Lui non transige perché non c’è nulla di peggio dell’incapace che schiaccia bottoni a tentativi ed imballa l’intera rete!
L’abilità richiesta è quella minima che differenzia il coglione dalla persona normale: OFFICE!
La Lui per mettere tutti a proprio agio e renderli partecipi del fatto che nessuno è professore fa il seguente discorso introduttivo: “visto che la responsabile PC son io, piuttosto di fare dei casini, chiedi pure spiegazioni su quello che non sai fare”.
L’inquietudine diventa terrore quando il ragazzo davanti al PC si guarda in giro perplesso e poi candidamente pronuncia le fatidiche parole: “Come si accende?” A questo punto il caso clinico appare quasi completo ma alla Lui manca ancora un dettaglio …..e infatti dopo poco si appalesa come la più mostruosa delle creature:
discorso del praticante alla Lui dopo che la stessa parla con collega della conferenza di Bertinotti a cui ha assistito la sera prima:
praticante: “Tu segui la politica?”
Lui: “Ma non proprio, diciamo che cerco di conoscere quello che voto”
Praticante: “Anch’io, infatti mi sono appena iscritto ad AN”!!!!!!!!!!!!!!!!
La pipì evapora dai borghi e dagli angoli delle strutture di pietra.
Sfilano i reduci di Seleny Jar dietro alle bandiere. Sessant'anni fa si combatteva ancora la guerra di trincea, nella steppa come sul Carso, avanzate lente, sasso dopo sasso dopo….pace alle anime perse!
Suona la banda sotto la finestra e la puzza cerca di entrare insistente nel frattempo si dicono parole a bassa voce per non svegliare le sentinelle fuori dalla porta.
“…Le persone hanno diversi colori, quasi sempre finiti, questo le rende prevedibili, per lo più, poi ci sono gli infiniti, quelli che non si capiranno mai del tutto e che non si sa che percorsi facciano. Come grandi buchi neri dal cuore turbolento della galassia, nessuna informazione contenuta potrà mai raggiungere l’esterno che li circonda, come se i pensieri si concentrassero in un punto che li contiene tutti, ma senza volume e dove il tempo è fermo.”
Anche il vino evapora dei marciapiedi, si cammina storditi dalle inalazioni.
Le fanfare partono dalla fontana e si collegano alla parata, si finisce a rotolare sui prati creati per l’occasione perché prima non c’erano, questo è sicuro. Gli accampamenti montati e smontati nella notte, i camioncini carichi e il vino dai marciapiedi la pipì dai borghi…..sotterfugi della notte e incongruenze del giorno si equivalgono amalgamandosi insieme per diventare creazioni da fare l’indomani e i giorni che verranno.
Le bandiere si afflosciano a terra e dalla piazza suonano il silenzio.
Prologo:
Pur non prendendo sul serio i problemi non posso fare altrettanto con le persone che devono affrontarli, anche se mi rendo conto che ogni personaggio qui è una presa in giro delle sue stesse idee; tutti sono alienati da sè nel loro comportamento e febbrilmente irrequieti nel loro pensiero, un po' come i Demoni di Dostoevskij. Si respirano fumogeni e un provincialismo delle idee talmente radicato e stantio da confondersi con la polvere degli armadietti. Quei minuscoli esseri finiranno per perdersi nalla confusione collaterale. Siamo in troppi ma pariamo non bastare mai.
Prima parte:Cinque rintocchi di campane a segnare la mezzanotte e qualcosa - Archive Londinium - suono l'inno dei miei sensi assaporando l'aroma di una nuova esperienza...un'emozione umana che scorre libera non adattabile ai bambini di qualsiasi epoca - Archive Londinium- spalanco spesso gli occhi e non succede niente, poi li apro ed invece cambia la luce riflessa sulle retina, origino visioni individuali come parole che vengono ascoltate e moltiplicate nella vecchia città cattiva.
Seconda parte:Coalizzazione appena dopo il big bang: tutto ciò che esiste nell'universo osservabile era confinato in un volume di spazio infinitamente piccolo, a temperatura e densità estremamente elevate. Lo spazio tempo possiede una geometria non rettilinea dovuta alla presenza di masse, e gli oggetti che vi sono immersi non fanno altro che seguire passivamente i percorsi curvilinei delineati da questa geometria, noi seguiamo, noi non siamo al centro dell'Universo, non esiste un punto geometrico dell'Universo e quindi un punto di osservazione equivale l'altro, siamo equivalenti.
I went on to the comix,
this comic is a bagel shop..
customer says" can i have a raisen bagel?"
clerk says "sorry all out"
customer- well, can i have a blueberry bagel?
clerk- nope
customer- could i have an everything bagle then?
clerk- just sold the last one..
customer- well... how about an ANYTHING bagel?
clerk, smiling- coming right up!
******
so thats my metaphor for the day
course' i cant EAT bagels anymore, since im wheat -intolerant now.. (godamn
allergys)----but thats not the point
right folks
this comic is a bagel shop..
customer says" can i have a raisen bagel?"
clerk says "sorry all out"
customer- well, can i have a blueberry bagel?
clerk- nope
customer- could i have an everything bagle then?
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customer- well... how about an ANYTHING bagel?
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******
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allergys)----but thats not the point
right folks
Prendo gli antistaminici ed amo il mondo
Per cui chi ha qualcosa da confessare, qualcosa per cui scusarsi, chi intende riallacciare o dispiacersi o chi ha bisogni di favori, piaceri, della giacca nuova in prestito si faccia avanti che è un buon momento!
prendo gli antistaminici ed amo il mondo,
anche te che fai finta di niente e mandi messaggi che sanno di compitino per le vacanze
te che mi hai fatto pentire di aver parlato....ah se solo fossi stata zitta....che ti ho affidato frasi che non meritavi......te con cui ho solo rimorsi e l'unico rimpianto di averti creduto una bella persona.....
amo il mondo perchè prendo gli antistaminici
sono eccessivamente allegra o eccessivamente nervosa, ma cinque minuti di lucidità per valutare le cose e approfittare poi di quando sarò più incazzata mi restano. In armonia con il trend da talk show lascerò potere di replica, instaurerò un obbiettivo contraddittorio ma sarò io ad emanare la sentenza.
Solitamente per certe cose non faccio storie, non mi lamento, assento nel silenzio e lascio che le cose prendano il loro corso...solitamente...tranne quando prendo gli antistaminici e vedo che c'è della reticenza a voler sbagliare....."meglio stupidi che bastardi" e tu la tua mascherina da bravo samaritano la vuoi portare a tutti i costi fino alla fine....peccato....c'è sempre qualcosa di interessante nelle brutte persone!
hable con elle
nel tumulto generale di sentimenti, gioia, tristezza, disperazione e stupore
habla con él
...quando sembra che sia già sera poi non lo è più, insomnia! come la luce al Polo, esattamente come il giorno di ventiquattro ore, non arriva mai questa sera e il sonno si accumula tanto che poi non si sente. Mando baci al cielo ma si perdono per strada, uno spreco incommensurabile di energie. A volte assaggio la dolcezza di quella felicità che un giorno per caso ti ho sentito predicare, ma dura lo spazio di tempo necessario a far sciogliere i granelli sulla lingua, il tempo necessario a farmi ricordare che era buona e sapeva di buono. Continui a mandarmi cartoline da dove siamo stati e io continuo a ripeterti che non torneremo più, che è il destino e il tempo e la vita e dimenticare... poi basta un momento in cui inaspettatamente ti vedo e allora non ci credo nemmeno io, allora lecco le dita e sanno dinuovo di sale e di nuovo ho tutto il tuo peso a schiacciarmi lo stomaco a suffragio di questo sentimento che non se la sente di essere canonizzato, un sentimento anarchico e rivoluzionario. Mancano le vie di fuga o forse stiamo solo cercando di ostruire i passaggi, mancano le sere calde e le labbra screpolate, manca sorridersi facendo finta di niente..."ci siamo stati ricordi?"...
In generale sto iniziando nuovamente ad odiare questo blog e il circuito connesso. Ormai è ciclico e so che succede a fasi alterne e quando succede vorrei premere il pulsantino dell'auto distruzione, fare il conto alla rovescia e sperare che i secondi terminino subito. In realtà non so neppure io perchè accade, forse una mancanza di realtà o forse capita quando nella realtà mi ci trovo troppo allora tutto il resto appare insignificante, un sovrappeso da togliere di mezzo il prima possibile. In questi giorni penso di essere terrena in modo assoluto ed ho molto da vivere ed ho molto disprezzo per certe cose che leggo e che non condivido al punto tale da generare in me una sorta di razzismo intellettuale, a costo di sembrare snob.
Sabato sera c'è chi è andato alle veglie di preghiera e penso che oggigiorno sia questa la vera trasgressione. Che ormai il vomito e le droghe stiano diventando assolutamente démodè, che non facciano notizia e che forse sì l'aternativismo sta prendendo altre vie.
Mi stupisco a vedere quanta santità nascosta ci fosse nel nostro Paese e come io non me ne fossi mai accorta.
Mi stupico ancora di più, dopo aver subito il bombardamento di cori angelicomediatici e trovarmi a riflettere sulla mia fede e sulle questioni della religione, perchè allora è vero che i lavaggi del cervello sull'uomo medio funzionano e dopo tutto un panegirico introspettivo concludo alla mia solita maniera: la libertà assoluta, anche quella morale, crea sbornie di proporzioni planetarie!
Non ho molto da dire su questa finta Pasqua.
Mio padre mi ha regalato una chiavetta di quelle che fanno come più di cento floppy messi insieme e ho subito salvato lì il salvabile, tanto per non perdere per strada pure quello.
Ste e Andre hanno litigato, ma sono sempre amici, la Sore ha sfogliato cataloghi d’arredamento. Per i bagni invece si sono organizzate cene a base di sensazioni uditive e “cosa vorreste nella doccia voi?” Domanda su cui ho preferito sorvolare.
Quello che stava peggio telefonava coi T4 che scendevano e tu che non sapevi dargli una spiegazione che non suonasse come una presa in giro e un po’ avevi paura ma non volevi darla a vedere.
Poi si parte e si torna, i treni sono più o meno sempre quelli le stazioni pure.
Non ho molto da dire su questa Pasqua senza uova nè cardinali, ma con l’agnello che anche quest’anno si è sacrificato un po’ per tutti.
La mia stanza è esattamente uguale, è una delle poche cose che non cambiano e questo mi rassicura, non la si descrive né la si può capire a prima vista, richiede il suo tempo la mia stanza, per abituarsi alle cose intorno e leggere le pareti, bisogna leggerla se la si vuol conoscere, la mia stanza.
I dolci della nonna stavano lì sulla credenza e quando non mi vedevano mi avvicinavo ed annusavo uvetta, mandorle, cannella e rum, annusavo la nostra famiglia dentro l’impasto caldo e questo dava un po’ di senso a tutto il resto.
Qualcuno ha detto che nel frattempo hanno aperto la stagione della pesca, l’unica che ricordo ora è quella di beneficenza a cui vincevo sempre le penne colorate e il fermaglio con le palline gialle che dopo un po’ si perdevano per strada.
Della finta Pasqua più di tutto mi piacciono le lampade cinesi che ora dondolano sulla finestra e il poster di Pazienza, rubato la notte della veglia, alla luce della resurrezione.
Una Giapponese a Roma
Io e la Bianca di un venerdì sera, divano e liquore alle erbe, scarpe da ginnastica e pantaloni della tuta, pezze al culo, soliti parla-sparla, lamenti e capricci.
Io e la Bianca con le premonizioni e le sensazioni del caso e dei vari casi, colonna sonora dei Belle & Sebastian ormai da circa una settimana, concordiamo che visti gli ultimi andamenti azionari e relazionali e bla bla bla si sta entrando in un momento di positività e Giove e Saturno in congiunzione astrale… insomma facendo i debiti riti scaramantici concordiamo che la sfiga sembra in procinto di fare i bagagli, dopo essersi incistata un bel po’ a casa nostra.
La frase resta sospesa a metà e la Bianca risponde al cellulare e la vedo, che appollaiata sulla finestra, unico punto di ricezione a casa Lui, mi sorride e gesticola e continua a ripetere sì decisi e io penso che sta succedendo qualcosa e che in quel qualcosa sarò coinvolta a minuti pure io.
Così eccoci neanche 12 ore dopo al binario 5, Eurostar per Madrid in ritardo di 10-15-20-30-35 minuti eccoci accaldate da bagagli e corse per essere pronte in tempo ad aspettare nervose quell’Eurostar persosi da qualche parte tra Milano e noi!
La Bianca appena i raggi del sole iniziano a farsi più decisi sfodera il suo solito foulard che fa valentina cortese e anche un po’ ‘puffo di merda’ come era stata amorevolemente soprannominata e la Lui in look da iena con occhiale nero e cravatta in tinta.
La Bianca appena i raggi del sole iniziano a farsi più decisi sfodera il suo solito foulard che fa valentina cortese e anche un po’ ‘puffo di merda’ come era stata amorevolemente soprannominata e la Lui in look da iena con occhiale nero e cravatta in tinta.
Si decide per cambio causa forza maggiore e si sale sul primo Inter City disponibile ed ormai e fin troppo tardi e chissà se ci si arriva a questo punto.
Nel frattempo realizzo di non ricordare a quando risale il mio ultimo pasto nel senso vero del termine e comincio a percepire il vuoto all’altezza dello stomaco, Bianca lamenta spasmi ma io la rassicuro convinta di giocare il jolly dei pani all’uvetta sapientemente preparati nelle poche ore a disposizione prima della partenza. Così prendo la borsa ma riviste e magliette a parte non c’è traccia di nulla e dopo aver guardato in tutti gli anfratti possibili mi arrendo all’evidenza e sconsolata rendo partecipe la Bianca cercando di dissimulare una sapiente tranquillità: “Cazzominchiaporrkaputtanaccia mi sono dimenticata i paninetti a casa!!!!” Niente pranzo, niente cena ma arriviamo a Madrid e mancano solo 15 minuti all’inizio dello spettacolo. Corriamo sui binari, nell’atrio della stazione, corriamo anche sul marciapiedi di fronte, corriamo per un cazzo perché la coda per i taxi è sconfinata. Davanti a noi un gruppetto di giapponesi sorridenti e beate e noi a guardare gli orologi ogni sette secondi cercando di sincronizzare le imprecazioni contro le Ferrovie, contro il poveretto che ha deciso di suicidarsi finendo sotto l’interregionale, contro i panini dimenticati a casa e contro le giapponesi, che cosa avranno poi da ridere non si sa? A questo punto la Bianca da vera maestra inizia ad intonare “Sono piccola come Lolita…sono una giapponese a Roma….heì con quello che risparmi trovi subito fidanzato italiano!” Sulle note di una vecchia pubblicità musicata dai Pizzicato Five e le piccole giapponesi la terminano di ridere e si infilano sul taxi prima del nostro.
Nel frattempo realizzo di non ricordare a quando risale il mio ultimo pasto nel senso vero del termine e comincio a percepire il vuoto all’altezza dello stomaco, Bianca lamenta spasmi ma io la rassicuro convinta di giocare il jolly dei pani all’uvetta sapientemente preparati nelle poche ore a disposizione prima della partenza. Così prendo la borsa ma riviste e magliette a parte non c’è traccia di nulla e dopo aver guardato in tutti gli anfratti possibili mi arrendo all’evidenza e sconsolata rendo partecipe la Bianca cercando di dissimulare una sapiente tranquillità: “Cazzominchiaporrkaputtanaccia mi sono dimenticata i paninetti a casa!!!!” Niente pranzo, niente cena ma arriviamo a Madrid e mancano solo 15 minuti all’inizio dello spettacolo. Corriamo sui binari, nell’atrio della stazione, corriamo anche sul marciapiedi di fronte, corriamo per un cazzo perché la coda per i taxi è sconfinata. Davanti a noi un gruppetto di giapponesi sorridenti e beate e noi a guardare gli orologi ogni sette secondi cercando di sincronizzare le imprecazioni contro le Ferrovie, contro il poveretto che ha deciso di suicidarsi finendo sotto l’interregionale, contro i panini dimenticati a casa e contro le giapponesi, che cosa avranno poi da ridere non si sa? A questo punto la Bianca da vera maestra inizia ad intonare “Sono piccola come Lolita…sono una giapponese a Roma….heì con quello che risparmi trovi subito fidanzato italiano!” Sulle note di una vecchia pubblicità musicata dai Pizzicato Five e le piccole giapponesi la terminano di ridere e si infilano sul taxi prima del nostro.
Finalmente apriamo gli sportelli e siamo davanti al teatro e siamo lì in prima fila ci siamo…
E così ogni tanto riesco pure a prendere coscienza di me, come in questo week end in cui ho subito una svolta, come se avessi assunto lucidità in pillole. E’ una sensazione bellissima, che capita di rado ma quando capita è esaltante, adrenalinico e maledettamente pericoloso per chi mi sta accanto.
Mi sono vestita da jena in tutto e per tutto: camicia bianca cravatta nera, e funziona!
Si resettano nomi dalla rubrica, situazioni, malesseri, si cancellano persone con una facilità che mi lascia incredula e dietro ad ogni sparizione c’è una risatina satanica!
Ascolo De Andrè e qualcuno mi dice che si sente solo e non capisce quanto questo mi renda felice, in realtà, non provo neanche un po’ di umana compassione, neanche un po’, solo un brivido di mistico piacere che si confonde con delle frasi di rito che mi scivola fuori, come il suggerimento di prendere un animale. Risposta: - l’animale ho cercato di prenderlo ma scappava troppo veloce- Colgo i riferimenti e i doppi sensi che non fanno che accrescere la mia soddisfazione!
Fu nelle notti insonni vegliate al lume del rancore che preparai gli esami. diventai procuratore
per imboccar la strada
che dalle panche d'una cattedrale
porta alla sacrestia
quindi alla cattedra d'un tribunale,
giudice finalmente,
arbitro in terra del bene e del male.
A Sofia anni fa tenevano delle pietre azzurre in tasca, mi guardavano sospettosi e poi mi chiedevano da quale strano pianeta arrivassero i miei occhi! Scoprii in seguito che le pietre servivano come amuleti contro gli occhi chiari e ne rimasi affascinata. A volte non comprendi le tue potenzialità fino a quando qualcuno non usa degli amuleti per scongiurarle! Fu uno de rari momenti della mia vita in cui ebbi una visione chiara e lucida di me stessa, in cui riuscii a percepirmi il corpo attaccato addosso e tutte le scariche elettriche che lo attraversavano. Questo week end è successa più o meno la stessa cosa credo …
...gli effetti speciali, la polizia, travestirsi, la censura,
l'oppio, la religione, il lego, l'assenzio!
One way ticket.
It’s nice to be doing exactly what i want to., esp when half the world thinks the world is coming to an end. I have my doubts.
I’ve decided I'm going to make my own fucking future, because i wont live in some fundementalist bible thumper's book of revelations pissing parade!
I’ve decided I'm going to make my own fucking future, because i wont live in some fundementalist bible thumper's book of revelations pissing parade!
Mi ritrovo a dire delle cose a cui non credo e ad ascoltare cose a cui credo ancora meno e mi ritrovo a pensare che ormai sia questa la mia normalità. Si emettono un sacco di suoni pieni di ambizioni, boriosi e sacenti, e poi invece le cose sono semplici, sempre!
Io tu insieme poi no, quando ti fidi di me e poi non dovevi e farsi delle idee sulle persone, idee sbagliate ed accorgersi di quanto erano storte quelle idee, che una persona buona in realtà non lo era. Lo strano scherzo del destino che c’è fra noi, lo stesso di sempre, di due anni fa e prima. Lo stesso destino di quella notte e di te che sbagliavi stazione ed abbandonavi le valige sui binari per abbracciarmi.
- Funny enough in the bus there was a french guy!!! in front of me- a musician -great living in Istanbul- a Turkish guy studing in Sofia a Ukrainan girl traffic some gold and money a lady going to find a man and me!!! we all gathered ina group close by and talked the hole 8 hours way.
We stoled few moments from that life- As we all know nothing lasts for ever and very soon i had to come to reality[...]-
Non parlo di delusione che se fosse la delusione l’inciso principale allora dovrei deludermi solo per come ho permesso che le cose andassero o per il menage che creo io stessa divincolandomi da ciò che diventa stretto per trovarmici ingarbugliata sempre di più. Cercare di ricomporre la questione per trovarne le vere origini pare soprannaturale, che da anni il mio equilibrio psicofisico corre sul filo di lana ed in effetti credo che ormai ci stia anche bene, lì penzolante nel vuoto a non so più quanti metri d’altezza, credo che abbia superato persino le vertigini iniziali e le balle sulla pressione che cambia e cose del genere.
Non parlo di delusione che se fosse la delusione l’inciso principale allora dovrei deludermi solo per come ho permesso che le cose andassero o per il menage che creo io stessa divincolandomi da ciò che diventa stretto per trovarmici ingarbugliata sempre di più. Cercare di ricomporre la questione per trovarne le vere origini pare soprannaturale, che da anni il mio equilibrio psicofisico corre sul filo di lana ed in effetti credo che ormai ci stia anche bene, lì penzolante nel vuoto a non so più quanti metri d’altezza, credo che abbia superato persino le vertigini iniziali e le balle sulla pressione che cambia e cose del genere.
C’è qualcosa di soprannaturale in questa neve, come in tutta la neve.
Corono il sogno di entrare in piscina gratis e nuotare da sola lungo la corsia vuota… Premio di consolazione!
Ci si arrampicano gli Dei sugli alberi con la neve….è soprannaturale!
Mi mancano il te delle cinque e mezza e le battute sulle cose che non fanno ridere e mezze altre verità che pensavo verità ed invece no, invece erano solo ben raccontate!
Di tutte le storie restano i libri sul comodino, restano quelli ad occupare lo spazio vuoto quando le storie passano, quando le dita non si incastrano più tra i capelli e questo è reale. È reale essere dentro una vita e poi non più e sapere di cose e persone che non sono la tua vita e poi non saperne più, perderle così: come se qualcuno avesse soffiato sulle candeline, cinque toni più sotto, il suono lieve perché qualcuno ci ha appoggiato il silenziatore, perdere questo spettro di vita, vederla imbarcarsi e chiedersi che senso abbia avuto, l’illusione di trattenerla per un po’.
Un tempo scrissi che i bambini mi turbano e penso che questo non sia ancora cambiato. Penso che ci sia un qualcosa di profondamente sconvolgente in alcuni di loro che mi impedisce di relazionarmi. La notte scorsa ho fatto uno strano sogno, c'entrava una donna in attesa di un bambino senza padre, c'entrava un' isola in un posto lontano dove erano costrette le donne dei bambini senza padre e c'entravo io. C'erano lunghe code per le ecografie perchè i bambini senza padre sono molto più numerosi di quello che si pensi, un' infinità. Poi c'entrava la prima foto di un embrione in attesa di sviluppo, un embrione del terzo mondo insomma, e doveva essere un maschio perchè c'era una scatola accanto a lui, nella foto, una scatola che conteneva la prova del suo essere maschio in via di sviluppo e io guardandola la trovavo curiosa, l'ecografia mi dimostrava per la prima volta che gli uomini nascono staccati dalla loro identità di uomini e questo ovviamente mi portava a chiedermi quando le cose sarebbero andate al loro posto, quando la natura si sarebbe completata, se sarebbe successo o se la scatola sarebbe rimasta semplicemente come un accessorio di un bambino senza padre che un giorno sarebbe divento uomo a metà. Sull'isola si attendevano le gestazioni ballando attorno a fuochi fatui accesi sulla spiaggia per via dei gas prodotti dalla decomposizione di materiale biologico nel terreno. Il terreno doveva essere paludoso per forza, per via dei fuochi fatui e dell'odore dell'aria caldo ed asfissiante. Si partoriva ogni giorno sull'isola dei bambini senza padre e per questo la musica degli altoparlanti si mescolava a striduli vaggiti e a volte proprio non si sentiva. Questo succedeva nelle ore di punta, o la notte, quando la tromba di Chat Baker, sempre in bilico tra talento e dannazione, copriva la terra. E così si mescolavano in orge di colori grotteschi le sciarpe delle madri hippies in attesa del loro turno, coi campanelli alla caviglia come i monatti, aspettavano nove mesi ballando e chiedendosi cosa sarebbe stato più doloroso, se il trauma consisteva nell'attimo o nel dopo, nel partorire o nel vivere fuori dall'isola, dove le attendevano i guardoni con le Bibbie sotto il braccio o con i libri di Voltaire, Rousseau e Diderot in bilico sulla testa, che poi a ben vedere per quelle madri non faceva differenza. I bambini senza padre nascono in un'isola, sono tanti, vicino hanno una scatola, un accessorio del quale forse non verrano mai dotati, e così nasceranno altri bambini senza padre, frutto di uomini a metà, di persone incomplete e le madri balleranno cozzando le une contro le altre, con le pance gonfie, balleranno[...]
Nell’ammissione di avere alle spalle una settimana passata a cinque ore di sonno a notte e tanto lavoro, per cui nella consapevolezza di essere attualmente in grado di produrre una quantità d’acidità sufficiente a terrorizzare la Fallaci, credo di avere ormai avanti a me le strade aperte all’ “operazione Trevor”.
Ora, i lettori affezionati sanno che nella di Lui famiglia già da anni milita Venezuela, cane di razza meticcia raccattato dalla Sore sull’autostrada Salamanca-Madrid all’altezza di non ben specificato km. Ma prima del fortunato incontro della bestiola e della sua entrata ufficiale nella di Lui casa vigeva il mito di Trevor, nato per caso durante le cene ed i pranzi di famiglia, raffazzonato qua e là dai discorsi delle zia d’America tra un boccone e l’altro dell’agnello pasquale, rumoreggiato circa da quando la nostra Lui raggiungeva l’età da marito, che nella di lei famiglia si sviluppa abbastanza presto, visti i precedenti in corso.
Comunque ormai da anni la famiglia riunita, sfogliati ed inquisiti amici e conoscenti e aggiornati gli annuali sul gossip cittadino, porge lo sguardo ormai satollo di libagioni sulla Lui e, prima a bassa voce poi senza ritegno, si interroga sull’oscuro mistero del suo nubilato. Si fanno ipotesi, soppesandone pregi e difetto, concludendo che brutta non è, stupida neppure, “…sì potrebbe agghindarsi meglio e i capelli e poi sempre quelle scarpe da ginnastica che finiranno per rovinare i piedi e metti i tacchi la gonna una giacca che al lavoro mica andrai così, insomma hai la tua età e tua Sorella lei sì mette i tacchi e guarda la femminilità e poi ti credo che non trova ma sì stupida non è sì in fin dei conti un tipo …” per concludersi la manfrina sempre con il solito sospiro e la rassegnata dichiarazione: “ma sì è giovane, ha tempo!” Quando nei loro sguardi ben si nota la mal celata preoccupazione e l’orrore per la condizione della Lui, che in disparte, vicino al termosifone, sotto l’orologio a pendolo, guarda il Tribunale dell’Inquisizione sentendosi colpevole di non ben specificati delitti. Ed insomma in queste aunt-session e nei concili segreti in cucina ad impastare biscotti si è con l’andar del tempo partorita la soluzione estrema all’annoso problema: Trevor!
Così la Lui ha un paio di Natali per far sedere il “di Lei” lui alla sua destra al fatidico pranzo facendolo debuttare in società e dandolo in pasto alle vegliarde, allo scadere dell’ultimatum fissato dal sedicente esercito della salvezza si tenterà il tutto e per tutto e per difendere quanto meno la faccia, parenti e simpatizzanti offriranno alla Lui l’ultima possibilità di compagnia, l’ultimo baluardo per non restare soli, per non far dire che “neanche un cane”: Trevor, con buona soddisfazione di tutti, nella certezza che lo stesso garantirà alla lui fedelità, devozione e domestica e quotidiana presenza!
Post semiserio su quello che mi pare.
Dopo i tanti manicomiali malinconici avvenimenti degli ultimi tempi è giunta l’ora di procacciarci benefici, perché sento che è giusto e che me li merito. Così ho pensato qualche settimana fa mentre la bora si scopava il mio mare, ho pensato che nonostante tutto riesco ad essere una persona allegra e lo dicono che la mia è la città dei pazzi, dicono che è per via del vento e che da quando Basaglia ha fatto la sua riforma la mia città si è ripopolata. E lo scorso fine settimana ho meditato su questo, su quanto sia vero, e che in fin dei conti, visti gli amplessi tra il vento e il mare ed i gemiti che sentiamo le notti d’inverno, ci deve essere per forza qualcosa di anomalo nell’accozzaglia di etnie di cui sono parte. Ci irrobustiamo attraversando i confini con un salto, che bastano cinque passi e già i nomi dei posti hanno le kappa nel mezzo e i “ch” finali, ci irrobustiamo da piccoli e non parlo del freddo. Quindi nonostante tutto sono una persona allegra. Ricapitolando sul più e sul meno penso che questo 2005 sarà un anno in cui occorrerà sopravvivere a tutti i costi, che bisognerà fare i turni di guardia e organizzare le squadre come i piqueteros argentini, ma che se tutto andrà bene poi nel 2006 ci si spelleranno le mani a forza di applausi. Così arriverà anche il tempo in cui si canterà di nuovo:
How about me not blaming you for everything
How about me enjoying the moment for once
How about how good it feels to finally forgive you
How about grieving it all one at a time
How about me enjoying the moment for once
How about how good it feels to finally forgive you
How about grieving it all one at a time
E di nuovo ci si piscerà addosso dal ridere a si penserà a quanto in fin dei conti erano comici questi giorni, che poi a ben guardare tutto fa parte delle solita commedia di sempre, tutto è commedia!
The moment I let go of it was
The moment I got more than I could handle
The moment I jumped off of it was
The moment I touched down....
The moment I got more than I could handle
The moment I jumped off of it was
The moment I touched down....
Mi diceva versi il freddo
e la pioggia lunghi canti:
mi portava strofe il vento,
me ne dava il mar con l'onde
vi aggiungean voci gli uccelli
e conzoni gli alberelli.
...
Mio caro P. nell'evoluzione naturale delle cose credo che il tempo di sabato fosse adatto, che il vento e il freddo che mi hanno bruciato la pelle delle guance come quando il sole scotta troppo, anche se il sole non c'era, ma io avevo le guance rosse, la sera, a casa, credo che fossero al loro posto e che sabato quelli che sentivano freddo al fianco eravamo noi!
Stetter lungo tempo i versi
in quel freddo nascondiglio:
ch'io dal freddo ora li tolga,
ch'io dal gelo i canti levi...
Mio caro P. forse avremmo dovuto stappare le bottiglie migliori di quel vino pastoso che lascia il rosso sui fondi dei bicchieri e mettere la fascia nera al cervo nel recinto, forse è questo che avremmo dovuto fare, invece ci scendevano le lacrime a tutti senza che ce ne potessimo accorgere, ci scendevano le lacrime e potrei giurarlo che non era il vento!in quel freddo nascondiglio:
ch'io dal freddo ora li tolga,
ch'io dal gelo i canti levi...
versi fo per l'acqua cara,
per la gioia della sera,
per l'onor di questo giorno,
pel conforto del domani,
per l'augurio del mattino. (Kalevala, runo I)
Mio caro P. le caramelle le ho comperate io sabato pomeriggio, per la prima volta le ho dovute comperare da sola perchè tu hai deciso che era tempo di emanciparci tutti, di lasciarci andare avanti senza i tuoi sarcasmi, che io però li sentivo quasi quasi, sabato, ti sentivo ridere mentre ci guardavi tutti contriti e scossi dal vento alle otto meno un quarto, l'ho capito che ridevi e che fra tutte le uscite di scena che c'eravamo immaginati quella forse era la migliore; l'ultima parola l'hai avuta come sempre tu!
Caro P. la Russia dal balcome dell'albergo vicino alla Piazza Rossa tu l'hai voluta vedere prima degli altri, prima dell'occidente, e quando è caduto il muro hai smesso di votare perchè "non avevano capito niente", in compenso però ci hai portato collanine dall'Oriente e bambole di porcellana, ci hai portato risate a non finire e film western fatti in casa che a Leone oltre all'aspetto rubavi pure la sceneggiatura.
Caro P. tu eri un figlio dell'arte e adesso il tuo silenzio sembra strano, come il sacco di juta che anni fa posasti sotto il nostro abete di Natate, eri figlio bizzarro di quei classici in via d'estinzione, figlio del castello in mezzo ai boschi dove una sera dormimmo tutti, e io e la Sore, con lettini vicino al granaio, avevamo paura dei fantsami, figlio delle leggende e delle battaglie che raccontavi, figlio pure della rivoluzione che sognavi ma che non abbiamo mai cominciato.
Caro P. ma se la iniziamo davvero, la tua rivoluzione, e se il kalashnikov sta alla rivoluzione quello che la Coca-Cola sta al capitalismo, noi poi sto kalashnikov senza di te mica lo sappiamo usare!
Nevicava l'altro giorno, l'hanno scritto un po' tutti che nevicava e io mi sono accorta di quanto si cambi negli anni perché la neve l'altro giorno non mi faceva piacere e penso sia la prima volta che accade, che la neve non mi piaccia. Una volta facevo i pupazzi e le sculture congelandomi i polpastrelli, ora cammino come sempre , magari un po' più veloce per non bagnarmi. Nevicava e tutti l'hanno detto, informazioni continue come se uno non avessi gli occhi per affacciarsi a guardare. Ringrazio tutti quelli che hanno trasmesso la notizia perché forse avrei fatto pure fatica questa volta, ad accorgermi che nevicava e che non ero contenta. La sera poi esco tardi dall'ufficio strofinando il naso sui fiocchi che cadono e svolto a destra nel caffè, dove stanno posando le sedie sui tavoli ed aspettano solo me per andarsene. E lui è seduto lì, lo vedo lì seduto a finire il te e a scrivere con la penna nera, quella con l'inchiostro scuro scuro che le parole sembrano lacca sui fogli, è seduto come l'ho visto mille volte ed è una sensazione rassicurante, io e lui e questi dieci anni che a parere suo, facendo un calcolo , sono quasi un terzo di tutto quello che abbiamo vissuto. E "ciao" senza baci nè abbracci ma viene da sorridere ed era da un po' che non succedeva. D. mi chiede se secondo me siamo diversi adesso ed io penso di sì, che lo siamo e allora lui dice qualcosa a proposito del fatto che ogni volta il livello di confusione che riesco a creare è più alto ma la differenza è che ora le cose me le lascio scivolare via e che è bello. Non so se sia veramente così ma in parte credo abbia ragione, sul fatto che una volta vivevo di più in prima persona e all’imperativo ed ora invece c’è tanto condizionale e tutto sembra passare ed anche il dolore in fin dei conti dura dalle 24 alle 48 ore, non so, sarà che al giorno d’oggi fanno aspirine più efficaci, sarà. E poi D. fa delle foto, questa è un’altra cosa che è cambiata. Prima non le faceva, succede solo da qualche anno a questa parte, lui fa delle foto e io parlo all’obbiettivo e lui dice che il modo scomposto in cui sto seduta, ecco, quello non è cambiato ed altre cose così. Ma non c’è malinconia in quello che diciamo, c’è una domestica tranquillità che mi appaga ed un intimo abbandono che fa chinare la testa ed abbassare le guardie per un po’, tanto per tirare il fiato e soffiare sui vetri per disegnarci le iniziali D&L, mentre nevica.
Dentro il Replay
"Credo che dovrei iniziare dai c’era una volta e da era novembre….
Credo che inizierò da me. Perché così forse un po’ mi ritroverò e un po’ mi descriverò a me stessa e l’altra metà di me si leggerà e riuscirà a venire a capo di tutto questo trambusto.
Sai quei mulinelli sui tetti delle case del Wisconsin?
Sai le girandole che da piccoli tenevamo in mano?
Sai i ventilatori d’agosto?
Tutto questo girare ma anche di più, il moto vorticoso, inconsulto ed incontrollabile della mia mente si può riassumere così: ingestibile!
E questa sono io, dopo quel fottutto e-mail che mi mandasti per caso, dopo le mie risposte e le tue, che sembravano così innocenti all’inizio, così “tanto per dire”, ma se solo avessi visto oltre…
E il problema è che magari ho visto anche troppo ma è questa mia predisposizione a mettermi sempre nei guai, alla fine vince sempre lei!
Comunque è partito tutto da là credo…vedi scriverlo già mi provoca il dubbio che non sia così, fu prima, fu nel 1999, il secolo scorso…era più elegante il vecchio Novecento, comunque fu allora, quando non so perché mi sembrasti uscito da un fumetto.
La scena si presentava piena di gente ma com’è che non ricordo anima viva, com’è che in quell’aula scalcinata c’eravamo solo tu e io ora, se ricordo, tutto è cancellato, delate, annullato e c’è l’aula e tu e io e un sorriso e basta… ricordo solo il tuo sorriso e neanche bene ciò che ho sentito, ma deve essere stata una di quelle vocine stupide, che quando le senti sei già nei guai………….poi basta…
ma “separarsi era una pena così dolce che avrei detto addio per sempre”.
E noi “addio” abbiamo cercato di dirlo un sacco di volte e forse il non esserci mai riusciti doveva servire, avremmo dovuto interpretarlo come un avvertimento.
Non ti ho mai detto veramente “addio”!
Abbiamo continuato a sorprenderci a guardarci e all’improvviso a vederci. A vederci fino alla sospensione delle parole sulle pagine, fino a quello shock sugli occhi che poi sfuggono e si chiudono e io sono responsabile di questo stato astrale del mio desiderio, dal ritmo lunare e sanguinario. Di fronte a te, come di fronte al mare.
E forse dovrei smetterla di pensare e scrivere e forse dovrei vivere ma è così che sono
maledettamente cervellotica, tanto da pensare tutto e il contrario di tutto, da riuscire a creare e distruggere in un secondo ogni occasione dentro di me, prima ancora che accada, prima che tu possa respirare sei già morto.
Ma allora com’è, spiegalo com’è che è accaduto che in un secondo, che era anche meno lungo del solito, mi sei entrato dentro tanto da confessartelo: “ti sento”!
E di nuovo penso, parto da un punto per arrivare chissà dove e l’immaginazione diventa realtà e la verità si perde sotto un mare di dubbi finti eppure così maledettamente tangibili e di nuovo accade la stessa cosa, di nuovo creazione e distruzione ed alibi, così avanti fino a dove mi condurrò con le mie stesse forze; spettatore e giocoliere, vittima e carnefice, illusionista diabolica mi confiderò con me stessa e le visioni prenderanno la forma delle statue di marmo: salde e fredde.
È solo uno stupido pseudonimo in un computer
È solo gioco
I bambini possono essere cattivissimi!
Rosso/Blu: tu scrivi io interpreto e le volte che appari io non lo so, non so che succede e vorrei dirtelo, vorrei essere abbastanza “normale”, stupida, credulona, tanto da poterlo dire e invece niente, nulla e prendo un treno per chissà dove,
una notte prendo il treno che puzza ma non è mai stato così bello,
treno di sogni e carillon e dormo come sulle nuvole, non binari, nuvole!
E chi può dirlo se era sogno o no, chissà se erano veri tutti gli alberi e il mare, per Chilometri e Chilometri, il mare d’autunno che mi raccontava dove stavo andando e cosa sarebbe accaduto e altre storie di chi era passato di lì prima. Di altri che avevano sperato o pianto o riso e amato, di quelli che partivano e quelli che arrivavano.
Poi entro in una casa, è la tua, mi dici così, che è la tua, ma potrebbe essere la mia; tutto è al suo posto, so già tutto, conosco ogni angolo dietro le porte ed il mare ci guarda ancora, sempre, il mare d’autunno è bastardo!
Mi sorride ed è amaro, mi sorride quasi a prendermi in giro perché lo sa già e lo so anch’io ma si arriva fino in fondo, fino là, dove riposano conchiglie e rottami, nuotano pesci e melma, là nel fondo. È blu il mare ma lo vedo bene che sotto, sotto è scuro, marrone, putrido…era così da casa tua il mare d’autunno.
Ricordo poche parole, quattro/cinque frasi messe lì, tanto perché dovevamo dire qualcosa. Ricordo quanto ti sentivo, l’intensità dell’aria e il rumore assordante di tutti i nostri silenzi. Ricordo polvere ed acqua, rum e patatine, proiettori a colori che in fin dei conti stavano solo coprendo maldestramente le pareti invase dal nostro film.
Ricordo quando ci sei stato e quando facevi finta d’esserci e tutte le volte che ti sentivo dentro di me ed avrei voluto che non finisse mai ed avrei voluto piangere, perché a volte i pensieri e le emozioni diventano troppo grandi ed il corpo soffre. Così avrei voluto piangere ed invece ho avuto solo tanta paura.
E mentre il treno mi riportava a casa, mentre ti lasciavo là a sorridere dietro il muro di muffa di quella stazione, la paura diventava grandissima, mi terrorizzava tanto da non ricordarmi più chi ero, chi sei. E perdevo, stavo già perdendo me stessa, te, le emozioni, tutto il blu del mare, perdevo tutto in un secondo, tutto invaso da un’onda grandissima che se lo portava via, paura…silenzio…così grande e vuoto e buio da non vederne più l’uscita, da convincersi che ero sempre stata lì, rinchiusa in quel niente, da esserne proprio certi di non averlo mai vissuto e che non sarebbe accaduto mai più.
E tutto questo diventava grandissimo, un enorme castello in cui rinchiudermi serrando gli usci e buttando le chiavi. Da esserne ben sicuri che non saresti mai più entrato, da essere certi che tutto quel turbamento sarebbe rimasto fuori, a galleggiare tra le alghe di un fossato senza guadi né ponti levatoi.
Dentro c’è solo la luce di una candela che illumina debolmente i ricordi che si azzardano a comparire. Perché quelli non li chiudi fuori, per quelli non c’è salvezza né scampo, te li ritrovi a spuntare quando meno te lo aspetti, ti cullano e ti tormentano ed hai un bel da fare a coprirti le orecchie con il cuscino, la notte, quando non dormi e li senti arrivare burlandosi di te, girarti intorno fino a darti le vertigini. Ed è tutto lì, nuovamente, anche se tu non ci sei, anche se fingo a me stessa, se mi stordisco e recito copioni su copioni:
Sei personaggi in cerca d’autore
Miseria e nobiltà
L’importanza di essere Onesti
ora
quando non ha più importanza, quando so che i tuoi occhi moriranno in una foto sbiadita a cristalli liquidi, quando cambi le parole e non so chi sei, quando non c’è più nulla da dire e si intravede già oltre l’intonaco la crepa umida e……..quando veramente bisogna uscire di scena, allora tanto vale farlo in grande stile non trovi? Ebbene sì - ti ho amato - senza senso, senza richieste né pretese, senza convenzioni né vincoli, solo perché sorridevi, solo per il tuo strano modo di guardare dal basso verso l’alto, solo perché non me l’hai mai chiesto e perché una volta mi hai detto che sono blu. Per quando chiudi gli occhi e mordi il cuscino, per tutte le volte che hai detto che sono una bella persona, per i libri rubati e i pasti mai consumati, per tutti gli anni in cui già lo sapevo! Perché è da sempre, è da quell’aula, perché non ci ho mai creduto ma era inevitabile e per mille altri motivi, banali e non….. ma succede, che devo dirti? Succede…….ed ora puoi anche aver paura se vuoi , perché questa volta hai letto bene, perché non ci sono equivoci e sì, ho proprio parlato d’amore…..che lo sai……è come ballare sull’architettura…….e se la musica finisce credo si stia male, ma è la vita………..non penso servano gli antibiotici……non penso, è la vita."
Il fumo delle befane che bruciano è andato verso sud.
Cercando di interpretarlo non trovo soluzioni e non ho vecchi da interpellare a proposito. I vecchi sanno sempre tutto su questo genere di cose, così abbandono gli oracoli e cerco di riappacificarmi con l'anno passato. Cerco le cose da chiudere dentro e quelle invece da mescolare al fumo delle befane che bruciano, quelle da mandare verso sud, lontano il più possibile. Mi mancano ispirazioni a proposito, sono demotivata credo.
Poi i pensieri salgono sù come fuliggine, nuvole e fuliggine, salgono dallo stomaco perchè i miei pensieri provengono molto dallo stomaco , cosicchè dopo che se ne son saliti ho fame e corro quasi il rischio di farmeli piacere un po' tutti, i ricordi del 2004: "lei abbraccia lui che abbraccia lei e la solleva portandola chissà dove, uno di quegli abbracci da far dimenticare tutto il resto, da rimanere così cristallizzati per sempre, da non sapere se chiudere gli occhi o impressionarsi a guardarli". E ancora "1371 da giocare al Lotto, scomposto mi raccomando, 13-71". E piccole cose di questo genere: gite in barca, pesce crudo, occhi lucidi e capelli sbiancati dal sole, un libro verde, frasi lette qua e là, belle frasi dette da altri per altri, persone dimenticate in qualche angolo, persone che non si riescono a dimenticare neanche volendo- 365 motivi per essere felice e poi non più, "...mi mancano i tuoi colori...", scoprire di averli i colori. Un anno in cui si è molto aspettato, giorni come settimane, come mesi, come le ore sul treno e poi aerei che non decollano per la nebbia. E tutte queste cose il fumo adesso se le porta a sud, e vorrei veramente se le portasse via lontano, che le regalasse ad altri perchè per altri son fatte ma non per me, credo. E poi quando le cose vanno via restano sempre degli spazi vuoti che per fretta si tenta di riempire con altre cose che poco c'entrano o che non entrano affatto, che sono oblique e storte, che premono oppure ci si perdono dentro perchè troppo piccole. Così succede che gli spazi vuoti non sono belli da vedere ed allora manca un po' il coraggio di appoggiarci l'orecchio e ascoltare l'eco di ciò che era e non c'è più, manca il coraggio di farli riempire da soli, poco per volta, gli spazi vuoti.
Il fumo delle befane che bruciano è andato a sud, questa sì che è ironia!
Ci sono giorni di speranze credo, altri in cui queste si avverano e altri ancora in cui è come aprire gli occhi dopo aver dormito troppo: tra il mal di testa e la confusione arriva la razionalizzazione che queste speranze non si avvereranno mai. Non so perchè nè come, ma succede e basta, e quando succede forse sarebbe bene incazzarsi o esser tristi, forse bisognerebbe quanto meno dannarsi per un po', tanto per dimostrare anche a se stessi quanto ci si stava contando su quelle speranze e quanto fossero importanti. In realtà a me capita che in quei giorni io mi sveglio e le lascio semplicemente andare, così, prendere il loro corso ed abbandonarmi, le vedo imboccare la finestra senza neppure salutare, speranze composte che prendono il largo. La mia insensibilità alla cosa mi stupisce, perchè so che non è una rassegnazione, è semmai una consapevolezza e come tutte le consapevolezze è forte dei suoi presupposti.
"Mio caro sono stati esattamente un anno e quattro mesi di speranze incondizionate, le speranze di me che pensavo di rovesciare il tuo regime favorendo dall'interno un'insurrezione, ma le speranze quando impazziscono diventano illusioni!"
Signori e Signore....paranoid show!
Si accendono le luci delle tangenziali, le luci abbaglianti dei grandi centri commerciali, si gioca sulle giostre si cavalcano le rotonde come ai rodei, inizia lo spettacolo, è la sera della prima generale, dei preparativi. Si respira l'atmosfera e l'aria puzza di pop corn al burro scongelati al microonde. Parlano solo gli altoparlanti e le radio di provincia. Si vedono le luci dentro l'anfiteatro e gli operai che lavorano, si corre da una strada all'altra, da una corsia all'altra si supera imprecando perché manca poco, davvero poco. E suona la sirena dell'inizio e si riempiono le linee bianche dei parcheggi. Scendono i viaggiatori, sfilano le valige una a una ..."Signori le file! Rispettiamo le file! “Quelli dalla A alla B, A e B per favore ...poi GHIL...su due file signori per favore!" E si fanno le code per entrare perché per ogni grande evento che si rispetti c’è la coda da fare….”tre file per favore in ordine, non spingete!” Posti assegnati numeri di numeri che siamo numeri in fin dei conti e basta. Controllo passeggeri, check in, uno a uno, niente oggetti pesanti, niente semini di piante sconosciute, sfilano tutti in ordine e si sente solo tanto rumore e la batteria delle rotelline dei trolley. Posti a sedere assegnati, inizia lo spettacolo, liberano le attrazioni si vendono gelati e palloncini, gelati e palloncini………uno spettacolo da lasciare senza fiato, qualche minuto di sbigottito terrore poi la consapevolezza che son tutti trucchi di prestigio, solo trucchi di prestigio e la soluzione, la soluzione c’è sempre, razionalità ci vuole razionalità! Con la calma tutto con la calma, sfilano ad una ad una le attrazioni, tre giorni di spettacoli a non finire, clown, equilibristi, trapezisti, domatori, ma più di tutto più di tutto i giocolieri e quelli che lanciano i coltelli e poi la fanno franca, sempre! Tre giorni di gran spettacolo, un orgia di tutto, un delirio, alla fine le carte delle caramelle e i quadretti di cioccolato fondente da raccogliere da terra, cioccolato fondente semiliquefatto, sciolto sul pavimento, il cioccolato fondente, un po’ come te.
IL galateo delle feste non permette la tristezza, esser tristi a Natale rovina la festa a tutti perciò non è permesso. Sono molto maleducata ultimamente, faccio i versacci a tavola, mi soffio il naso sul tovagliolo, gesticolo a sproposito.
Il galateo delle feste pretende serenità. Niente ansie a Natale, niente e se c’è qualcosa a cui pensare a tutti i costi, se proprio c’è allora lo si faccia in silenzio o se ne ripensi dopo la Befana.
Il galateo delle feste raccomanda i regali. Se non hai i soldini fai i regali lo stesso perché quando poi arriva la vigilia e non hai nulla da scambiare sei un gran maleducato e questa è forse la prima regola del galateo delle feste. La faccenda dei regali è una cosa seria e a Natale è impossibile non avere i soldini, dai!
Il galateo delle feste non dice niente sull’uomo del negozio di vestiti usati, l’uomo che si scalda con la stufa a Kerosene (è legale il kerosene?) e che balbetta sotto la foto in bianco e nero di Wim Wenders da giovane.
Capitolo tre del galateo delle feste: regalare solo roba nuova, in confezioni natalizie e possibilmente fiocchi rossi. Il capitolo quattro continua con le decorazioni per la casa.
L’uomo del negozio di vestiti usati a Natale fa gli sconti, emette regolare ricevuta fiscale e volendo è pure disposto a cedere la foto in bianco e nero di Wim Wenders da giovane, talmente giovane che nessuno lo riconosce in quella foto!
Ramen and Co.
Sul palcoscenico luci basse, un divano pieno di fogli, lampada accesa accanto, sul tavolino di legno scuro, ombre della lampada accesa e riflessi ocra, calze a righe rosa che spuntano da sotto la gonna blu.
Sul palcoscenico luci basse, un divano pieno di fogli, lampada accesa accanto, sul tavolino di legno scuro, ombre della lampada accesa e riflessi ocra, calze a righe rosa che spuntano da sotto la gonna blu.
Sul palcoscenico nessun rumore solo vetri rotti fuori dalla finestra, un cane che abbaia legato ad un palo, voci da lontano, dalle taverne fumose che sanno di vino novello, voci della gente della festa, come quando è Natale, perché fuori è Natale, ma sul palcoscenico...
Sul palcoscenico squilla il telefono, cade una pagina che vola qualche metro più in là del divano,
“Pronto sì, sì…..Carlo? Carlo………” qualche secondo di imbarazzo che esita sul nome a cercare di dargli una configurazione, a cercare di scavare negli ultimi dieci anni, da dove viene Carlo?
Poi il ricordo di pomeriggi passata in facoltà “nell’acquario” a ripetere il processo amministrativo di cui ad oggi è rimasto ben poco in mente, sì Carlo che era sempre il primo ad arrivare e teneva i posti riservati, Carlo che aveva spiato nell’ufficio di diritto internazionale e poi aveva riportato le conversazioni segrete quando si confabulava e si davano giudizi sulla tua tesi di laurea.
Poi il ricordo di pomeriggi passata in facoltà “nell’acquario” a ripetere il processo amministrativo di cui ad oggi è rimasto ben poco in mente, sì Carlo che era sempre il primo ad arrivare e teneva i posti riservati, Carlo che aveva spiato nell’ufficio di diritto internazionale e poi aveva riportato le conversazioni segrete quando si confabulava e si davano giudizi sulla tua tesi di laurea.
Pochi convenevoli che il punto si sa bene qual è, per cui sul palcoscenico la voce ora meno esitante pone una domanda diretta: “Sei nervoso?” Quasi che chiederlo a Carlo corrispondesse a controllare dentro te stessa, quasi che dalla sua risposta dipendesse anche il tuo grado di autocontrollo.
Carlo è nervoso e dopo la controllatine di rito in fondo allo stomaco, Carlo è forse più nervoso di te e quindi decidi che va terminata presto la conversazione e chiudi cercando di rassicurare Carlo.
Carlo è nervoso e dopo la controllatine di rito in fondo allo stomaco, Carlo è forse più nervoso di te e quindi decidi che va terminata presto la conversazione e chiudi cercando di rassicurare Carlo.
Sul palcoscenico ora c’è meno luce e più silenzio ancora, c’è il rumore netto e preciso del respiro che segue l’orologio, c’è la sensazione che questo tempo, da qui a sei giorni, questo tempo non finirà mai.
Sul palcoscenico scena seconda:
la luce è accesa, ancora il divano, più fogli questa vola, anche sul pavimento, calze rosa saltellano sulle mattonelle saltellano, abbracciano i pantaloni arancio accesi di J.
Si abbandona il divano e si sfogliano foto in bianco e nero sul tavolo, come carte da gioco sparse, la tua preferita, trovi la tua preferita e in mezzo le foto ci sei anche tu e nemmeno lo sapevi.
Sul palcoscenico J e le calze rosa camminano nelle vie che hanno fagocitato quelli degli acquisti Natalizi, se li sono risucchiati dentro e in giro non c’è più nessuno. Camminate parlando in inglese e quelli che vi incrociano vi guardano stupiti, una discussione sul significato dell’arte, “…”does the feeling come before the interpretation?” e poi dalla vetrina del ristorante giapponese, da sopra i ramen guardate fuori la gente che passa e le cascate di luci gialle accendersi e spegnersi in mezzo alle ghirlande con i nastri rossi, in mezzo a tutto quel Natale fuori dalla vetrata, voi sugli sgabelli dentro vi sentite gli estranei ad ogni costo, e tu pensi che sì, che la commedia su questo palcoscenico non è male, manca solo Meg Ryan che affacciata alla balaustra guarda Tom Hanks arrivare dalle scale mobili del centro commerciale.
Sul palcoscenico suonano Last Christmas ….
Ci sono molti modi per gestire una conversazione. Almeno dieci.
Da un po' di tempo sento di essere obnubilata, obnubilata è una persona confusa credo, una persona appannata, così mi sento, come i vetri della macchina in gennaio prima di accendere la ventola dell'aria. Questo appannamento credo si rifletta un po' in tutto, credo traspaia, come se fossi lì e lì per sparire ma non completamente per cui è abbastanza discreto per il momento, quel tanto da far reagire gli altri come se non se ne accorgessero. Ma c'è, è pesante mi costringe a enormi sforzi per vedere quello che sta intorno, per vedere i confini delle cose e delle persone. Credo che da questo dipenda anche la totale incapacità di gestire le conversazioni che mi affligge come una conseguenza, la patologia dell'essere obnubilata, un sintomo insomma. E così parlo ma non parlo oppure straparlo e dico cose che non vorrei dire ma magari anche sì, e così ascolto quello che gli altri tessono sulle mie parole e mi sconvolge, capita che ogni piccola frase mi sconvolga e lo so, è irrazionale, ma vorrei piangere sulle parole altrui. Ci sono molti modi per gestire una conversazione, io scelgo quelli sbagliati, scelgo quelli che mi fanno mettere giù il telefono o girare l'angolo e salutare e pentirmi di quello che è stato detto oppure rimuginare su quello che non è stato detto. E' strano ed ancor più strano come le parole degli altri mi riescano a toccare nel profondo senza scampo, senza che riesca a porvi alcuna copertura, una scarica di decibel troppo forte e mi trovo così a chiudere il telefono e ad aver voglia di piangere e poi, come lo spieghi, come lo spieghi se la prima a restarne attonita sei tu. Una volta dissi di essere carne per avvoltoi, al tempo la definizione calzava a meraviglia, credo che gli avvoltoi mi abbiano mangiato la prima parte di epidermide, credo di essere nella fase successiva, dove inizia a far male e ci sono i primi sintomi di un dolore sordo. E poi sì, l'aria che tira, quest'aria da "tu sei forte" , il vestitino della festa cucito addosso, sbrecciato, consumato lavato e rilevato che continuo a far passare per buono, il vestitino sta perdendo colore, obnubilato pure lui. E altrochè se ho offerto il fianco, la spalla, altrochè se non so dove sto andando, perchè non so che fare, ecco quando chiudo le conversazioni ho sempre la sensazione che restino dei puntini che dovrei riempire: non so che fare! Finite le strategie, i trucchi, abbandonate le pretesa di far festa, la verità mie cari la verità, mi parla la sera di cose che non voglio sapere, la verità mi fa perdere il lume della ragione m'indebolisce, la verità.......è quei puntini che non riesco a riempire, quelle cose che restano lì e che mi si leggono in faccia forse mi si leggono in faccia, la verità è quel "tipregononteneandare" urlato tutto d'un fiato che mi ripugna per come sono mi ripugna, la verità è il disgusto verso gli abbracci fasulli, le strette di mano fredde e deboli, i discorsi che rimbalzano nelle pareti e si perdono cercando una platea. Se ripenso a certi abbracci mi ripugnano e su tutto, soprattutto, c'è questo bisogno di raccogliere i pezzi persi per strada, lasciati chissà dove, tra una conversazione e l'altra, dieci modi, dieci almeno dieci modi per gestirla una conversazione....
C’era stata una festa quella stessa sera, una festa in una casa sconosciuta e la gente sconosciuta anche quella, c’era un terrazzo, quello te lo ricordi e siete saliti sul tetto a vedere cosa diavolo si vedesse da lassù ed avevate visto la notte, tutto qua, avevate guardato la notte da sopra il tetto della casa sconosciuta. E poi la gente si è insinuata tra voi, il tetto e la notte e così avete bevuto insieme, bevuto e parlato, parlato un sacco e la gente si è insinuata tra voi -Strangers in the night exchanging glaces Wond’ring in the night. What were the chances we’d be sharing love before the night was through – e quando non vedevi, quando eri intento a bere e parlare io sbirciavo da sopra il bicchiere, ti guardavo così reale tra la gente ti guardavo recitare commedie con gli altri e pensavo che c’erano poche cose altrettanto belle quella sera, forse la notte, forse, ma il resto di certo non poteva essere altrettanto bello nella festa né fuori. Fuori, siamo usciti fuori e l’ombra arrivava sulla poltrona nera di casa tua, l’ombra della notte e del mare che stavano a raccontarsela, fuori, e noi dentro sulla poltrona nera di casa tua, tu sdraiato, io sdraiata, sulla stessa poltrona nera, che ad ogni piccolo movimento rispondeva un altro piccolo movimento e un sospiro e parlavamo così, senza dire niente, parlavamo con i piccoli movimenti e Dio quanto mi piaceva sentirti raccontare!
Real life realizing.
E poi quando sono lì col vento che rende difficile chiudere la porta, che per muoverla devo aspettare che passino le raffiche e corro più veloce che posso per prevenirle, quando sono lì ed entro nel nuovo locale in Piazza....quello lato biblioteca verso le rive, entro e li vedo tutti e tre lì seduti, la sera quando succede così allora capisco dove sta la parte vera della mia vita. Sta in tanti anni passati a consolarsi e consolare, in cene preparate all'ultimo secondo, in viaggi in treno attaccati ai finiestrini. Sta nel guardarsi e sapere esattamente quando bisogna proprio buttarla sul ridere perchè non è rimasto altro da fare. Sta nel conoscere i lati deboli e quelli stronzi perchè ognuno ce li ha e perchè è così che vanno le cose quando si è amici. D'altro canto questa e la mia vita, seduta lì, tra i divanetti rossi e i tavolini bassi, almeno metà della mia vita, quella di cui ho i ricordi più nitidi e la consapevolezza più grande, sta lì seduta a scambiarsi i bicchieri e a scremare le frasi salienti dell'ultimo mese che c'è sempre tanto da raccontare e poco tempo. La Sore è bellissima. A volte la guardo e penso che sia bellissima e che quel suo snobbismo inconscio e naturale, quel suo piccolo distacco aristocratico io non ce l'avrò mai. Perchè c'è sempre qualcosa di scalcinato in me, anche oggi che son vestita bene, anche oggi che ho i capelli raccolti e da dietro potremmo essere uguali, c'è sempre l'increspatura che non va e l'essere di sbiego che io mi porto come un francobollo. E così sono fiera che sia mia sorella, che sia lei a dirmi cosa fare, che poi son cose giuste ma a me manca il coraggio e vorrei che fosse lei al posto mio, al mio posto vorrei metterci il suo aristocratico distacco e i suoi capelli sempre in ordine, vorrei metterci la sua di faccia, e i suoi occhi blu che sanno gelarti quando serve, ed ora servirebbe eccome. Ed invece sarà la mia voce, saranno le mie mani, i miei occhi, saranno i miei a parlare e farsi capire e le stronzate usciranno dalla bocca ma poi a parlare saranno gli occhi, come se non avessero già detto abbastanza!
Il livello di pressione dell'acqua è bassissimo
la mattina lavarsi i denti è la sola cosa che riesce bene. Poi ancora un caffè che con il sapore di menta in bocca è il tuo preferito e allunghi quello rimasto nella tazza con un po' d'acqua calda. Apri le distanze e la finestra e respiri. Anche il livello dei respiri è basso e i ruomori e i passi tutto, low relief. Vorresti scappare da lì per poi ritornarci tre secondi e quarantatrè centesimi dopo. Saltellare dentro e fuori. Un salto, respiro, ritorno. Il livello delle parole è sempre più basso anche quello, come se si esaurisse la carica e qualcuno dimenticasse di girare la manovella. Man mano che passano le ore ci sono spazi di silenzi che s'ingigantiscono e un elastico che si tende tra i tuoi pensieri e i suoi. Fino a quando il silenzio finisce di nuovo e qualcuno dice qualcosa che fa ridere, e la tensione si abbassa e si brinda ai giorni passati, si brinda ai Santi. Trick or treat? Trick or treat? C'è questo dilemma nella tua mente ma brindi ugualmente e così improvvisamnete ti accorgi dove convergono i punti cardinali, ti accorgi che sta lì a fissarti e allora non ridi più. Il soffitto si abbassa dinuovo e per un attimo spinge di sotto anche te e il bicchiere in mano trema ma non senti parlare di nessun terremoto il giorno seguente, la Tv non accenna e niente del genere. Eppure il bicchiere trema e devi appoggiarlo ed hai la sensazione di lasciare anche lo stomaco lì, sui quadretti rossi della tovaglia, vicino al bicchiere. E c'è questa strana coincidenza di lui che ti sta fissano e tu che fai esattamente lo stesso e l'elastico dei pensieri che smette di tendersi, tu non pensi - lui non pensa, soprattutto invade questa sensazione di uniformtità, che la vedi quasi scritta davanti a te nelle particelle di anidride che ti viaggiano intorno-------UNIFORMITA---------------e non sai bene se poi sei tu ad alzarti, non lo sai quello che c'è tra lì e il dopo, tra la cena e la notte.Trick or treat? Fa caldo in novembre, cala la nebbia ma fa caldo, colpa della bassa pressione, colpa delle pressione che è sempre ....il livello di pressione dell'acqua il mattino è bassissimo, soprattutto quando erano le tre l'ultima volta che hai guardato le lancette ed ora sono le ciqnue e lavarsi i denti non aiuta e senti i suoi passi ed apre la porta e da qui in poi son solo riti ripetuti fino al prossimo aeroporto. La nebbia era bassa la notte scorsa non hanno volato, le streghe e gli aerei non hanno volato. Ed è più perchè le gambe tremano che ti siedi sulla panchina di ferro a guardarlo sparire ed è il tuo potenziale ad essere basso, che lo sai, dopo questo piano c'è solo la salita!
- "Se c'è qualcosa che posso fare per lei Signorina?"
- "Avete uno sciroppo?"
-"Per la tosse? Le placche alla gola? I reumatismi? Che sciroppo vuole Signorina?"
- "Quello......quello rosso per cos'è? Mi piace il rosso va bene quello, quello a che serve?"
- "Signorina non penso che... sì..... insomma a vederla non credo questo possa...ecco...non penso possa essere il suo sciroppo!"
- "Prendo quello rosso perchè il rosso si intona ai capelli, alle mattonelle del bagno, alla maglietta che portavo ieri, si intona alle giornate corte, ai miei capricci, alle notti d'insonnia, ai ritardi, alle patatine fritte, al Martini e si itona pure alla visione che ho del mondo in questi giorni: ROSSO!"
- "Signorina il rosso non posso darglielo, non fa per lei e poi ci vuole la ricetta!!!"
- "Ricetta???? ad averla la ricetta! Sono proprio le "ricette" a mancare capisce????? Qualcuno che ti dica "fa questoe poi quello e poi mescola un pochino di...." invece niente? Bisogna fare tutto da soli! Senza ricette!!!!!! E se si sbaglia???? E se poi fa male e non si può più tornare indietro??? Una volta fatta la ricetta mica la si può cambiare???"
- "Signorina ma insomma sto sciroppo a che le serve? Qual'è il suo problema?"
- " Il mio problema?....................che per il cavolo di sciroppo rosso ci vuole la RICETTA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"
- "Avete uno sciroppo?"
-"Per la tosse? Le placche alla gola? I reumatismi? Che sciroppo vuole Signorina?"
- "Quello......quello rosso per cos'è? Mi piace il rosso va bene quello, quello a che serve?"
- "Signorina non penso che... sì..... insomma a vederla non credo questo possa...ecco...non penso possa essere il suo sciroppo!"
- "Prendo quello rosso perchè il rosso si intona ai capelli, alle mattonelle del bagno, alla maglietta che portavo ieri, si intona alle giornate corte, ai miei capricci, alle notti d'insonnia, ai ritardi, alle patatine fritte, al Martini e si itona pure alla visione che ho del mondo in questi giorni: ROSSO!"
- "Signorina il rosso non posso darglielo, non fa per lei e poi ci vuole la ricetta!!!"
- "Ricetta???? ad averla la ricetta! Sono proprio le "ricette" a mancare capisce????? Qualcuno che ti dica "fa questoe poi quello e poi mescola un pochino di...." invece niente? Bisogna fare tutto da soli! Senza ricette!!!!!! E se si sbaglia???? E se poi fa male e non si può più tornare indietro??? Una volta fatta la ricetta mica la si può cambiare???"
- "Signorina ma insomma sto sciroppo a che le serve? Qual'è il suo problema?"
- " Il mio problema?....................che per il cavolo di sciroppo rosso ci vuole la RICETTA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"
Peter Pan esiste
ho sbirciato tra le conversazioni che viaggiano tra i satelliti, quelle che passo tra i cavi delle linee analogiche, milioni di frasi in collegamento tra milioni di persone. Trilly ci parla, molto più di quanto non parli con tutti gli altri, bevono il te, sanno se sono tristi, le cose che li fanno ridere. Non si vedono, ma sono certa che quando stringono gli occhi per trattenere le lacrime lo sentono, come si sentono le prime gocce di pioggia sul braccio. Ci sono dei cartoni animati dimenticati dal tempo di cui cantano le colonne sonore e caramelle gommose, pupazzi di pezza che sanno animare. Ci sono i giorni ed i mesi che vanno avanti tra film da vedere e questo e quello, partenze, vacanze, un lavoro o due. C’è L’Isola che non C’è in un remoto link creato ad hoc dove loro sanno arrivare, viaggio di giorno senza dare nell’occhio si arriva e si scende per stringersi un po’.
Peter Pan esiste
L’ho visto passare, parlare di dischi, canzoni arrangiate, Natale ad agosto e regali da fare.
C’erano i sogni che lei raccontava, che lui raccoglieva e se li guardava. E dirle “mi manchi a volte, non so, torna ti prego parliamone un po’”.
Ho sentito viaggiare il dolce frastuono di un giorno che lei gli chiedeva perdono. Trilly arrosiva dicendo “mi piaci” e li sentiva tutti i suoi baci.
Sull’Isola stavano così vicini, protetti da tutti, come bambini, ma era così per quelle otto ore, poi la linea cadeva, si interrompeva, Peter partiva, Trilly spariva.
Ho sbirciato nell’etere ma non sentivo parlare, qualcuno taceva, Trilly piangeva.
La Mala Educacion
Quando le notti fuori dai locali si è tutti amici e si flirta, si offrono cose, si ridacchia, si fanno inviti a breve termine, si racconta tutto, troppo, perchè si è tutti grandi amici e poi due mattine dopo incronciandosi sul corso non ci si saluta, quasi che la mattina le facce avessero lineamenti diversi e le fisionomie fossero modificate. Quando c'è una coda che è evidentemente una coda ma per qualcuno deve rappresentare solo una fila di stupidi che non si sa chi e perchè aspettino, forse solo per intavolare discorsi alla Samuel Beckett, deve essere per mancanza di intuito che questo qualcuno supera e passa avanti. Quando al cinema ci si ostina a tener accesi i telefoni ed a raccontare in via diretta la trama al numero tre della rubrica. Quando mani si alzano ed abbassano con furente follia, tanto furente da uccidere per un nulla, quando si imbrattano i giornali di volgarità e bugie dimenticandosi il mesietre che si sta facendo, dimenticando la propria etica. Quando per arrivare o restare, per non perdere la poltrona e i privilegi si perde invece l'obbiettività . Quando si vive di corsa e correndo non ci si acorge di ciò che si è perso per strada e di ciò che sta passando nell'altra direzione. Quando i caffè si tracannano come medicine e le medicine si assaporano come i caffè. Quando si fa finta di essere freddi e distaccati e si scambia l'orgoglio per impavia. Quando le argomentazioni dei famosi intellettuali hanno livelli più bassi di quelle dell'aperitivo del sabato a mezzogiorno, quando una manifestazione pacifista "nelmondosiamotuttiuguali" segue bandiere di un solo colore e brucia quelle di colori diversi, quando i malati di cancro fanno compassione ma quelli di HIV si devono nascondere. Quando per costruire i tuoi sogni dovrai sposarla per forza, quando se chiudo gli occhi non indovini il colore, quando sulla luna ci siamo andati ma poi il progresso è tutto lì, quando picchi le puttane e ti commuovi per greenpeace, quando....
Messaggio ermetico
Mi accusano di essere ermetica. Non me ne accorgo o forse non lo faccio di proposito. Probabilmente se non fossi ermetica, se non mi autocensurassi, questo blog sarebbe a senso unico e annoierebbe perfino me- Ho molto freddo e non penso dipenda dalla temperatura fuori. Ho freddo ma è per via della temperatura dentro, oggi, scende sotto lo zero e fa freddo.Mancano due settimane ad Halloween, i Santi e iMorti, il ponte che collega Santi e Morti, due settimane- la vita virtuale continua a non spezzarsi e diventa sempre più pesante da sopportare. I mesi sono come le settimane, passano ogni sette giorni, un foglio del calendario finisce nel cestino e le immagini si sfocano. Ogni foglio un pezzetto in meno ed invece di costruirlo, il puzzle, lo rimetto nella scatola, così, un pezzetto alla volta. Ora tolgo un braccio, poi l'orecchio poi chissà, magari un po' di quella vita virtuale così pesante. Mi accusano di essere ermetica; gli ermetici rifiutano l'eloquenza, il vaticinio, il linguaggio pletorico, la ridondante opulenza delle parole. Hermés ovvero mercurio il messaggero degli dei, in poesia corrisponde a chiuso,incomprensibile alla totalità delle persone ma comprensibile a pochi eletti, in me a cosa corrisponde? Anche provando ad eliminare la punteggiatura non si elimina la paura.
Così lontani così vicini.
Il mio Paese è a nord est, un piccolo spazio di terra chiuso tra il Carso e il porto e lì si nasce e vive, tra navi in costruzione ed allevamenti di cozze. Nel mio Paese si muore d'amianto e la gente legge i necrologi e commenta in mezzo ai denti che quasi tutti se ne vanno per colpa del "brutto male". Nel mio Paese d'inverno fa freddo e se si è veramente sfortunati capitano le mattine a meno tre con la Bora e la pioggia che rompono gli ombrelli e così le nonne prima di andare a scuola danno mezzo bicchiere di grappa distillata in casa che infiamma il cuore e le guance. Nel mio Paese l'estate si fa il bagno in mare tuffandosi dagli scogli che tagliuzzano i piedi ma d'inverno ci sono poche cose; prima che aprissero il cinema con tre sale e l'odore di pop corn, prima di quello, si aspettavano il Luna Park ed il circo, ma qualcuno doveva averli informati male perchè venivano sempre in gennaio, quando faceva troppo freddo e tempo quattro giorni smontavano le tende e se ne andavano. Nel mio Paese si festeggia San Nicolò, perchè si è un po' nella Mitteleuropa, perchè è molto a nord il mio Paese. Così il 6 dicembre si festeggia e ci sono le bancarelle fin sotto casa e mandorle tostate, torrone, palloncini, frittelle e giocattoli di scarsa qualità. Quando ero piccola io c'era anche il baracchino coi criceti che correvano e tu dovevi fare le scommesse ma ora gli hanno revocato il permesso e i criceti al massimo li compri con una ventina di euro, gabbia inclusa. Nel mio Paese si beve il vino e si mangia il prosciutto cotto nel pane, delle fette grosse e grasse e tanto vino che la gente alle undici del mattino già ne ha tracannati buoni cinque bicchieri e non sente più la Bora, nè il freddo al naso, non sente quasi più niente. E per far passare il raffreddore al mio Paese c'è una radice bianca che pizzica la lingua e brucia gli occhi ma che libera tutto, un balsamo fantastico! Al mio Paese nel tempo libero si fanno tre cose: si gioca al pallone, si va in bicicletta oppure si naviga. Chi naviga lo vedi subito, perchè ha quel viso sempre abbronzato con le rughe spesse e le mani callose. Chi naviga cammina guardando il cielo e poi il mare e poi ancora il cielo e facendo previsioni sullo scirocco che sta per entrare e sulle nuvole che corrono basse. Il mio Paese fa crescere forti perchè chi se ne va, dal mio Paese, è pronto a tutto pur di non tornare indietro e se lo giura mentre parte dall'unico binario che va in un'altra direzione. Ma quando non lo vedi mai, il mio Paese, quando il mattino l'aria puzza di gas e metano e la gente ha accenti strani e snob e veste alla moda, esageratamente alla moda, e non guarda mai il cielo per vedere da dove tirerà il vento, quando guardi fuori e il mare è così lontano che neppure il canocchiale, neppure con quello lo puoi vedere, allora il mio Paese ha tutto quello che vorresti avere e non vedi l'ora di riprendere la ferrovia e scendere sull'altro binario, quello che costeggia le roccia del Carso e le vecchie cave, qulloche arriva.
Parlando di Simmon & Simmon
Le trovi ovunque, e scusatemi se è poco ma neppure Babbo Natale la vigilia ha tanta visibilità.
Con Kaftani e sopracciglia debilate appetitosi souvenir di una terra sempre più vicina che ci fa ricordare quanto siamo buoni noi italiani ad esserci laggiù. E ringraziamenti con compite strette di mano da vere politicanti avvezze alle conferenze stampa che a farsi venire dubbi e riserve si rischia di diventare impopolari. I cattivi della situazione insomma. Ripensando ad un articolo di Luca, quello più giovane dei Sofri, cito testualmente “..l’encomiabile pretesa di essere nel giusto deve passare attraverso la sua dimostrazione continua ed inderogabile. Pensare invece di essere nel giusto per definizione, e quindi di esserlo di diritto in ogni cosa per affermarlo, genera ed ha generato mostri”. E a me mostri sembrano, di quei manga usciti dalla penna di un giapponese folle che ne vuol fare le nuove Sailor Moon con orecchini etnici dai super poteri.
E da qui tutte le digressioni sulla società che rischiano di essere più banali delle chiacchiere sul tempo.
In giorni di inattività ho letto, girato visto osservato anche molti di quelli di qua, che ronzano, scribacchiano, dicono e valutare non è mai conveniente, per essere simpatici occorre far gran sorrisi di circostanza ed applaudire come tutti Simmon & Simmon. Così decido di essere antipatica ed azzardo la critica, su quelli che si fregiano di titoli specifici, si attaccano definizioni di single rampanti stile telefilm americano che piace tanto a tutte le età. Da Ally McBeal a Sex and the City paiono avere il loro discreto successo, una miriade di luoghi comuni dietro personaggi comuni, situazioni comuni fatte per stupirsi e per stupire senza un briciolo che sia uno, di genuina spontaneità, senza farsi veramente vedere tristi e soli in notti di divano e pensieri che di rampante hanno ben poco. E poi i depressi che ormai non hanno neppure un nome, che la depressione si è sostituita completamente fottendosi i vestiti le scarpe gli affetti, fottendosi tutto e se li vedi mica sono loro a camminare, se li vedi è la loro depressione. La cosa strana è che li rende affascinanti ai più, che diventa uno status symbol, un modus vivendi, che più analisti hai più ti amerò, per sempre!
I sempre allegri, che hanno commenti su tutto, di tutto per tutto, di spirito arguzia sagacia ironia attenti e presenti, mai opportuni mai tempestivi che ti rendi conto che ogni commento più che renderli comici è come una brutta macchia di inchiostro nero che deturpa i sentimenti altrui. C’è qualcosa di immensamente stupido in chi è sempre allegro.
E così categorizzare, chiedersi cosa c’è dietro le parole, la gente, i commenti cosa c’è dietro le conferenze stampa di Simmon & Simmon, dove sta la parte vera di tutto, dove stiamo e se questo non è un grande Matrix che ci sta assorbendo allora cos’è? Che poi basta Fahrenheit 9/11 a sconvolgerci tutti, ma è vecchio come il mondo: chi è senza peccato…
Post Scriptum: DIRTI LE COSE
Dirti le cose è difficile, perchè tu sei difficile , sono difficili questi chilometri e la distanza che ho sempre sentito anche avendoti a qualche centimetro. E' difficile guardarti senza arrossire tenerti una mano chiudere gli occhi e non farsi venire da piangere difficile. ti amo, questo è ancora più difficile , perchè non sarai mai mio, non sarai mai veramente di nessuno, è difficile redersi conto che la felicità è chiusa in uno spazio tra me e te e in qualche parola che non so neppure se hai veramente pronunciato: "per essere felici non ci serve niente!" è difficile rendersi conto che avevi ragione. Che faccio? ora dimmelo tu che faccio? finta di nulla come sempre e abbasso gli occhi e vado avanti. E sì, finta di nulla come se la dedica sui libri non esistesse e le parole all'aeroporto: "sei triste ....no....perchè non sei triste?" L'aereo era perfino puntuale e tu che mi guardavi e io che non vedevo l'ora che finisse perchè già mi mancavi troppo, già era difficile e cazzo sì che son triste e tornare e farsi tornare tutto come prima aspettare chiedersi quando e se .....questo è veramente difficile ....sforzarsi di credere ma intuire come andrà e sapere come sei, guardarti in una foto sbiadita a cristalli liquidi, inutilmente! Domandarsi di continuo dove stiamo andando e la risposta che tanto non arriva , difficile! Difficile un altro inverno da far passare e il "per sempre" che non arriva mai, difficile leggere dietro tutti i silenzi che abbiamo sapientemente costruito, guardarsi indietro difficile. Ti ho sognato per dei mesi, notti in cui te le dicevo le cose, anche quelle difficili.
Odio a volte tutto quello che non riesco a dire. Lo odio immensamente e già più volte ne ho fatto esplicito riferimento alla mia non capacità di dire le cose veramente importanti a chi importante lo è davvero e non per scherzo di due notti di bagordi e quattro tequila tracannate d'un fiato. Solo ciò che è stato correttamente separato può essere adeguatamente congiunto...o qualcosa di simile ..c'è questa frase che saltella da qualche giorno a cui trovo sensi che mi si sovrappongono fin troppo bene. E la fiducia fiducia qualcuno ha parlato di fiducia io non so bene cosa sia ma a quanto pare non devo averne granchè. E' tutto quello che resta di otto notti passate a rubarsi le coperte, una scarsa fiducia, quello che non ho mai detto, i consigli di Jodorowsky sulla famiglia e nessuna consapevolezza, nessuna. E intorno?...intorno qualche frase che suona quasi credibile.....un po' mi manchi.
Leggi qualcosa che altri hanno scritto e non è poi la prima volta che questi altri scrivono un po' di te, così senza saperlo, c'è così tanto di dieci anni fa in quello che leggi che ti lascia senza fiato, inaspettatamente, senza fiato e ti riporta a quegli anni fa nel giro di pochi passaggi mentali semplicissimi, ti riporta là seduta ad aspettare per delle ore , perchè c'erano sempre delle emergenze e c'era sempre qualcuno che stava peggio. C'erano le macchinette del caffè che i più non sapevano usare e prendevano a calci e tu all'inizio ti spaventavi, poi avevi finito per non farci più caso ma ogni volta sotto sotto speravi che a nessuno venisse voglia di caffè. E i pini alti che attraversavano sul viale d'ingresso il parco davano un aspetto fantastico al tutto, come se l'edera volesse coprirne le brutture arrampicandocisi sopra, e camminavi nel viale sperando di non incontrare nessuno di quelli delle macchinette del caffe e degli altri che giravano lì . C'era l'imbarazzo nelle facce e negli occhi che si abbassavano a far finta di non essersi visti e di non riconoscerci, c'erano ritorni in macchina con la radio a parlare e tu che non ascoltavi e la tua controfigura a guidare al posto tuo. E c'erano sempre due a parlare alla radio, sempre la stessa frequenza , e D. che cercava di capire a modo suo credo in fin dei conti veramente cercasse di capire, a modo suo.
Seduti tutti sotto l'albero che tagliarono anni fa, quano ancora S non era nata e sua madre sferruzzava all'ombra attendendo. Seduti là sotto nel caldo sole d'autunno mentre la Sore corre dietro ai bambini incitandoli a sistemare che poi i vecchi brontolano perchè ci sono scarpe e magliette sporche abbandonate nel piazzale. Una calma apparente e vita che scorre come deve scorrere, quelle calme che aspettano l'evento, fino a quando l'evento accade e ci sono tre secondi in cui nessuno fiata, in cui tutti guardano chiedendosi cosa ci sia di reale e dove inizi la fase onirica. Perchè c'è quella sottile linea che è anche un po' la paura dell'accettazione dell'evento stesso, in un certo senso .....you hope and you dream but you never belive that something is gonna happen and when it actually does you expected to feel different, more visceral, more real... e passato lo stordimento ci sono voci e corse e l'avvicinarsi dei temerari, quelli che devono partecipare per poi raccontarlo e quelli che raccolgono la famiglia e la portano via, perchè la stranezza preferiscono lasciarla fuori dalla porta di casa, tre giri di chiave e fanno finta che non sia successo niente. E nella naturale confusione che accompagna gli avvenimenti inaspettati l'unica cosa che importa è la coda del grosso pesce che sollevandosi alza spruzzi di acqua gelida alti non so dire quanto, ma abbastanza alti per bagnare anche me, la Sore e i bambini, queli più curiosi, che corrono fin sul pontile di legno e qualcuno scivola, ma i grandi non ci fanno caso questa volta, questa volta non ha importanza. Occhi fissi al bacino dove il pesce si muove, occhi fissi e bocche che finalmente hanno realizzato e gridano al miracolo, celebrano l'eccezionalità del fenomeno, ipotizzano, danno spiegazioni, gioiscono,in una sequenza concitata di piccoli fotogrammi come tante istantanee di suoni ed urla a fare da coro al rumore della coda che si schianta sull'acqua, una due tre volte, ripetizioni di battute tra l'animale e le onde. E sembra una cosa buona ai più, sembra che ci sia da gioirne e ci si prepara a far festa tutta la notte e quella seguente, e chissà che articoli sui gornali domani, foto e poter dire d'aver visto coi proprio occhi, c'è da esserne felici, benedire, guardare, sgranare gli occhi il più possibile per non perdere neppure un levarsi di quella coda, quanti saranno ormai? Cinque sei...almeno una decina il pesce nuota sotto le barche che ad ogni passaggio oscillano, sotto i pontili le cui travi paiono cedere, nuota e rende contenti gli spettatori. E' così che vanno le cose, così, perchè il pesce morirà se non lo si libera, sarà sacrificato come attrazione del giorno, immolato per il divertimento altrui nel piccolo bacino, lui, degno di sovrastare gli oceani, finirà a crepare in quel bacino fangoso di acqua semi dolce e piante flottanti, tra gli applausi della gente e il mio sgomento per non aver fatto nulla......cosa diceva il manuale? Segue le onde sonore....onde sonore....onde sonore.......
"Buongiorno principessa."
Non tutte le mattine sono uguali, il te c'è sempre e l'uvetta, ci sono gli occhi stropiacciati e il dentifricio, c'è la sveglia e i calzini nell'armadio, questo c'è sempre ma non tutte le mattine sono uguali. Sono le piccole cose a volte e le piccole frasi fatte appena di due parole che non servirebbe spiegare neppure ad un bambino, piccola frase incompiuta lasciata cadere da un telefono all' altro, frase da bambino che fa magie e fa ridere anche se fuori piove e dovrebbe essere una mattina pure peggiore delle altre. Ma le magie a volte funzionano e dal telefono la frase si appoggia sulla pancia e cammina per tutto il tempo e prende il caffè, legge il giornale, saluta e sale sù. Non tutte le mattine sono uguali e quando le frasi fanno le magie le fanno per davvero e si accende una luce ed un altra e le parole tornano, le stesse di prima, una voce che non è la stessa ma le parole sì, quelle dei bambini, le senti dinuovo, arrivate così a lasciarti senza fiato, la mattina.
Maratona day
Appuntamento solito posto soliota ora, fuori dall'ufficio la sera mi infilo le scarpe impolverate, quelle che hanno fatto e visto tutto, pure la Finlandia. Pantaloni bucati e maglietta stinta scendo e c'è già Bianca con k-way rosso annodato in vita. Prendiamo la bicicletta io davanti a pedalare, lei dietro, a volte seduta alla amazzone, a volte a cavalcioni, dipende dai giorni. Corriamo sui marciapiedi e la gente ci guarda: dobbiamo essere un bel quadretto io e lei in tenuta sportiva, di quelle consumate dagli anni e dalle corse, mica high tecnology ultimo materiale e modello! Arriviamo al parco e più o meno le facce delle sette e trenta son sempre le stesse, magnati della pasta al dente, legali e banchieri con air bag di signorine in pantaloncino stretch a far da spalla . Ma noi senza salutare iniziamo i giri che ci competono raccontandocela e si è creata una sorta di tacito accordo per cui io faccio un po' il CT e tengo il tempo e il ritmo, che lo dico sempre: "meglio partire piano e accelerare poi", come nella vita, che a strafare non ci si arriva mai alla fine. Così mesi di allenamenti e il giorno della maratona, per sentirci tutti un po' Baldini, alla fine combacia proprio con l'arrivo in città della scrittrice che tanto c'ha fatte sognare per tutta l'estate ed è una bella lotta tra l'una cosa e l'altra. Esco di casa, domenica guardando gli atleti sfilare e le pettorine gialle coi numeri alti arrancare infondo, il rammarico per non esserci mi accompagna fin sull'entrata della Feltrinelli dove Bianca mi attende con la sua copia di romanzo ben in vista. Parlottiamo un po' e io le dico che son gelosa dei corridori e che la pettorina col numero la vorrei anch'io. Lei suggerisce di rubarla a quelli in coda, ormai senza fiato, che rincorrono il gruppone, e ad un certo punto allunga pure un braccio ma credo che gli occhi appannati dell'atleta le suscitino una doverosa pietà e le facciano abbandonare i propositi di furto. E nel mentre entra la nostra autrice ed iniziano le presentazioni, i discorsi e le domande e dopo dieci minuti già mi son dimenticata della corsa tanto lei mi affascina. E penso a quanto ce ne sarebbe bisogno di avere più donne così ingiro a popolare tribunali, librerie e quant'altro. E quando esco con la mia dedica personale mi sento fiera e commossa, mentre torno a casa inizia a piovere e ringrazio il cielo sperando che un po' di tutto lo smog degli ultimi giorni se ne scenda a terra sciolto nell'acqua, penso alle mie corse, a quelle che già ho terminato sudando ad ogni chilometro e a quelle fortunate dove la parola "fine" è arrivata senza accorgersene, penso a quanta strada ci sarà da fare in quest'autunno che è proprio una mezza stagione, una volta tanto, una mezza stagione! "Corri corri bimbo, corri veloce, corri incosciente, non stare a sentire quello che si dice, corri e non dire a nessuno quello che pensi, ruberebbe la tua anima, corri, fidati di me, corri e basta "
Seduti al bar di quella che per gli affezionati è la "piazzetta squallida" uno spazio ricavato in mezzo a palazzine new generation che era stata innaugurata con solenne manifestaizone alla presenza degli autorevoli della cittadinanza, dedicata a Falcone e Borsellino. Ma dopo gli sfarzi delle celebrazioni, la caduta dei nastri e l'insecchimento delle ghirlande era rimasto un quadrato di squallido cemento delimitato da due panchine che tempo un mese recavano già contrassegnati a pennarello i nomi di quelli che ci si erano accampati. Ho sempre pensato che Falcone e Borsellino avrebbero meritato di più e così fu ribattezzata la "piazzetta squallida". E lì seduti i discorsi nocivi vengono bene e pure quelli esistenzialisti, tirare le somme e calare le carte. S. ed A. mi conoscono da troppo tempo cosicchè finzione ed omertà decadono in pochi secondi, neanche il tempo di riappoggiare il bicchiere. Esattamemte come Giovanni Falcone aveva intuito il passaggio epocale segnato dall'omicidio di Salvo Lima, esattamente allo stesso modo i due mi guardavano aspettando una confessione, aspettando che io lo dicessi che il mio sistema di equilibri, durato decenni, si era infranto nel tempo di mezza estate. Ed al secondo mojito la confessione arrivò, una confessione all'odore di rum e menta, avrebbe riempito appena mezza pagina ma il peso era lo stesso del dossier di Piazza Fontana, senza nomi nè date ma con un bel approfondimento in tema di sentimenti, rinunce, egoismi e paure, degno delle migliori inchieste del secolo. E la cosa doveva essere scottante pure per loro, per quanto fossero preparati, perchè poi mi guardavano senza sapere bene cosa dire, consci che il momento in un qualche modo era solenne e che forse mi aspettavo una qualche risposta che non sapevano darmi. E così nessuno disse proprio un bel niente, nè quel giorno nè i giorni seguenti e le parole si depositarono sul pavimento polveroso della piazzetta squallida, proprio sotto la targa commemorativa, l'ennesima confessione caduta nel vuoto. "Un pentito è credibile solo se si trovano i riscontri alle sue dichiarazioni. Se non ci sono gli elementi di prova, la sua confessione non vale nulla."
La tangenziale di Bologna ipnotizza.
Se poi fai tanti chilometri in tre giorni andare tornare e ancora andare è un po' tutto a diventare irreale. E l'abitacolo della macchina assume la forma di un microcosmo, è il tuo ambiente il tuo habitata come le carte delle caramelle sul tappeto e i CD che continuano a girare intervallati dalle Olimpiadi alla radio. E sfili le macchine e altre macchine sfilano te, fin quando l'autostrada non si perde nella tangenziale e tu ti perdi tra le uscite. Un perdersi reciproco, come nella vita. Ed entri nella grande esposizione che i nordici le cose le fanno bene e dopo i primi trenta minuti ti accorgi che c'è qualcosa di anomalo in te, che sei come "l'intruso" dell'enigmistica e tra il dire, fare, guardare e prendere appunti incroci gli altri ed in effetti gli altri sono insieme a gruppi di due o più , con prole o senza ma rigorosamente in coppie, paia di uomini e donne, alcune con le pance gonfie e la puzza di latte addosso, alcuni che si tengono per mano e prendono appunti, in blocchetti uguai al tuo, scelgono letti in ferro dove i loro figli faranno le capriole e verranno sgridati e divani di stoffa tinta unita per guardarci la Tv e tu ti senti l'intrusa dele loro scelte fino a quando una bambina ti si avvicina indicando la borsa thailandese di paglia intrecciata che tieni in mano, te la indica e ti dice che le piace e tu ritrovi tanta umanità nel fatto che a lei non piacciano i ripiani della cucina che ha difronte, nè le poltrone anatomiche nuovo design, no a lei piace la tua borsetta di paglia intrecciata Thailandese e lei si chiama Lucia ed ha tre anni e vorrebbe la tua borsa e tu staresti quasi per dargliela se una mano non si allungasse ad afferrarla e la strappasse lontano dalla tua borsa e da quell'istante di umanità, per portarla alla ricerca di un lampadario. E qualcuno dice qualcosa a proposito degli sconti sulle lenzuola e tu afferri uno scolapasta laccato bianco, come quello della bisnonna, uno scolapasta bellissimo che fai viaggiare accanto a te per tutto il tempo, al ritorno in tangenziale!
Credo che si riassuma nella crisi da rientro, che abbia qualcosa a che vedere col fatto del mare che toglierlo da davanti agli occhi è sempre uno shock. Credo sia una questione di case allineate che non mi appartengono e sorrisi inopportuni, credo siano voci gracchianti da accenti semplicemente diversi e vestiti tinta unita da portare ben erette, le lucciole non più lucciole, il mojto finito, il bianco che torna bianco e le squamette sulla pelle delle braccia. Credo sia questa mancanza dentro che esce ora a distanza di quasi un mese, a scoppio ritardato, esce ora: mancanza delle tazze colorate allineate al muro e i piedi nudi e neri sul pavimento, i capelli annodati dal sale, l'odore della crema che attirava le mosche. Credo che si riassuma in poche foto mai scattate nelle quali i presenti salutano e mandano baci al latte di mandorla e poi si girano e continuano a gesticolare dandomi le spalle. Foto di colline brulle attraversate di corsa sotto gli spruzzi degli innaffiatoi, con la scusa di rubare i girasoli. L'assoluta, irrispettosa mancanza di volontà sfoca tutte diapositive e fa girare la testa come una bottiglia di tequila, come il giorno che segue le notti molli e irriverenti, quando il mondo sembra iniziare e finire nello spazio di quattro cuscini butatti sul pavimento tra gli ulivi e le stelle.
Nientemeno che agosto, fine agosto in ufficio e così un po' ascolti le olimpiadi sul primo canale in radiodiffusione, un po' guardi al dilà del vetro ancora caldo la gente che cammina piano perchè ancora non si è messa in testa di avere fretta, la gente e piano cammina senza fermarsi nei negozi che tanto tutti tornano il 30, a disposizione il 30 d'agosto. E c'è un sacco di tempo per pensare che forse non è che faccia tanto bene alla salute e lo diceva il mio amico: "voi donne meglio che agiate d'istinto". E mi rincorro tra loop mentali catapultata verso dietro per tempi e spazi e la gravità è qualcosa letto un giorno da qualche parte. Mio caro sembra ieri notte che mi spiegavi le stelle e la sabbia bagnata si attaccava ovunque ma poi ci coprivamo e non faceva neppure più freddo, sembra ieri notte ed ora invece guardo macchine e piastrelle sui marciapiedi e cerco di non essere malinconica mentre Juri Chechi vince un bronzo e diventa eroe greco come le statue consumate dal sale. Ci sono vizi come la nostalgia che a volte non ci si può permettere e i momenti belli quando diventano ricordi cambiano faccia e strappano sorrisi tristi che fanno un po' perdere le speranze. Ed allora è meglio trattenere il respiro e pensare alle cose da fare, al trasloco e agli scatoloni che aspettano nel corridio e all'autunno che porterà pagine da leggere e vecchi libri da rispolverare e questi sono un po' rimedi omeopatici a tutto quello che ci siamo raccontati, anche se tu sei più bravo di me e le lezioni di astronomia eri tu a tenerle ed io ascoltavo e non sono riuscita a dire nulla, all'aeroporto intendo, nè i giorni dopo e tutte le parole sono ancorà lì, da qualche parte dentro a cercare di comporre frasi senza senso, uno spettacolo già visto mille vole a cui ormai sono abituata e che non mi crea più scompiglio che un timido applauso!
E mi sento che forse qualcosa dovrei scrivere, così tanto per non dar l'impressione di aver chiuso baracca e burattini...forse qualcosa dovrei buttar giù così ci penso la sera tra il dormire e il non dormire ci penso a cosa starebbe bene ma forse la faccenda è che le faccende prima vanno digerite e io no, devo avere una assimilazione lenta per cui è ancora tutto lì, tra il vissuto e non, il capire e andare avanti, così. Tanto son decenni che lo ripetono: domani è un altro giorno! Ed evidentemente bisogna essere incoscienti e vivere l'altro giorno e così faccio e farò e forse alla fine no, non uscirà una parola, verrà digerito e basta, incoscientemente!
Mi piace pensare che le persone con cui mi relaziono poi si trovano appiccicata un po' di me addosso , come gli acari della polevere ai tappeti, un po' di polvere delle Lui che non si scrolla e che si porteranno come un tatuaggio per sempre. Sarà megalomania, non so, ma a me piace penare così. Per cui se poi un vecchio amico con cui anni fa avevo fatto delle imprese e che non sentivo mi chiama e parliamo come se nulla fosse, come se gli anni non fossero trascorsi e mi dice con precisione come son fatta e le facce che faccio in certi momenti e mi recita il rosario delle mie espressioni più gettonate, beh in questi casi penso che la teoria dell'acaro forse funziona e mi canticchio da sola "unforgettable, that's what you are, unforgettable though near or far" e mi viene una botta ti autostima pazzesca, supportata anche dal fatto che poi facciamo un sacco di digressioni sulle persone di quei giorni in cui stavamo tutti nella stessa via e scopro che hai tempi era stata fatta una classifica delle "combinaguai" e scopro anche che io ero arrivata seconda a soli due punti dal vertice! Non mi viene dato di sapere chi ci fosse al primo posto, dubbio che oggi mi sta lacerando ma che in cuor mio penso di aver ampiamente risolto e questa seconda piazza mi lusinga anche se tanti dei guai dell'epoca ora non li ricordo ma avranno certamente avuto un nome e delle facce e forse allora sarò stata veramente un guaio per quelle persone voci facce e sicuramente alcune saranno state dei guai per me. E nella foga dell'immaginazione che tutto ciò mi suscita mi figuro delle riunioni segrete nei sottoscale e nelle cantine, tra un poker e il pugilato alla tv, riunioni in cui si parlava dei guai e si parlava di me ed io ero al secondo posto, qualcuno mi avrà maledetta e qualcun'altro assolta e so per certo, lo so che ci sono fidanzate di allora e mogli di oggi a cui piacevo poco ma che non sanno e come potrebbero immaginare, che io a correre nel parco ci andavo più per loro che per me, a convincerle che quello era l'uomo giusto e tre giri da 1,5 km l'uno con loro e poi la sera altri tre con "l'uomo giusto" a convincere lui di "lei" e in quel periodo ero in una forma pazzesca con tutto quel correre. Ed ora le "lei" mi maledicono con pance al settimo mese, case arredate e targhette con due nomi sui campanelli e a me? A me è toccata la seconda posizione!
Sono giorni di preparazione
Preparazione pre vacanza pre aspettative pre attese pre parativi pre abbronzature pre stiti di vestiti e valige.
E se poi hai un po’ di farfalle nello stomaco in un certo qual modo tutti questi “pre” assumono significati particolari e il tuo essere a volte codarda forse preferirebbe avere ancora qualche settimana di “pre” invece che i fatidici cinque giorni e il conto alla rovescia va avanti veloce e tu non sei affatto pronta. Non nello spirito non nel corpo.
Pre gusti e pre dici quel che sarà e mandi e-mail alle solite amiche al di là del mondo cercando conferme che a questo punto non possono che essere pre ziose. E quando arriva un messaggio del tipo “a che ora arrivi?” ti rendi conto che ormai ci sei e ti rendi anche conto che l’ora di arrivo non la sai, che non sai quando atterrerai e precisamente dove e come farai poi se prenderai il treno, ti rendi conto della tua disorganizzazione che è poi pure quasi una non-pianificazione scaramantica, quasi….e rispondi che preferisci fare l’auto stop, che farai l’auto stop fuori dall’aeroporto e in effetti la cosa potrebbe funzionare e non sarebbe neppure la prima volta.
“Prenditi tutto il tempo che vuoi” ma qualcuno ti ha fregata e il tempo in realtà non te l’hanno mai messo a disposizione e un lumicino di serenità ti arriva quando pensi all’ultima volta che eri là e che forse a pesare non sarà l’andata, come l’ultima volta, che il difficile sarà il ritorno.
Sarà così per la sensazione post alcolica che mi fa essere un po' più melange sarà per quello. Sarà perchè sotto l'effetto del sonno si pensa e i pensieri si confondono e poi perdono e tornano e sarà per questo. Sarà perchè se tutti gli altri sensi sono pigri allora senti di più gli odori sarà che ce ne sono alcuni che non si cancellano che a volte le cose sono abbinate in modo strano ed arrivano più alle narici che agli occhi sarà che c'è quel'odore dolce e rilassante di borotalco e cardamomo che mi stordisce ed ogni volta che arriva, portato dal vento lontano o da uno spintone accidentale, quell'odore dolce e speziato mi entra dentro e sembra accarezzi la colonna vertebrale e scenda fin sotto la schiena e fa ballare arrossire fa voltare la testa quell'odore. L'odore dell'uomo invisibile che mi si appoggia sulla spalla per quel tanto che basta a farsi riconoscere. Quell'odore l'ho sentito così distintamente alle quattro del mattino mentre barcollavamo sul marciapiede con tutta l'aria della notte sul trucco colato sotto gli occhi e le risate che si appoggiavano ai muri umidi. L'ho sentito mentre tornavamo a casa, borotalco e cardamomo, me li sono trovati sul collo e li ho tenuti per un secondo in mano, son rimasti lì sotto il naso il tempo di chiudere gli occhi, dolce e rilassante e caldo e melanconico odore come di una musica suonata da un sax. Sarà che ci sono delle cose in cui vale la pena di credere, sara così che l'uomo invisibile è passato a salutarmi alle quattro del mattino, giusto il tempo di dire buonanotte.
Lost in vacation.
Sembrano cose che non capiteranno mai ma poi tutti i piccoli incubi le paranoie quotidiane succedono tutte in una volta e questo fa pensare che l'attesa delle vacanze inizia ad assumere significati extrasensoriali. Otto di sera salgo le scale con l'afa che si attacca ai vestiti , ai capelli, che fa desiderare soltanto una doccia rinfrescante, di ritorno dal lavoro con tutti i pensieri ancora rivolti lì, ancora a ronzare in mente che aspettano solo di essere sbattuti fuori dalla porta di casa. Infilo la chiave e per la seconda volta in un mese gira a vuoto o meglio gira ma non apre. E così penso a tutti i possibili significati metaforici malcelati dietro la vicenda e tra l'isteria del momento un po' mi verrebbe pure da ridere che in effetti su certe cose a volte è meglio scherzarci sù. Mi siedo sui gradini ad aspettare pensando che non ho più l'età per queste cose, per star seduta ad aspettare sui gradini, che magari adesso la gente non pensa bene vedendomi e lego i capelli in un nodo per sconfiggere l'età e sembrare un po' più piccola. E l'attesa fa allungare le ombre e il sole tramonta e la gente mi osserva sui gardini e qualcuno sicuramente starà facendo delle congetture ed un extracomunitario telefona dalla cabina difronte e sento il francese dell'Africa urlare alla cornetta. E la polvere inizia ad attaccarsi ai vestiti ed i vestiti alla strada che ancora scotta. Così sto lì ad aspettare e in mente risuona un motivetto"our house in the middle of the street" ed immediatamente questo mi conduce ad altri gradini che scottavano sotto il sedere, ad una casa bianca con il pergolato, al sale che dava il prurito addosso e alla doccia che non funzionava mai, quanti frappè avrò bevuto quell'estate? E mentre cerco di fare una stima approsimativa sento il rumore del motore della Jeep e i fari che mi illuminano...."our house in the middle of the street..."
Così tanto per gradire il lunedì mattina come se non fosse già abbastanza di per sè.
Cinque dieci passo tra me e il caffè entro non ordino che tra me e il caffettaio - barista è uno completo questo è solo caffettaio - basta uno sguardo ormai a capirci e ad un alzata di sopraccioglio suo, corrisponde un apri/chiudi gli occhi mio, linguaggio del corpo! Insomma soliti cenni d'intesa e mi arriva l'espresso messicano che trascino mollemente sul bancone di lato, con gli sgabelli alti e ci scivolo sopra allo sgabello con la borsa e tutto ancora a tracolla. Occhiali scuri contro i riflessi mattutini e contro quelli che vispi cercano di carpire il mio umore o di scambiare qualche parola: occhiali scuri anti socializzazione. Mescolo il caffè guardandoci dentro come in un buco nero, perfetta sintesi metaforica del mio cervello nello stesso istante, mescolo e decido di interagire, di iniziare ad essere quanto meno visibile e così ho la fatidica scelta di tutte le mattine: quotidiano locale, quasi sempre non disponibile perchè tra le mani dei questurini che hanno i miei stessi orari, Corriere, che però come avvio delle attività mentali è un po' troppo spinto, oppure Gazzetta della Sport, che il lunedì, in periodo di non campionato - e non me ne vogliano i più - è una buona lettura per appassionati di Motomondiale e simili. E così la pagina mi si apre a caso, scherzo del fato o ironia della sorte e te livedo lì, amici di infanzia e compagni di regate, foto a mezza pagina e due colonne di articolo strappalacrime, intervista seria e loro battute quasi brillanti! Tolgo gli occhiali per vedeci meglio,con il naso appiccicato al foglio rosa osservo le foto e le didascalie sotto, confronto sagome e nomi, non ci si sbaglia! Sono loro, compagni di regate ed amicizi d'infanzia che hanno scelto di crederci e continuare, che non hanno occupato banchi polverosi spingendosi in aule affollate, non si son sottoposti a prove che più che esami erano quiz telematici alla lasciaoraddoppia, non hanno perso sei diotrie ad occhio e non hanno la bella pergamena da spolevrare la domenica. Hanno scelto di continuare e ci hanno creduto ed ora ecco: mezza pagina GazzettadelloSport del lunedì, Olimpiadi ad Atene, abbronzatura e sorriso da copertina, polo sponsorizzate e orologio tecnico al polso. Eccoli lì, amici d'infanzia e compagni di regate, dalle pagine della notorietà e farmi l'occhiolino il lunedì mattina e quei sorrisi da copertina a sbeffeggiare il mio pallore di luglio: Dottore, Dottore.....................!
Comunque sia è tutta una questione di coincidenze che fanno i flussi e riflussi della vita. E quando B. mi chiama per una passeggiata ok accetto che tanto di sonno non ne ho e magari aiuta a smaltire il nervosismo della giornata e ci raccontiamo le ultime cose e di gossip ce n'è sempre in abbondanza, anche in questa città, dove sembra non cambiare mai niente. E così per quei casi che sanno troppo di programmato e puzzano di combine in modo nauseante mi presento a J. e lui si presenta a me e a dire il vero ci sono pochi convenevoli che quelli simili si annusano e non c'è verso di sbagliarsi poi molto. Ed è quasi naturale che J. parli finlandese ma sia di Camberra, Camberra in Australia, dove io c'ero ed eravamo lì allo stesso tempo nello stesso luogo e uguale per il Capodanno del 2000 tutti e due al Circolo Polare a pochi km e nessuno lo immaginava. E J. sapeva molte cose che sapevo pure io e a ridere abbiamo fatto le due e lui ancora doveva cenare ma non ne sembrava molto preoccupato. E si mescolavano molte parole, un fusion di concetti sparsi tra Europa e Oceania con le divinità Sami a fare da contorno e un umorismo nordico a cui bisogna essere abituati. Ed ho riso molto tornando in bici con le strade bagnate dalla pulitrice e il vapore che si alzava per via del caldo della giornata che abbandonava l'asfalto e nel buio ho incrociato tanti ricordi, quelli che sembrano accaduti cent'anni fa ma che poi bastano cinque minuti di coincidenze e tornano come fosse ieri!
Spero che l'autore della mail ricevuta qualche giorno fa non me ne vorrà ma ho deciso di pubblicarla essendo raro esempio di genialià sarcastica e finezza sardonica!
L'utore è un icona del XXI secolo!
"La povera,
A dire la verità, dato il blog che gestisci mi sembra giusto che tu abbia a che fare con la MALATTIA, gli organetti di barberia, lo spleen e tutto quell'armamentario degno del miglior Corazzini (leggilo, te lo consiglio caldamente), dello Svevo piu introverso e perchè no del miglior Caproni (e la sua riduzione della vita a stato vegetale )
Certo a XXXX la dimensione starà prendendo colori alla Fogazzaro, ci saranno valletti e donne vestite di pezzi che si prenderanno cura di te.
Stavolta ho letto il blog e mi sono sentito di dover esprimer cosa ne penso della cosa e dei frequentatori (me incluso!?) ebbene, sembra un fumetto di Tin Tin, soggetti che vivono nel 2004 ma che portano le ghette e i pantaloni alla zuava. Il cagnetto c'è pure e i personaggi strambi abbondano. La bella della storia è tua sorella (che naturalmente nè Tin Tin né i suoi amici si faranno).
A propos, qui Tintin si chiama Kufje.
Un abbraccio manzoniano e uno sguardo pietoso alla frà Cristoforo nel lazzareto (chè anche i Promessi ci stanno)"
L'utore è un icona del XXI secolo!
"La povera,
A dire la verità, dato il blog che gestisci mi sembra giusto che tu abbia a che fare con la MALATTIA, gli organetti di barberia, lo spleen e tutto quell'armamentario degno del miglior Corazzini (leggilo, te lo consiglio caldamente), dello Svevo piu introverso e perchè no del miglior Caproni (e la sua riduzione della vita a stato vegetale )
Certo a XXXX la dimensione starà prendendo colori alla Fogazzaro, ci saranno valletti e donne vestite di pezzi che si prenderanno cura di te.
Stavolta ho letto il blog e mi sono sentito di dover esprimer cosa ne penso della cosa e dei frequentatori (me incluso!?) ebbene, sembra un fumetto di Tin Tin, soggetti che vivono nel 2004 ma che portano le ghette e i pantaloni alla zuava. Il cagnetto c'è pure e i personaggi strambi abbondano. La bella della storia è tua sorella (che naturalmente nè Tin Tin né i suoi amici si faranno).
A propos, qui Tintin si chiama Kufje.
Un abbraccio manzoniano e uno sguardo pietoso alla frà Cristoforo nel lazzareto (chè anche i Promessi ci stanno)"
Presumibilmente
Dovrei parlare delle vicende dell’ultima settimana, magari aiuterebbe a raddrizzarle, tirarle su come la più ingegneristica delle architetture, che si sa anche l’arte vuole i suoi bravi calcoli a sostenerla,
Presumibilmente ci sarebbero sette storie da raccontare , sette questioni una dentro l’altra come tante piccole larve nello stesso bozzolo, presumibilmente credo che sia questo che ci si aspetta. Il racconto è un po’ la conseguenza di tutto è la dimostrazione che ci si è passati indenni e che in qualche modo è finita, il racconto è il senso che diamo il giorno dopo alle cose.
Ma credo anche che il racconto sia la forzatura di quel naturale incedere degli eventi, che alla fine poi escono manipolati, come i “perché” in saldo che ci affrettiamo ad arraffare ed incollare alla coda delle situazioni.
Presumibilmente credo che ogni cosa alla fine partorisca la sua propria spiegazione naturale.
E la spiegazione anche questa volta è poi arrivata, puntuale come un orologio, alle tre di un martedì pomeriggio caldo d’afa della Pianura, dopo tre piani fatti di corsa, con l’odore di polvere dei pavimenti nauseante ed intenso, con le finestre mezze chiuse ed il sole che ci passava comunque attraverso, segnando un pentagramma orizzontale sul letto da dove far partire tutta la musica.
Presumibilmente ti aspetti per mesi che qualcosa accada, col cannocchiale sempre sullo stesso punto, con la luna che si gonfia e sgonfia tante volte che ormai non le conti più, sempre sul cannocchiale che ormai anche la realtà intorno inizia ad essere filtrata dalla lente e poi il secondo in cui ti distrai, un pietoso calo di concentrazione, ti costa lo smacco di perderti il fenomeno.
Perché sì, presumibilmente, accade proprio in quel secondo dopo mesi di osservazioni al cannocchiale.
Presumibilmente ti trovi la notte stessa a pensarci e a benedire la sorte, perché anche questa volta la spiegazione te l’ha data, anche se non eri pronta, anche se è durata troppo poco.
E pensi al fine settimana appena passato, ai giorni prima, alla settimana che non finiva mai, alle storie d’amore di cui hai parlato la domenica, mentre la macchina percorreva la costiera e le storie le vedevi correre parallele alla strada mentre le raccontavi e il sole le faceva brillare talmente tanto che quasi non vedevi il mare. Pensi alla storia d’amore su cui avevi appena giurato e giuri che “si dirai tutta la verità e ti impegni a non nascondere…”che poi alla fine ci sono tante verità e ti chiedi quale sia la tua, quella che ti corre dentro veloce e si nasconde talmente bene che se ci guardi non riesci più a trovarla.
E decidi che sì, bisognerebbe proprio dedicarci un po’ di tempo….presumibilmente!
Nel mezzo del cammin non si sa dove finisce.
E questa è un po' la frase del momento neo adulto.
Insomma pare che occorra essere signore e non c'è più dubbio. Ormai mi danno tutti del "Lei" capisci? Neppure si sbagliano più. Dare del "Lei" alla "Lui", non ti sembra un controsenso? E allora normalmente la Lui se ne sarebbe stata zitta a contemplarti da lontano che vabbè le cose vanno come devono e sbattersi non serve a niente e non serve per nessuno, così ti avrei semplicemente guardato da lontano senza dire una parola. Ma in questa fase new adult mi sembra conforme dover dire perchè altrimenti si corre il rischio di essere superficiali, sia mai essere superficiali! Ormai è il male del secolo ma io mi sono vaccinata anni fa! Ed allora ti dico che ieri sera col la luce spenta la finestra aperta e l'aria che faticava comunque ad entrare, ieri con un rock pop inglese a parlare per tutti, che il resto era solo silenzio, ieri io ti pensavo con la malinconia degli amanti, con quella triste dolcezza che senti nello stomaco e quell’umido infondo agli occhi. Ti pensavo così, senza ragione alcuna che la razionalità in certe cose non conta e ci son momenti in cui è bello chiuderla fuori. Ti pensavo perchè mi faceva sentire bella, perché era l’ultima ora dell’ultima giornata dell’ultima settimana di questo giugno. Ti pensavo perché non c’era più luce, perché anche la candela sulla finestra si era consumata perché il libro era finito e non c’era altro da fare che pensarti.
Ma quale permesso di soggiorno...
Comunque la si giri non prende mai la piega giusta che per chi non se ne intende un po', per chi non ha mai visto le code sotto il sole e sotto la pioggia e tutte le bandiere, dal Senegal al Kosovo a far fotocopie al tabacchino difronte alla Questura non può capire. Ma io le ho viste e le vedo e ci parlo e mi tocca di compilare i moduli per quelli che non sanno scrivere o fanno finta, perchè alle volte conviene l'ignoranza, e le file dovremmo farle pure io , K. e tutti gli altri se non inventassimo i trucchi del mestiere. E timbri, impronte, fotografie in bianco e nero con i numeri di serie, come sulle etichette dello scatolame al supermarket e aerei che se li portano via, volo diretto , una trattamento da signori che gli autisti li prelevano fin sotto casa e poi, aereo privato, li riportano lontano, un trattamento di lusso ma senza onori delle cronache, senza i giornalisti, che l'ultima volte K. ha fermato il passeggero quando già stava sulla scaletta, come nei film, ma in giro neppure un giornalista, da non crederci! Ed io mi son chiesta se poi l'aereo l'hanno fatto partire lo stesso mezzo vuoto. E piangono a volte di gioia ma quasi sempre di disperazione e le madri aspettano, sposano quelli che capitano per avere più credenziali, che i matrimoni combinati esistono ancora e magari pure peggio. Ed hanno quasi sempre i denti storti e scalcinati non so perchè ma è quasi sempre così: brutti denti e quell'odore di di fritto notevole ed invadente o di cuscus all'agnello che li segue ovunque. Ti spiegano le loro faccende con l'italiano rubato negli autobus e tra le impalcature dei nuovi palazzi, cercano di spiegarti, ma tra passaporti e documenti falsi le distanze si perdono e finisci coll'ascoltare romanzi firmati Wilbur Smith senza neanche accorgertene.
Le cose brutte sono sempre più facili da dire di quelle belle.
Ed allora sapessi quante cose belle ti sei tenuta dentro e quante volte avresti voluto ma poi proprio non uscivano quelle parole o forse se fossero davvero saltate fuori sarebbero parse una miseria, che proprio non le trovi al momento giusto le parole che ci stanno bene ed anneghi tutto in un silenzio cupo che spiazza presenti ed assenti e spiazza pure te, che vorresti dipingere il momento di tutt’altri colori . Ed invece niente, non esce niente ed è così che poi chiudi il telefono restando per un po’ a guardare tutte le parole sospese ballarti intorno, ed invece avresti voluto dire quanto eri contenta e cerchi di spiegarti quello che ti sta passando dentro, oltre le parole che ballano, oltre tutto lo vedi che sei contenta ad immaginarli insieme al dilà della ferrovia ed avresti dovuto proprio dirlo che sì, guarderai al dilà della ferrovia sorridendo.
mi sono impossessata del blog della lui.
vi svelo che la lui cerca figurante per accompagnarla al matrix mony di amica nel quale fa la testimone.
pacchetto open per prestazione di figuranza, bella presenza e possibilità di alloggio.
rispondete numerosi, alcuni nomi già inseriti nel nostro schedario.
vi svelo che la lui cerca figurante per accompagnarla al matrix mony di amica nel quale fa la testimone.
pacchetto open per prestazione di figuranza, bella presenza e possibilità di alloggio.
rispondete numerosi, alcuni nomi già inseriti nel nostro schedario.
"Bianca è il postino, c'è da firmare e pagare una raccomandata in contrassegno"
- la Bianca imprecando: "Cazzo sempre io devo scendere!"
pochi minuti dopo, il tempo delle scale e di quattro battute con il postino che oltre a suonare sempre due volte vorrebbe pure suonare il flauto alla Bianca (...traverso...)
La busta misteriosa una volta aperta contiene lettera commerciale in cui si legge:
"Continuiamo a conservare in salamoia orecchio umano di giovane donna, razza ariana, sui trenta. Non essendo sicuri di poterne garantire la conservazione, viste le alte temperature di questi giorni e considerandolo svalutante merce di scambio, vi preghiamo volervi recare quanto prima presso la nostra sede onde poter saldare il vostro debito, che continua ad ammontare alla solita cifra concordata nella notte tra sabato e domencia, frutto di libagioni estreme e atti e frasi oscene consumate nel nostro spett. locale"
In difetto saremo costretti a venderlo al mercato nero al miglior offerente.
Distinti saluti" .
La Bianca con orrore: "Cazzo Lui! Quelli hanno ancora il tuo orecchio! Neanche David Lynch in Velluto Blu"
La Lui: "Bianca mi sento un po' Faruk Hassan! Penalizzata da un volgare ballottagio di fiammiferi spezzati, in cui secondo me c'era pure un broglio elettorale degno del Ghepardo e Blulu"
Bianca. "Cazzo Lui! Eppure ti assicuro che ero sicura che avendone spezzati tre e facendo scegliere prima a loro non c'era possibilità di essere le prescelte!"
La Lui afflitta: "Bianca ma quando a scuola spiegavano il calcolo delle probbabilità noi dove eravamo? Nella vita non sai mai cosa ti potrà tornare utile"
(alla lettera era allegata una sinistra fotografia)......to be continued......
- la Bianca imprecando: "Cazzo sempre io devo scendere!"
pochi minuti dopo, il tempo delle scale e di quattro battute con il postino che oltre a suonare sempre due volte vorrebbe pure suonare il flauto alla Bianca (...traverso...)
La busta misteriosa una volta aperta contiene lettera commerciale in cui si legge:
"Continuiamo a conservare in salamoia orecchio umano di giovane donna, razza ariana, sui trenta. Non essendo sicuri di poterne garantire la conservazione, viste le alte temperature di questi giorni e considerandolo svalutante merce di scambio, vi preghiamo volervi recare quanto prima presso la nostra sede onde poter saldare il vostro debito, che continua ad ammontare alla solita cifra concordata nella notte tra sabato e domencia, frutto di libagioni estreme e atti e frasi oscene consumate nel nostro spett. locale"
In difetto saremo costretti a venderlo al mercato nero al miglior offerente.
Distinti saluti" .
La Bianca con orrore: "Cazzo Lui! Quelli hanno ancora il tuo orecchio! Neanche David Lynch in Velluto Blu"
La Lui: "Bianca mi sento un po' Faruk Hassan! Penalizzata da un volgare ballottagio di fiammiferi spezzati, in cui secondo me c'era pure un broglio elettorale degno del Ghepardo e Blulu"
Bianca. "Cazzo Lui! Eppure ti assicuro che ero sicura che avendone spezzati tre e facendo scegliere prima a loro non c'era possibilità di essere le prescelte!"
La Lui afflitta: "Bianca ma quando a scuola spiegavano il calcolo delle probbabilità noi dove eravamo? Nella vita non sai mai cosa ti potrà tornare utile"
(alla lettera era allegata una sinistra fotografia)......to be continued......
Ci sono della mattine in cui già sai che non funzionerai per come iniziano. Come quando ti svegli inspiegabilmente un'ora prima e solo dopo esserti preparata ti accorgi dell'assurdo anticipo. Allora decidi di aspettare e ti stupisci della tua capacità di riaddormentarti in due secondi ordinando i sogni che vorresti fare. E quando la sveglia suona diligente su una canzone di Tricky chiudi per qualche secondo gli occhi per non lasciarlo andare via, quel sogno ed uscendo di casa te lo porti appiccicato addosso che ad ogni passo di sembra di inciamparci sopra. Ed è con te al bar, sotto i portici, te lo trascini a fianco con la paura assurda di pederlo ed il timore di averlo lì per tutto il giorno e vi dite delle cose incomprensibili, tu ed il sogno che è una faccenda tra voi due e basta, lo ascolti parlare ancora con voce sempre più debole a dissolversi tra la gente che incrociate, lo osservi perdersi così nel niente, volare via da dove era arrivato.
Mi compiaccio delle volte in cui ho sostenuto che i brutti songni a volte non finiscono all'alba.
Parto stamane con una valigia carica di silenzi e dimentico il telefono che non suona mai come dovrebbe. Salgo sull'Oriente Express delle nuove circostanze, "Tutti in carrozza!" Stazione Desideri Falliti, binario sedici. E là sotto li vedo bene a sventolare fazzoletti bianchi sporchi di menzogne e promesse mai mantenute, li vedo tutti a far la parte di quelli dispiaciuti e contratti nelle smorfie di visi che hanno regalato espressioni rubate chissà dove, chissà a chi. Viaggio in prima, perchè me lo merito, viaggio in prima con biglietto regalato, posto prenotato, in carrozza due tre facce mai viste ma a cui non serve raccontare che le rughe delle bocche chiuse la dicono lunga. E il vapore dei treni di cent'anni fa li avrebbe aiutati a nascondersi ma oggi non funziona, si vedono tutti, un metro ottanta di pelle, chi più chi meno, pelle di brutti esseri umani e denti stretti a bisbigliare ciò che sarebbe potuto accadere. Cuori piccoli ed insignificati, brutti cuori corrosi da chi ci è passato sopra tempo addietro, gente come loro, gente come loro oggi, bracconieri dei sentimenti altrui a dar la caccia a quattro lenzuola per farne un cuscino che si consuma notte tempo, nell'assurda presunzione di dormire su letti di giustificazioni, ragioni campate in aria, dischi attaccati e mai spenti che si passano l'un l'altro convinti di suonare la hit del momento, variazioni dello stesso tema, una noia mortale, sì mortale!
E quello che mi fa strano sono un po’ questi tempi di altalene, con la guerra in Iraq, che l’ultima guerra in Iraq, con dodici anni in meno, tutto sembrava più leggero, pure l’embargo, e chi ci pensava all’embargo? Erano tempi di primi baci e strofette di canzoni sentite alla radio cantate all’infinito e tempi di programmi sul “quando avrò vent’anni…” e sul come e dove saremo.
Sono tempi di altalene che vanno forte in giù e a giorni faticano a tirarsi sù e l’oscillazione non è poi così precisa che la salita a volte sembra tanto faticosa e la discesa dura giusto il tempo di trattenere il respiro. E a volte dai la colpa a quelli che spingono a volte invece ti giri e vedi che a spingere non c’è proprio nessuno e allora ti chiedi se invece non sia tutta causa tua e ti chiedi quanto ancora dovrà durare il sù e giù ma a star ferma non sei mai stata brava. Guardi i paesaggi sfocati dall’altalena e continui a pensare se in fondo tu non ti stia perdendo qualcosa a continuare a dondolare, se non ci siano infondo dettagli che passano e tu neppure te ne accorgi e un “che diamine sta succedendo!” a volte ci starebbe bene ma - salita – discesa - salita - ed è già trascorso un altro giorno e ti sono già sfilati tutti davanti come soldatini: un due tre sorriso inchino un due tre…….
Dalla parte di Lui
A questo punto chi tace acconsente e la Lui ci ha la sua versione dei fatti bella e salata con annessi da bar e cappuccini.
Insomma vien così che prendevo la bicicletta ed andavo ad incontrare il fumettista dell'ovest ad attendermi sotto le mura dello stadio come da migliore tradizione italiana, come da film di Verdone: lo stadio lo si individua sempre! E poi ci facevamo i giretti sù e giù per il Piccolo Mondo Antico, io e il fumettista, a bere aperitivi in piedi per raccogliere più patatine e io insistevo parecchio affinchè si abbuffasse delle libagioni in offerta speciale al Caffè Centrale , insistevo a farli sfamare, lui e la Bianca, di tartine e voulevant perchè da che mondo e mondo lo si sà, la novelle cousine ha le porzioni ridotte. Poi si finiva nel palazzo con la statua di Nettuno che sorveglia tutti, che poi cosa centri Nettuno qua non l'ho mai capito, comunque si passava dalla porta posteriore e si percorrevano corridoi e stanze, muffa compresa, tutto gratis, quella la offro io! E la Lui ebbene sì, cucinava il pollo al curry e riso basmati e crema di soja tutte cose che fanno molto radical chic ma che la Lui mangia più per necessità. E poi chiedevo con l'educazione della brava padrona di casa se fossero intenzionati al bis, e quelli a dir di sì, che non sta bene dir di sì, che non bisognerebbe forse sempre alzarsi da tavola ancora un po' affamati? Insomma quelli le regole normali non le conoscevano e ne volevano ancora, ma c'era altro riso comunque e la crema di soja sul polistirolo, che quella non manca mai. E si beveva Coca Cola per butar giù degli zuccheri ma poi, cambiata la musica, si sarebbe passati a vodka tonic...
Che c'è per cena?
Che la consapevolezza di non meritare proprio il cucchiaio d'oro ma neppure quelllo di plastilina io un po' ce l'ho sempre avuta, che dire d'esser una tutta fornelli e manicaretti non l'ho mai detto. Così ho i piatti di stagione , per pigrizia e scarsità di tempo a casa mia va molto la pietanza monotematica. Ricordo ad esempio che lo scorso anno è stato senza dubbio di gran glamour il riso in salsa di soja [ prendete il riso, fatelo bollire e a cottura ultimata - meglio se un po' molliccio perchè nel frattempo avete ricevuto tre telefonate ed avete completato la ceretta alle gambe- ecco a quel punto ci versate sopra, direttamente dalla bottiglia, la salsa di soja]. L'autunno /inverno 2004 invece è stato dominato dal nuovo potage de légume, rigorosamente da scongelare ma di gran comodità essendo già pronto in cubetti monoporzioni che fanno tra l'altro una gran simpatia, come i biscotti per bambini a forma di puffo! Insomma la necessità aguzza l'ingengno ed io il libro "Cucina rapida per single occupatissimi" ormai l'ho già quasi in pubblicazione che K., V, e molti altri han vissuto per mesi a basso costo e poco sbattimemto grazie ai miei preziosi consigli alimentari. Ora, ciò premesso per dovere di cronaca ma pure un po' per onestà, confesso, con una nota di rammarico e quasi delusione, di aver oggi appreso dalla viva voce di chi in cucina proprio non c'è, che sì, son stata vigliaccamente battuta con basso colpo proveniente da chi meno me l'aspettavo. Oggi son lì con Bianca a discutere di cene da fare e chi cucina cosa e il budget e la spesa, insomma a pensare a che mettere in padella e lei luccicante mi propone: "Dai, dai, cuciniamo il pesce!" Io non nascondo lo stupore e beh mi affretto a precisare. " ok, però cucini tu perchè io non so se sono proprio in grado, nel senso...il pesce...." ma lei spavalda azzarda : " sì, sì non c'è problema, che ci vuole???" Pochi minuti dopo la Lui e i presenti apprendevano che l'idea di "cena di pesce" della Bianca consisteva in platesse o peggio ancora naselli congelati da gettare in acqua che portata ad ebollizione li avrebbe serviti caldi e lessati su un letto di piselli e/o spinaci, anch'esse rigorosamente da frizer! Ora passi per la platessa bollita, piatto dopo il quale c'è solo il suicidio e che quando raramente cucino mi fa venire un solo pensiero: "ingurgita che è energia e comunque male non fa!" Ma caspita....il nasello no!
Ho conosciuto persone a cui le spiegazioni non le chiedevi, a cui le leggevi nelle rughe della pelle del viso che ti raccontavano tutto quello che volevi sentire. Ho conosciuto persone i cui occhi guardavano sempre da un'altra parte, sempre verso quell’oltre a cui sapevo non sarei mai arrivata. Quegli ochi mi facevano piangere e ridere insieme perché non ci potevi arrivare ed era come arrampicarsi sulla sabbia e scivolare giù ogni tre passi. Quelle persone si sono portate via un pezzetto, lo so, un pezzetto di cellule con annessi e connessi, cellule dell’anima credo, se un anima esiste, quelle un po’ se la son portata via con loro perché non c’era nient’altro da dare. E le cose buone, quelle cattive, e la rabbia e la gioia e il piangere e ridere delle loro rughe non li avrei mai capiti fino in fondo ma si lascivano guardare ed invidiare ed era impossibile non notarli e il moto dondolante mentre camminavano davanti o dietro e quel ridere canzonatorio da attore comico, che in fin dei conti hanno sempre quella malinconia di fondo no? Che in fin dei conti i comici vendono risate per scacciar la tristezza che si portano dietro e così queste persone. E ci sono volte in cui la notte guardo fuori , oltre i palazzi, e le chiamo tutte quelle perone a parlarmi ancora, a parlarmi con le rughe del viso!
Quel che c'era e non c'era: sabato di ordinaria gestione familiare nella casa di Lui
Sabato a casa sveglia alle otto che già per essere sabato appare un orario alquanto ingiusto, se poi la sera prima hai fatto le quattro e mezza è un'onda anomala scaraventata sul tuo corpo con violenza inaudita.
Sveglia forzata con Leo che impreca per il ritardo in cui già sa lo trascinerai, il Leo è la puntualità su questa terra, apri gli occhi e scavalchi la Sore che dorme per terra con "Sacco" ed allora ti ricordi che è tornato Frenk dal Tibet che dorme nel letto della Sore con Tripper e Venezuela guaisce e russa nella cuccia e tutto ancora è statico mentre tu infili le Nike e cerchi lo spazzolino in bagno, "possibile che tutti spostino le cose!" e nel mentre non capisci come mai l'acqua del te sia fredda ed allora vedi che il micro-onde non parte e qualcuno ha staccato la spina per attaccare il ferro da stiro dimenticato. Nel frattempo Pepe si è già messa gli abiti da Clown e bombetta ed occhiali,"... no la parrucca non la voglio perchè ieri ho speso quei quaranta euro di messa in piega, e poi sai che le parrucche mi danno il prurito, no vado senza parrucca..." e Pepe-Clown già balla e canta e tu con Leo siete in autostrada e il Leo attacca con le solite arie "anni ruggenti" e i programmi di RadioRai e tu vorresti Bjork o Yo La Tengo ma Leo canta Mino Reitano. Arrivate dove dovete e più o meno Leo ti trascina nelle commissioni e parla con i commessi dei negozi e tu sorridi come Lady D perchè sei trascinata ma vuoi comunque dare un segno di partecipazione. Nel frattempo Frenk a la Sore si svegliano e anche Venny e Tripper e infornano "panini con sorpresa" per la colazione e la Sore è molto indaffarata con la gara di zattere ed i numeri e il tempo che è come voi, non si decide a star fermo e qualcuno improvvisamente urla: "La torta!!!!" ed allora ti ricordi che c'è da andare a prendera la torta di compleanno stile festa delle elementari con "Auguri" scritto sopra in cioccolato fondente e corri sperando di essere ancora in tempo e sulle scale incroci Pepe che sta tornando, trucco colato e bombetta spiegazzata ma ha fatto la sua porca figura e tutti si son divertiti! E poi nel pomeriggio c'è ancora la Sore con la gara di zattere che alla fine verrà rimandata per via del tempo che non si decide a star fermo e Pepe e Leo che cercano di chiudere le valige e far entrare gli armadi in una rigida della Samsonite non è poi così facile ma più o meno ce la fanno e l'orchidea viene esposta sul tavolo e la torta e gli "Auguri" pure e finisce che brindate a Coca Cola , finisce così, con la Coca Cola!
Personaggi ed interpreti in ordine sparso:
Lui - Lui
Sore - la sore della Lui
Leo- il padre della Lui
Pepe - la madre della Lui
Venezuela- Venezuela
Tripper- l'orso di Frenk
Frenk- Frenk
Sacco- il fidato sacco a pelo della Sore
[si ringraziano: Cesare, Ste, Andre, Ciro, il postino, Adri, l'orchidea, la torta di compleanno, la Tana, il treno, la stazione di Bologna e tutti quelli che ci sono stati o che ricordano di esserci stati]
E questo dovrebbe essere un festivo. Mentre scorro l'orario sbiadito dell'autobus scoprire che ce ne sono solo un paio all'ora mi da la certezza che oggi dovrebbe essere un festivo. Allora viene da chiedersi che scarso significato abbiano poi i festeggiamenti e le giornate naziolali e Ciampi al Vittoriale che apre le celebrazioni e quanto di lavoro sappia in bocca questo 2 giugno. Bevo lo stesso caffè alla stessa ora, l'unica differenza la fa il bar, perchè quello solito i festivi tiene chiuso, allora trovo aperto quello poco più avanti e bevo un caffè che però ha l'identico sapore, proprio uguale, di ogni mattina alle nove. Sbircio i titoli del Corriere quasi di nascosto, diamine è pur sempre un festivo e le signore aprono Marie Caire e l'inserto del sabato, io invece sentendomi un po' anomala un po' colpevole sbircio il Corriere e neppure mi siedo perchè per me questo festivo ha il soundtrack del martedì. Che poi ironia martedì non lo è neppure! Ed accendo il pc così meccanicamente e saluto entrando come sempre, ma neanche l'eco mi risponde, avrà deciso di festeggiare pure lui!
Ho scarsa visibilità.
Ci sono giorni pari e giorni dispari e poi ci sono giorni senza numero e senza anima in cui hai scarsa visibilità e tutto ciò che resta, tutto, è l'ombra lunga davanti a te che non smette di anticipare ogni tuo passo. Cammini sotto le colonne dei portici e tu e l'ombra sembrate separarvi in certi punti, dividervi in due come la strada, ma poi passa un'altra colonna e l'ombra spunta davanti e proseguite insieme, una dopo l'altra. E questo ti riporta in un certo senso a quando ancora credevi che le stelle cadendo portassero sulla terra i tuoi deisideri e con l'ombra, le notti d'estate, facevi le acrobazie sui muri dei cortili scalcinati spaventando i più piccoli. E poi col tempo la tua ombra è diventata sempre più lunga e ti sei accorta che fuori da quella non sono poi tante le cose che hanno senso. Te la porterai definitivamente dietro per il resto della vita, nemiche amiche amanti sorelle tu e l'ombra perchè a lei, all'ombra, poco importa se oggi hai scarsa visibilità!
A GRANDISSIMA RICHIESTA - CORTI DELLA PISCINA
ovvero: come ti dimostro le controindicazioni del nuoto- seconda parte (per la prima vedi 4 maggio).
ovvero: come ti dimostro le controindicazioni del nuoto- seconda parte (per la prima vedi 4 maggio).
Capitava ancora che andassi a nuotare. In effetti nella mia vita povera di certezze, con le bollette da pagare e la miseria dei giovani carini e occupaticonretribuzioneminimasindacale, la piscina è una delle poche costanti, è una delle cose che c'è, c'è stata e fisico reggendo ci sarà sempre. Perchè il nuoto è una disciplina Zen, uno stile di vita, una religione che ti battezza col cloro e che se pratichi con costanza si annusa a trenta metri, una cura per la pelle abbronzata e ad eccesso di sebo, una di quelle cose che ti fa sempre recitare il rosario del : "ma chi ......me l'ha fatto fare". Sì insomma nel nuoto o ci credi o l'abbonamento lo getti alle ortensie dopo le prime due volte, con somma gioia dei gestori della struttura che, non so come mai, dopo due stagioni ci hanno il Rolex e la moglie col fisico di Jennifer Lopez! Allora io invece capita che ci credo eccome e già da due stagioni detengo il "bikini d'oro" per la costanza e la dedizione, (colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che anche quest'anno mi vorranno votare). A volte ho quasi l'impressione che il mio anno sia scandito dai ritmi delle corse in bici, pausa pranzo, verso la piscina, mentre attraverso il parco a 50km/h come quelli del Giro d'Italia, con Pantani (pace all'anima sua) più veloce degli scooter perchè io ho 60 minuti in tutto: andare - tuffarsi- asciugarsi - tornare- 60 miseri muniti...e ragazzi se questo non è amore per lo sport! Insomma passo dal parco in bici e le stagioni cambiano intorno e prima le foglie si scartano come caramelle sotto le ruote, poi c'è la neve e anche il popolo dei tunisini e dei senegalesi rinuncia al mercato all'aperto e sceglie altri siti più consoni allo spaccio della mercanzia, ma si fa presto che il bianco cambia ed ora è quello dei pollini e mentre passo gli occhi lacrimano, ma io vado vado perchè ho solo .....ora sono già 50- 50 minuti! Pago l'ingrasso - l'animo un po' Anarkiko mi fa dire no agli abbonamenti (in realtà è il tirare fuori 100 Euro tutti insieme ma questa è la versione meno poetica della questione) - corro e mentre entro già mi son tolta le scarpe e inzio a sfilare felpa maglia tutto insieme appallottolato nell'armadietto la chiave, mai avuta, mi fido e tanto non c'è da rubare non c'è ... sotto la doccia corsa bordo vasca mi tuffo e l'acqua gelida mi fa aumentare ancora la corsa corsa corsa inizio le mie vasche che poi dopo le prime sei il freddo non lo senti più, all'ottava inizio a rilassarmi vero la dodicesima è come un dolce dormiveglia e poi da lì inizio un percorso di vasche e pensieri in armonia che credo che le più grandi invenzioni della terra in realtà siano state partorite ammollo nel cloro! Insomma dopo è come non esserci e tutto così sfocato sfumato dal vapore dall'azzurro dal non rumore tutto che vorrei stare lì dentro in eterno....sarà l'effeto un po' placenta come dentro l'utero materno un ritorno alle origini sarà che in acqua respiro bene senza pollini senza asma nè polvere...non so cos'è in realtà ma sono felice. E questo nella quasi totalità delle volte, questo accade quando non vedo che le corsie sono popolate più o meno da dieci - undici persone l'una, quelli che tentano, che invadono, che usurpano spazio ai veri credenti ai fedeli, quelli che ti si piazzano davanti con la tavoletta o, peggio ancora, che dopo 50 metri tutti d'un fiato, sollevando onde australiane, non possono più farcela e si bloccano nel mezzo delle linee che stai facendo, che ti rompono il ritmo e le palle.....ora capitava che qualche tempo fa io fossi in beatitudine Zen a quota 45 vasche all'attivo, andavo e pensavo e come spesso capita, mi chiedevo come mai non sia possibile respirare sott'acqua come i pesci, come mai gli esseri umani da questo punto di vista siano così sottosviluppati, ecco stavo appunto elaborando teorie sulla quesione quando da sotto le gambe sento strani gorgheggi, vortici e bolle iniziano a salire in superficie, qualche secondo di smarrimento ma i pensieri erano così piacevoli che decido di non avvedermene e continuo....ancora gorgheggi, questa volta più forti, da sotto le gambe...mi sorprendo per la potenza dei filtri di circolazione dell'acqua e piacevolmente colpita mi dico che quanto meno sul riciclo e sulla pulizia la struttura è impeccabile, ma in realtà non finisco neppure di formulare quest'ultima riflessione che da sotto gli arti inferiori - che continuavano meccanicamente a compiere il movimento della rana - spunta una testa avvolta in una cuffia ed un tizio mi si para davanti, un tizio spuntato da chissà dove sott'acqua, nel ben mezzo delle mie gambe! Attimo di imbarazzo reciproco - sguardi fissi da sotto gli occhialini Speedo - poi lui sente di dover dare spiegazioni e azzarda:"scusa volevo superare da sott'acqua ma non ce l'ho fatta". Io tra il turbamento e la sconsolazione boffonchio:" figurati! la metterò nella lista delle esperienze quasi sessuali che anora non avevo provato!" Lui fa un paio di bracciate, raggiunge il bordo vasca, getta cuffia ed occhiali e se ne va. Non l'abbiamo mai più visto!
Ci sono dei posti che ti fanno sentire bene. Quando entrai per la prima volta nella mia prima casa qua, dove abito adesso, mi sentii subito felice. Credo sia una questione di storia delle cose più che di bellezza delle stesse . Come la prima casa qua, tutto era fuorchè accogliente all'inizio ed io M. ed E. ci abbiamo lavorato sù per quasi un mese e mangiavamo panini sedute sugli scatoloni di cartone posati in cucina, dormendo tutte insieme sui materassi incelofanati direttamente sul legno chiaro. Però si stava bene. E' una questione di storie che i posti sanno raccontare. E all'inizio neppure immaginavamo quante altre ne sarebbero passate di lì e come quelle pareti di cemento spesso dei palazzi costruiti dopo la guerra, con ancora la concezione della resistenza, avrebbero contribuito a cambiarci.
E dopo pochi mesi già non c'erano più quelli che nominavamo appena entrate, ma c'era Ste che correva al parco di giorno e preparava Havana Cola la notte a lume di candela, che la vedevo dalla mia finestra la candela ed ascoltavo il Jazz che suonava le sere d'estate e mi addormentavo sentendolo sussurrare promesse alle ragazze che salivano con lui. Poi c'era M. che viveva la notte con E. e quando io aprivo gli occhi li sentivo tornare col giornale fresco che erano sempre i primi a comprare e i panini dell'Autogrill, perchè trovare qualcosa di aperto la notte in questa città è un casino. Vagabondavano la notte ma, ironia della sorte, è accaduto di giorno che si sono innamorati ed una mattina mi sono svegliata e stavano suonando la loro canzone, da non crederci! Ed ancora c'erano B ed A e tanti altri che venivano ad andavano una notte, due, parlavano e cantavano e suonavano ognuno le loro musiche e si discuteva di chi dovesse fare cosa e dei sogni e di dove saremmo andati. Un giorno a Natale poi abbiamo bussato alla porta di L e da quel giorno anche lui faceva parte della casa, del sofà mezzo sfasciato su cui tutti prima o poi avrebbero dormito e delle colazioni sul pianerottolo, si servivano caffè ed Acutil Fosforo, con le porte aperte e c'ero io a svegliare tutti ....
Cacciatori di aforismi nella palude dei caffè versati al mattino, pescano con i cucchiaini infondo alle tazze cercando di indovinare le previsioni dei fondi anneriti e un po' acquosi. Paghi il caffè e ti trascini sulla strada che ha già caldo , venti muniti per percorrere cento metri stabilendo il record di lentezza che neppure il fidanzato Messicano di tua sorella era riuscito a segnare. Ti osservi sulle vetrine e scopri di essere molto bianca rispetto al resto e rispetto alla giacca nere stretta, rispetto alla mattina, sei molto più bianca di quanto forse sia necessario. E ti osservi un po' come se ti avessero prelevata da qualche secolo fa ed appoggiata a sorpresa in questo 2004 di cui francamente ti sembra di capire ben poco. Sì, forse il tuo aspetto di oggi appartiene di più all'ottocento, quando i giri delle ruote delle biciclette erano anche loro più lenti e ci si salutava togliendosi il cappello. E così pensando ti torna in mente una vecchia canzone e le foto della scatola in bianco e nero che guardavate a Pasqua cercando di puntare il dito sui parenti conosciuti, ti torna in mente la torta di meringhe bianche. Poi la Sore ti chiama e ti dice che andrà a New York ed è come un veloce viaggio nel tempo che improvvisamente ti ricorda dove sei e cosa ci si aspetta tu stia facendo già da buoni venti minuti. E la Sore andrà a New York a New York in settembre ......
La verità e che uno a volte non si accorge di quanto i difetti al momento opportuno possano rivelarsi i suoi migliori amici.
Insomma l'allergia ai pollini a volte è la tua attenta alleata e così è sicuramente colpa degli antistaminici il rincoglionimento che palesavi questa mattina in ufficio e l'essere stralunata dipenderà dalla quantità di piumini nell'aria e come i piumini ti senti...
Insomma l'allergia ai pollini a volte è la tua attenta alleata e così è sicuramente colpa degli antistaminici il rincoglionimento che palesavi questa mattina in ufficio e l'essere stralunata dipenderà dalla quantità di piumini nell'aria e come i piumini ti senti...
e poi ci sono altre volte in cui dal cuore tireresti furoi tutte le troppe volte che ti sei trattenuta dal dire e ti vengono in mente cento occasione in cui proprio valeva la pena parlare ed allora senza motivo prenderesti il telefono e ci sarebbero nella rubrica dai tre ai cinque numeri impolverati che varrebbe la pena spolverare e niente, senza neppure dire ciao, senza presentazioni: - non ti ho più chiamato perchè sei noioso, sei noioso e falsamente depresso e il tuo contributo al nutrimento della mia anima era pari ad una ciotola di cibo per cani gusto manzo, che a me neppure piace il manzo- ed ancora- "pronto? sì è lei cioè sei tu lui? sì sono io la bella persona, no niente sai che c'è? la risposta l'ho trovata, alla fine beh non era una questione di belle persone, la questione era che sì sai .....c'è che tu invece sei un gran brutto esemplare di essere umano e che sì dimenticavo, a volte si critica proprio quello che si è o che si ha timore di diventare....stronzo? no assolutamente non penso tu sia uno stronzo.....direi piuttosto che sì....tendi più alla superficialità, sei un superficiale! A proposito....odio il surf!" .....ma poi ti trattieni ed un po' è per orgoglio un po' perchè ti scoccia di spendere invano i tre euro che ti sono rimasti nella ricarica del cellulare. Anche la scarsità di mezzi finanziari alle volte è un ottimo deterrente!
Una primavera che si fa compatire questa. Scema è la notte senza la luna! E allora corro incontro a dei sogni di quando ero bambina, guardo i treni sulla vecchia ferrovia passare con i vagoni pieni di merci e la gente dimenticata che dorme a casa. La gente che invece dovrebbe essere sui treni al posto delle merci. E mentre ci penso tutto è passato e il rumore che assordava già non esiste più. Una notte senza la luna vedo l'uomo che sul prato fa volare gli aquiloni come io non ci sono mai riuscita, ma poi un secondo dopo già non c'è più, spariti il prato e l'uomo e allora mi chiedo se fossero davvero stati lì, quel secondo prima. A volte riesce difficile capire se immagini o vedi, tutto è un po' confuso, come quando le nuvole e il cielo si vanno a sposare, come le notti sceme senza la luna. Passa l'aereo dei soldati, quello che quando passa fa un rumore diverso, che già ti spiega quello che andrà a fare al dilà del confine, lo senti passare e tornerà quando le luci si accenderanno e la notte scema senza la luna sarà andata anche lei!
La primavera seguente decisero che la vita andava un po' rivisitata, come i film a cui dai una svecchiata di colore o cambia la colonna sonora e tutti gridano al capolavoro. Decisero che potevano ancora farci qualcosa e che non era troppo tardi, no! Così quella sarebbe diventata la loro primavera e la primavera delle corse alle cabine telefoniche, perchè ancora esistevano e ancora le segreterie potevano parlare quelle lingue lontane di paesi che non avevano mai visitato. Correvano alle cabine dandosi appuntamenti notturni e le monetine a volte venivano sputate fuori a volte regalavano emozioni su cui poi c'era da parlare per ore sedute nel parco, la notte , a godersi il fresco della loro primavera. E una di quelle notti avevano pure guidato la macchina fin fuori dalla città ad un'altra città, dove bisognava chiedere le informazioni ai passanti per saltarci fuori, in mezzo alle vie dai nomi che non conoscevano ed erano state un po' principesse un po' Cenerentole, con l'ansia di tornare a mezzanotte senza perdersi le scarpe e con tre soldi in tasca che bastavano appena per pagarci i caffe. C'erano un sacco di cose a tenerle sveglie quella primavera ed un odore dolciastro che permeava l'aria e che con l'estate sarebbe scomparso, lavato via dalla tequila servita nei bar all'aperto. Ma per tutta la primavera quell'odore era stato fortissimo e persistente, un odore che faceva girare la testa e scompigliava i capelli, sembrava di vederlo quell'odore arrampicarsi sui muri, entrare nelle stanze e non farle dormire, quell'odore della loro primavera.
Capitava che decides...
Capitava che decidessi che nonostante tutto, nonostante la giornata sarei andata comunque in piscina. Capitava che quando uscivo all'una mi si svuotasse addosso un mezzo litro d'acqua e io pensassi, che ok, tanto dovevo bagnarmi. Capitava che tre secondi di consultazione con me stessa decidessero che avrei preso l'autobus, perchè con l'autobus sarei rimasta bagnata quanto ero ma non avrei peggiorato la situazione....questo capitava normalmente....ma l'autobus 3 bassava seguito dal 4 seguito dall'8 e poi acora il 3 due tre giri di sto tipo ....ovviamente io aspettavo il 5 che mi raccattava dopo buoni 20 minuti. Allora capitava che io quasi mi ammazzasi nel salire, perchè intanto, assieme a me, si era radunata una piccola folla, tutti ad attendere sto 5, cosicchè mi trovavo in vettura più per spinta che per volontà. Capitava che la vecchia signora, la cui magrezza era stata un ricordo di gioventù, dovevesse scendere proprio a quella fermata e che io per sventura fossi tra lei e le porte. Così capitava che io sentissi un grosso impulso che partiva da dentro, un impulso di prenderla ad ombrellate sull'impermeabile grigio. Poi capitava che finalmente arrivasse pure la mia fermata ma che fatti tre passi, lo stesso autobus che mi aveva lasciata mi passasse accanto scaraventandomi sulle scarpe tutto il fango che era riuscito a tirar sù. Capitava che io non volessi perdermi d'animo, allora correvo in piscina, perchè già ero in ritardo di buoni 15 minuti . Capitava che ormai fossi fradicia allora pensavo che la doccia prima sarebbe stata inutile, che già ci avevano pensato là fuori. Capitava che nel tuffarmi nella vasca notassi che sì, c'era più gente che acqua, più braccia, gambe, teste a dimenarsi che acqua. La vasca comunque riusciva a contenere anche me ma capitava che dopo venti muniti di spintoni e calci e sgambetti involontari sott'acqua io mi rendessi conto che a volte chiunque può diventare agorafobico e io in sordina iniziassi a sognare di annegare il tipo con la cuffia rossa dietro di me. Capitava che un'ora del genere assomigliasse più a un contrappasso che a una nuotata. Capitava che fossi costretta ad uscire con i capelli bagnati causa le sgambate dell'acqua-gim che si fregano tutti i phon e ci mettono tre ore a passarsi la crema sulle cosce. Capitava che all'uscita piovesse ancora più forte di quanto io non l'avessi creduto possibile. Capitava che nella rincorsa all'autobus lo zaino si aprisse e io seminassi effeti personali e bagnoschiuma sul marciapiede. Capitava che il il bagnoshiuma si rovesciasse e che per uno fenomeno fantastico il marciapide iniziasse a produrre bolle rosa. Più o meno questo capitava- NUOTO PERCHE' MI RILASSA!
Tempi moderni "Che ...
Tempi moderni
"Che cosa aspettiamo così riuniti sulla piazza? Stanno per arrivare i Barbari oggi. - Perché un tale marasma al Senato? Perché i Senatori restano senza legiferare? E' che i barbari arrivano oggi. Che leggi voterebbero i Senatori? Quando verranno, i Barbari faranno la legge. - Perché il nostro Imperatore, levatosi sin dall'aurora, siede su un baldacchino alle porte della città, solenne e con la corona in testa? E' che i Barbari arrivano oggi. L'Imperatore si appresta a ricevere il loro capo. Egli ha perfino fatto preparare una pergamena che gli concede appellazioni onorifiche e titoli. - Perché i nostri due consoli e i nostri pretori sfoggiano la loro rossa toga ricamata? Perché si adornano di braccialetti d'ametista e di anelli scintillanti di brillanti? Perché portano i loro bastoni preziosi e finemente cesellati? E' che i Barbari arrivano oggi e questi oggetti costosi abbagliano i Barbari. Perché i nostri abili retori non perorano con la loro consueta eloquenza? E' che i Barbari arrivano oggi. Loro non apprezzano le belle frasi né i lunghi discorsi. E perché, all'improvviso, questa inquietudine e questo sconvolgimento? Come sono divenuti gravi i volti! Perché le strade e le piazze si svuotano così in fretta e perché rientrano tutti a casa con un'aria così triste? E' che è scesa la notte e i Barbari non arrivano. E della gente è venuta dalle frontiere dicendo che non ci sono affatto Barbari. E ora, che sarà di noi senza Barbari? Loro erano comunque una soluzione"
"Che cosa aspettiamo così riuniti sulla piazza? Stanno per arrivare i Barbari oggi. - Perché un tale marasma al Senato? Perché i Senatori restano senza legiferare? E' che i barbari arrivano oggi. Che leggi voterebbero i Senatori? Quando verranno, i Barbari faranno la legge. - Perché il nostro Imperatore, levatosi sin dall'aurora, siede su un baldacchino alle porte della città, solenne e con la corona in testa? E' che i Barbari arrivano oggi. L'Imperatore si appresta a ricevere il loro capo. Egli ha perfino fatto preparare una pergamena che gli concede appellazioni onorifiche e titoli. - Perché i nostri due consoli e i nostri pretori sfoggiano la loro rossa toga ricamata? Perché si adornano di braccialetti d'ametista e di anelli scintillanti di brillanti? Perché portano i loro bastoni preziosi e finemente cesellati? E' che i Barbari arrivano oggi e questi oggetti costosi abbagliano i Barbari. Perché i nostri abili retori non perorano con la loro consueta eloquenza? E' che i Barbari arrivano oggi. Loro non apprezzano le belle frasi né i lunghi discorsi. E perché, all'improvviso, questa inquietudine e questo sconvolgimento? Come sono divenuti gravi i volti! Perché le strade e le piazze si svuotano così in fretta e perché rientrano tutti a casa con un'aria così triste? E' che è scesa la notte e i Barbari non arrivano. E della gente è venuta dalle frontiere dicendo che non ci sono affatto Barbari. E ora, che sarà di noi senza Barbari? Loro erano comunque una soluzione"
Quelle cose capitate...
Quelle cose capitate agli amici degli amici: testimonianze raccattate per strada.
Telefonata notturna dell'ex con cui è rimasta in confidenza per una sorta di rispetto reciproco, inchino e doveroso ossequio alla bastardaggine suprema: "lo rispetto perchè riesce ad essere più bastardo di me, capitomboli a parte lo rispetto!" Il tempo, il lavoro, gli ultimi libri, i dischi appena usciti "...non c'è più del buon sound in giro che valga la pena e valga i venti euro e allora scarichiamo ma poi la qualità ..." discorsi via andare che accellerano con le parole fino a toccare i 180 che sono un po' il solito punto di non ritorno." Ho visto uno che poteva essere tuo figlio ieri, mi sembrava tuo figlio perchè avrà avuto sì e no un anno e continuava a fissare il sedere di una tizia che gli camminava davanti!" Negazione assoluta dell'altra parte del telefono, dall'altro letto che se ben ricorda deve essere blu. Poi quattro battute compagnone perchè ad un certo punto si riesce a tirar fuori una sincerità così spudorata da sembrar quasi grottesca, sinceri come se si fosse ceduta l'anima al diavolo e non ci fosse proprio niente da perdere o che valga la pena di tenersi per sè, risatacce da due del mattino con annessi e connessi e paroloni come se si fosse bevuto troppo, o che almeno detti ad alcool sarebbero giustificati. Nel clima boccaccesco della telefonato stavano quasi segnando un X, palla al centro, fine incontro e si torna negli spogliatoi, ognuno sotto le sue lenzuala sodisfatti, ma proprio ai recuperi arriva da parte sua il classico colpaccio che approfitta della distrazione di lei, o forse è proprio un outsider e allora non ci son storie, non c'è nulla da fare, comunque lui la piazza la battuta e bam! "...sìdaicomequellavoltachehofattol'orgiaconlasedicenne!" rapido calcolo sui tempi di "quella volta", ...lei era PRESENTE!......non ci son dubbi .....vince sempre lui!
Le coperte sono trop...
Le coperte sono troppo corte. Allungo la mano a destra, poi il braccio ma rimetto tutto a posto perchè fa freddo e le coperte sono troppo corte. Sul soffitto conto i sogni che farò. Quando le coperte sono corte c'è sempre un pezzetto che resta fuori e anche i piccoli movimenti diventano grandissimi. La finestra è aperta perchè credo nei tetti e perchè la notte va guardata mentre passa. Chiudo gli occhi ma forse quello che vedo non mi piace poi tanto, allora mi ascolto e faccio delle promesse, decido di mandare un fax dal cuore al cervello perchè le promesse al mattino sono già dimenticate, perchè è tutto diverso dopo. La notte è bella anche quando le coperte sono corte. Resto per un po' sospesa tra il letto e l'aria e le stelle che mi scavalcano e le canzoni che credo di conoscere ma forse era solo una macchina che passava e non era neppure una canzone. Richiudo gli occhi e le parole adesso sono più belle e fa un po' più caldo e non ha più tanta importanza se le coperte sono troppo corte. Soffio sul cervello per spegnerlo sperando, sperando nei sogni.
- Allora sei felice?...
- Allora sei felice?
- Vuoi una risposta istituzionale o la verità?
- Ho esuaurito la battute, ma chi te li scrive i dialoghi?
- Ho esuaurito la battute, ma chi te li scrive i dialoghi?
- Perchè rispondi sempre ad una domanda con un' altra domanda?
- Forse perchè ho esaurito le battute. Sei felice?
- Sono carne per avvoltoi, questo sono: carne per avvoltoi! Un concentrato di mollezza. Sono a meno!
- A meno?
- Meno cinque messaggi, meno quattro telefonate, meno tre appuntamenti, meno due risposte, meno un'attesa, zero!
- Zero?
- Zero episodi di questa seria ancora da girare, zero!
C'erano le stelle e ...
C'erano le stelle e c'erano le lucciole e c'era tutta un'atmosfera che mal si adattava alla situazione. Per una situazione pesante uno dovrebbe aspettarsi temporali o nebbie non stelle e lucciole e notte e quella luna capovolta sul mare. Tutte cose che alla fine ti fanno pensare ancora di più all'irragionevolezza delle questioni. E mentre l'atmosfera aveva deciso di regalarsi come in un sogno tu ti offendevi a morte, non che uno si aspetti il lutto vedovile ma un po' di doveroso compito rispetto! Insomma alla fine sembrava che tutto avesse deciso di fregarti e in questi casi c'è ben poco da fare, c'è un bel poco da lottare contro le guance rosse e le mani sudate e nasconderle dietro alla schiena facendo finta di niente. E poi quel dannato silenzio che smascherava l'assordante accelerazione del respiro, maledetto silenzio di quando non ti viene in mente proprio niente da dire. Due tre frasi buttate lì, macchioline di parole senza senso a scusarsi del silenzio. Non riuscivi neppure a sentirti. Uno...due...tre...i passi sul ciglio del molo ...non c'è più spazio tra te e la luna.....non c'è spazio....ti inclini un po' in avanti facendo finta di guardare chissà dove qualche galssi persa che si sta avvicinando ...ma non c'è spazio!
Non esiste rimedio a...
Non esiste rimedio alle giornate nere. Le giornate nere dal'inizio, quelle che partono dall'apertura degli occhi, quelle restano nere senza scampo! La verità è che uno più uno continuerà a dare due all'infinito, per quanto ci si trinceri dietro falsi teoremi ed operazioni di logaritmi e derivate, calcoli somme sottrazioni dividi ti moltiplichi, cambi i fattori e cambi te stesso, alla fine è due. Le giornate nere sono nere e basta. La vedi la pioggia? Tempo ideale, tempo che prende sotto braccio il tuo umore, è quasi amica la pioggia ed a te non da noia. Camminate oggi tu e la pioggia ed è tutto un raccontarsela e lei è quasi più allegra di te. Riesci ad essere pure peggio della pioggia.
Una e un quarto, un ...
Una e un quarto, un quarto d'ora ....un quarto di mela, un quarto di bue, un quarto la nota di un quarto, un quarto di vita, un quarto posto nella classifica del quarto trofeo al quarto piano del quarto sulla destra, un palazzo antico, quella del quarto piano era la vecchia signora che guardava sempre dalla finestra, ogni quarto d'ora passavano là sotto il quarto battaglione e tutta la fanteria e al quarto rintocco delle campane usciva da un quarto di portico il frate con la croce del quarto secolo, si incrociavano appena il frate e la ragazza del quarto anno, quella con i capelli neri, neri, correva fin sù dalle scale e scavalcava il più piccolo, il quarto dei fratelli che giocavano a palla nella piazzetta, intanto la vecchia del quarto piano rientrava e beveva il quarto caffè ciondolante, si perdeva per un attimo l'attacco del quartetto d'archi all'oratorio, attaccava con l'adagio di Mozart e finiva con la quarta di Handel il quartetto, sempre lo stesso programma da un quarto di secolo, il quarto musicista del quartetto era nato a Quarto, Quarto in provincia di Napoli...... una e cinquanta.......quando aspetti inizi a fantasticare su tutto, maledette attese!
Sei già qui? Quando ...
Sei già qui? Quando arrivi?- Ti va caffè primo pomeriggio? - Questa sera ci sei per cinema? - Sul treno i messaggi al cellulare ti danno il benvenuto. Parti il mattino presto e come sempre non sei riuscita a bere neppure il caffè e mentre fai il check up delle cose dimenticate e di quelle indispensabili che speri di avere, mentre cerchi le calze esce fuori la crema che ti aveva fatto ammattire la sera prima e ti rendi conto che al posto delle mutande c'è la scatola di antistaminici, ma allora le mutande dove sono? Dove le avevo....ah ma la maglia bianca era qua...e questo è il solito rito dei bagagli da aprire che per qualche giorno resteranno sul pavimento ad aspettare miglior collocazione nell'armadio che già pende tutto da una parte, obliquo peggio della Torre di Pisa, c'erano state tutte le intenzioni di sistemarlo prima della partenza, poi le pulizie di Pasqua, ma era tardi e l'armadio pende. La roba invernale accoglierà tutta la kermess delle bluse di cotone e lino, bianco, blu, colori pastello a litigare per uno spazio in mezzo al nero e così per tutta l'estate! Tessuti alla rinfusa come sul bancone di un sarto. Cumuli di tutti i colori, le uniche ad avere uno scaffale privilegiato sono le maglie a righe, quelle stanno là una sopra l'altra e a guardarle tutte insieme danno un po' le vertigini. La soluzione è il trasloco, con il prossimo trasloco, armadio più grande, sarà tutto diverso, ma per ora...ma sì...non ne vale la pena.....fino al prossimo trasloco!
Pasqua 2000 Ancora ...
Pasqua 2000
Ancora un po' confusa cercavo di riappropriarmi del clima e degli spazi intorno. Soprattutto mi sconvolgevano il rumore e la gente, troppa gente a cui mi ero disabituata. Mentre gli altri portavano ancora golf di cachemire, io indossavo t-shirt a righe strette e sandali freak e continuavo a sudare. Vivevo così, ovattata sulla superficie di una terra che non mi era mai sembrata tanto caotica e gassosa. C'erano delle persone intorno e forse c'era anche un uomo, di sicuro doveva esserci ma è strano che oggi non ne ricordi neppure il nome. Vivevo perdendomi in canzoni remote che canticchiavo tra me e me, da mattina a sera e che mi lasciavano sospesa nel ricordo dei giorni appena passati che non volevo lasciare andare a nessun costo. Poi prendevo l'aereo e aspettavo a Malpensa cinque ore prima di atterrare a Sofia. Bunker di polistirolo al controllo dogana ed un timbro rosso sul passaporto. Quell'odore di cattivo carburante bruciato nei motori delle vetture dell'est, così tipico e la vodka a mezzogiorno. Gocce di assenzio a profumare il collo, rock e drum and base ballati nei club sotto terra, ricoperti di graffiti rabbiosi, strade lasciate morire attraverso le case dall'intonaco decrepito e tutta la vita intorno. Talmente tanta vita da lasciare senza fiato, affascinata, in questo strano miscuglio di gente raccontata da Kusturica. Credo che sia stato lì, tra le pareti spesse e i pavimenti di legno tarmati e traballanti, credo proprio sia stato lì, mentre camminavamo in processione attorno alla cattedrale, intorno ad Alexandr Nevsky, tremila candele, lì mi è venuto da piangere e non sapevo perchè.
Maledetta primavera....
Maledetta primavera.
Temevo, temevo ogni mattina nelle ultime mattine temevo sarebbe stata quella giusta ed oggi, inevitabilmente salutavo i pollini con le lacrime agli occhi, gonfi e roseggianti, con la testa pulsante e il petto serrato dall'avanzare dell'asma: darò un party di benvenuto questa sera ,di sicuro lo farò, Claritin e Telfast serviti su vassoi sterilizzati! Serata ad invito, di rigore l'abito scuro!
Temevo, temevo ogni mattina nelle ultime mattine temevo sarebbe stata quella giusta ed oggi, inevitabilmente salutavo i pollini con le lacrime agli occhi, gonfi e roseggianti, con la testa pulsante e il petto serrato dall'avanzare dell'asma: darò un party di benvenuto questa sera ,di sicuro lo farò, Claritin e Telfast serviti su vassoi sterilizzati! Serata ad invito, di rigore l'abito scuro!
Parenti - serpenti m...
Parenti - serpenti mangiavano passatelli in brodo e noi accendevamo il fuoco chiedendoci quanto fatuo fosse. Io stavo lì a guardarlo e pensavo che quando ci nasci l'odore del mare te lo porti incollato sulla pelle come fosse un tatuaggio e non passa mai, pensavo come i velisti di oggi non sono più quelli di una volta e questi ci hanno rubato il posto, con le giacche bianche e i pantaloni a righe al posto delle felpe rattoppate e delle mani che già a tredici anni pulsavano di vesciche. Poi salivamo fin sù dal castello e dinuovo giù e bisognava scegliere i fori e io beh, credevo dovessero essere tulipani bianchi ma non è che me ne intendessi molto di queste cose, forse perchè in fondo non mi sono mai sposata. E mentre camminavamo sul molo io guardavo P.e sapevo che lei stava guardando me e mi ritornava in mente l'ultima volta che avevo visto il mare, era diverso ed io ero felice credo, ma si sa: il Tirreno non è l'Adriatico che non è il Mediterraneo...c'era questo mare diverso e molto tempo per riflettere, forse troppo e sul treno, al ritorno, finivo subito il romanzo che mi ero portata dietro e così si creava un altro spazio vuoto senza azioni e mi toccava dinuovo pensare: noi le onde ce le abbiamo dentro agli occhi e nessuno può farci niente.
Mezzanotte, come l'o...
Mezzanotte, come l'ora di Cinderella, come l'ora delle streghe, mezzanotte in punto, mezzanotte mentre finivo un libro e poi ne iniziavo un altro pensando che questo week - end dovrò prendere il treno e poi arriverà P. e vedremo insieme i merletti del suo vestito bianco e magari berremo del vino alla salute delle vecchi glorie sportive, alla salute nostra, sparlando degli uomini. Pensavo anche che non sarò una buona testimone, che ho già dimostrato di non portare fortuna ai matrimoni dei miei amici, pensavo di consigliarle una scelta più accurata. Mezzanotte e me ne stavo lì sul letto tra le righe dei cuscini, "Immature" di Bjork, ancora l'odore dell'incenso di cui era rimasta solo la povere. Mezzanotte quando il cellulare mi ha infastidita e già sacramentavo contro quello che pensavo di sapere chi fosse, gli amici gay chiamano sempre, numero sconosciuto, deve essere lui dal cellulare nero: "sì?" ......silenzio e poi "hallo Lui?" E tutta NY era davanti a me. A volte le voci giuste arrivano al momento giusto......... " yes fine, but actually I didn't meet Woody Allen!" ....ma le delusioni pure!
Unitarietà. Una ges...
Unitarietà.
Una gestazione intera il tempo che si era concessa, la nascita è stata prematura di due mesi.
Nessuna incubatrice, nessun braccialetto al polso, nessun nome. Non si chiama in nessun modo. Lei guarda il vetro e oltre scorge solo copie di storie già viste, non c'è nemmeno un po' di originalità, nemmeno quella si cui contare. I silenzi che correvano nell'elettricità allora, hanno lo stesso volume di quelli di adesso, le stesse sintonie. Lei è più stabile, più preparata, i capelli in ordine ed il paltò della festa, viso di porcellana bianca imbrattato di cipria rosè, è sicuramente più stabile ma le stonature ci sono eccome. E' il contrabbasso che deve aver sbagliato, le crome e semicrome che si susseguono e lui sbaglia sempre nello stesso punto e lei lo sente. C'era tanto di quel blu intorno da bastare per anni, da farselo piacere a tutti i costi, tanto di quel blu che alla fine il mare non si scorgeva nemmeno. Alitava sulla finestra e scriveva tutto quello che doveva scomparire in pochi secondi, il tempo di quel soffio e poi via! Le piaceva così! Parole che non si erano mai detti, spaventate parole che si lasciavano portare via dall'umidità.
Ci sono delle volte ...
Ci sono delle volte in cui guardare i bambini mi disturba. Sabato alla fermata dell'autobus c'erano piccoli occhi che cercavano di indovinarmi e che non riuscivo a smettere di fissare e che pian piano, lo sentivo, mi gettavano nel fondo di un pozzo di tristezza senza uscita. A volte guardare i bambini mi disturba perchè mi sembra che sappiano troppo, ci sono piccoli occhi vecchi di ottant'anni che pare abbiano già capito, che rimproverano, giudicano, ammoniscono e so che hanno ragione. Ci sono bambini che mi mettono i brividi addosso e la voglia di urlare, che vorrei far scappare nel Paese dei Balocchi e chi s'è visto s'è visto, perchè non è possibile, non è giusto che sappiano così tanto. Sto ferma immbile, attonita a lasciarmi spogliare piano piano, a farmi fare quella doccia fredda, poi di solito faccio le linguacce, per tentare di sdrammatizzare e loro ridono, perchè quello che c'era da dire l'hanno già detto. Mi chiedo cosa vedono loro, quando mi fissano dal basso, cosa incrociano quassù e se dopo, dopo tutto, un po' della loro tristezza son riuscita a portarmela via.
An...
Anche il cane mi si è ammalto! E ricevevo via mail dalla Sore foto scioccante di Venezuela degente, un veterinario per favore! C'è un veterinario in sala????!!!!!
La foto di Venezuela non si vede? Ma si vede o no? beh comunque Il Venny è tutto fasciato, zampa steccata, un disastro e si rifiuta di usare il pappagallo....questi sono problemi!
E' strano come vadan...
E' strano come vadano le giornate: due penny per i tuoi pensieri e se permetti mi tengo il resto, nascondo la faccia sotto il cuscino e dopo un po' è umido ma fuori ha smesso di piovere. Due penny non sono bastati e credo di essermi svuotata le tasche. Ci sono pile di magliette che ti appartengono e che continuo ad indossare e le dediche nei libri impolverati, ci sono due foto in bianco e nero ed una è di cartone ma stanno vicine senza sorridere. Inghiotto certi respiri dando la colpa all'aria secca e a certi rimedi della felicità che non credo mi appartengano. Le giornate vanno così: mai come te le eri immaginate, c'è sempre la soluzione tremiladue a cui non avevi pensato, una sorpresa continua, da lasciarti senza fiato.
La scorsa sera pensa...
La scorsa sera pensavo: una notte vicino al mare d'autunno stavo pensando: che fine ha fatto l'amore hippie? Tutti quei cerchietti disegnati sul tavolo e il tavolo di legno che non era più quello e il vino e le macchioline rosse intorno al bicchiere e i tuoi cerchietti...che fine hanno fatto? Poi guardavo la poltrona di pelle nera da dottore e volevo sparire, in quel nero di mare d'autunno e nell'aria e tremavo ma era più la crudeltà del momento che il freddo.
I red our words from...
I red our words from the North, 2000th memories, I breath our laughs once again thinking to you in NY. I sent some sms, I hope the technology supported me and helped us to be closer, my old china. Sometime I wish to feel more real, like in those days when we were biking and felling all the time and the hours were just passing drinking long coffees and telling stories that were making our life so damn complementary and it was all so logic and simple from the destiny' point of view.
Just so simple! And the day you left I got lost in the big shopping center too light full, and it was all so noisy that I just prayed for my train running faster than my tears and I was again in the big silence of the North and everything was again static and frozen.
New York is now embracing you, and him as well, handing hands, sharing kisses!
Just so simple! And the day you left I got lost in the big shopping center too light full, and it was all so noisy that I just prayed for my train running faster than my tears and I was again in the big silence of the North and everything was again static and frozen.
New York is now embracing you, and him as well, handing hands, sharing kisses!
Saturday Tale - Dor...
Saturday Tale
- Dormi?
- No. Raccontami una storia. Raccontami la favola di quelli che bevevano.
- No, non bevevano, non tutti. Ernest beveva e gli altri un po' gli andavano dietro per simulazione.
- Ma Scott? Scott beveva?
- Scott beveva solo perchè Ernest beveva, un sacco di whisky e quando i camerieri lo vedevano entrare nei bar del Quartiere Latino, lo salutavano : " Tutto il whisky che abbiamo per lei sig. Ernest!" Era rispettato da quelle parti.
- Ma a Zelda non piaceva, vero?
- Zelda era gelosa, era gelosa marcia . Zelda voleva essere un'artista come loro, veniva dai teatri di New York, ballava, non era male ma non era un'artista, era così gelosa che alla fine è impazzita...Ma i tempi erano quelli. Anche Pablo le ha fatte impazzire tutte le sue mogli, la seconda si impiccò, solo una alla fine, credo fosse la terza, sì l'ultima lo lasciò. Ma non gli si riusciva a star dietro a Pablo. Vendeva l'arte per quattro soldi e faceva l'amore tutta la notte, poi la mattina con i soldi dell'arte comperava la cioccolata calda per la sua amante e glie la portava a letto, cioccolata calda in tazze di porcellana bianca in cambio d'arte, poi tornava dentro di lei.
Faceva bene due cose Pablo: l'arte e l'amore, ed una serviva all'altra, per questo le sue donne ne uscivano pazze. Pablo succhiava tutto il loro amore come un parassita e lo donava all'arte vendendola per altro amore, a quattro soldi, alla barbona lesbica che aspettava lui e gli altri ai tavolini dei caffè, con i capelli impagliati e gli stracci che le erano rimasti addosso. La saffica Gertrude aveva rinunciato a tutto per mettersi in casa i loro nomi e li amava tanto da detestarli, come nella peggiore delle dipendenze: "Vous est la génération perdue".
E quando Henry arrivò da NY spese tutti i dollari che aveva in tasca per cercarli ma l'aria non era più la stessa, avevano già girato i calendari troppe volte e metà secolo era passato ed erano tutti un po' più beat e alla fine anche lui si è adeguato e si è trovato nel letto di Anais quasi senza accorgersene a scivere e campare di amplessi.....così vanno le cose, così le generazioni...............perdue - beat - new - X -..................
- E noi? Noi cosa siamo?
- Noi siamo quelli che raccontano!
Ma dormi?
- Dormi?
- No. Raccontami una storia. Raccontami la favola di quelli che bevevano.
- No, non bevevano, non tutti. Ernest beveva e gli altri un po' gli andavano dietro per simulazione.
- Ma Scott? Scott beveva?
- Scott beveva solo perchè Ernest beveva, un sacco di whisky e quando i camerieri lo vedevano entrare nei bar del Quartiere Latino, lo salutavano : " Tutto il whisky che abbiamo per lei sig. Ernest!" Era rispettato da quelle parti.
- Ma a Zelda non piaceva, vero?
- Zelda era gelosa, era gelosa marcia . Zelda voleva essere un'artista come loro, veniva dai teatri di New York, ballava, non era male ma non era un'artista, era così gelosa che alla fine è impazzita...Ma i tempi erano quelli. Anche Pablo le ha fatte impazzire tutte le sue mogli, la seconda si impiccò, solo una alla fine, credo fosse la terza, sì l'ultima lo lasciò. Ma non gli si riusciva a star dietro a Pablo. Vendeva l'arte per quattro soldi e faceva l'amore tutta la notte, poi la mattina con i soldi dell'arte comperava la cioccolata calda per la sua amante e glie la portava a letto, cioccolata calda in tazze di porcellana bianca in cambio d'arte, poi tornava dentro di lei.
Faceva bene due cose Pablo: l'arte e l'amore, ed una serviva all'altra, per questo le sue donne ne uscivano pazze. Pablo succhiava tutto il loro amore come un parassita e lo donava all'arte vendendola per altro amore, a quattro soldi, alla barbona lesbica che aspettava lui e gli altri ai tavolini dei caffè, con i capelli impagliati e gli stracci che le erano rimasti addosso. La saffica Gertrude aveva rinunciato a tutto per mettersi in casa i loro nomi e li amava tanto da detestarli, come nella peggiore delle dipendenze: "Vous est la génération perdue".
E quando Henry arrivò da NY spese tutti i dollari che aveva in tasca per cercarli ma l'aria non era più la stessa, avevano già girato i calendari troppe volte e metà secolo era passato ed erano tutti un po' più beat e alla fine anche lui si è adeguato e si è trovato nel letto di Anais quasi senza accorgersene a scivere e campare di amplessi.....così vanno le cose, così le generazioni...............perdue - beat - new - X -..................
- E noi? Noi cosa siamo?
- Noi siamo quelli che raccontano!
Ma dormi?
Uscendo da casa un g...
Uscendo da casa un giorno di qualche inverno fa. Io abito in un vecchio palazzo del centro che se uno lo guarda da fuori si incanta, quelli con i giardini interni che promettono miracoli. In realtà, ai tempi degli antichi splendori, casa mia doveva essere la parte destinata alla servitù, in realtà a casa mia combattiamo con l'umidità e gli spifferi e l'intonaco non ce lo ricordiamo più da tanto tempo, in realtà credo che a casa mia ci finissero gli appestati o quelli con la tubercolosi. Difronte invece, eretto e compiaciuto, sta il lato dei signori per bene, dove le persiane brillano anche con la nebbia e i muri profumano di cera d'api.
Ecco un giorno stavo uscendo dalla porticina basculante che delimita le mia muffa dai lillà e dalla casa dei nobili scendono due poliziotti. Io curiosa inizio a fissarli, curiosa perchè da un punto di vista prettamente cinematografico verrebbe più facile immaginare le forze dell'ordine bazzicare nel nostro di lato. Comunque i due mi ricambiano lo sguardo con facce perplesse. Inizio a camminare nel cortile e i loro passi rimbombano dietro ai miei e mi viene quasi da ridere. Come nei film più statunitensi faccio la prova pedinamento: aumento la velocità e così loro, ritmicamente mi seguono e ora balliamo un allegro - vivace tutti e tre.
Ormai sulla strada io mi fermo ad attendere un amico e loro attraversano, entrano nella volante, parlottano, boffonchiano, si guardano, mi guardano...io mi godo lo spettacolo e ormai ne sono sicura: cerco le telecamere nascoste e mi preparo a sfoggiare il sorriso da star! Ma loro sono già usciti, sono già difronte a me a già mi chiedono i documenti. E quelli sono i momenti in cui tutta la fedina penale e il certificato dei carichi pendenti ti passano davanti in un micro secondo e sei pronto a confessare qualsiasi cosa, pure le fughe da scuola, le mutande sporche, l'abuso di cioccolata, tutto, anche gli omicidi immaginati e mai compiuti! Così su due piedi cerco una patente, un passaporto, la tessera della blockbuster, ovviamente mentre mi affanno inutilmente nella borsetta ho la consapevolezza di averli lasciati a casa e che è quindi tutto inutile, così mi ricordo di essere un po' donna e neanche troppo brutta, all'occorrenza perfino attraente e sfodero sorriso maliardo con battito di ciglia. Ma l'agente zelante non ci casca e mi vuole scortare a casa mentre l'amico resta di guardia in caso tentassi fughe arrampicandomi sul muretto di cinta o calandomi dalla grondaia. Al primo piano, nell'ascensore con il poliziotto, il sangue mi si raffredda, al secondo ritrovo un po' di buon senso, al terzo sono quasi spavalda e alla discesa ormai impavida, armata del coraggio di chi non ha più nulla da perdere gli chedo: Agente a questo punto vorrei sapere di cosa sono accusata!
Il mio piglio fa abbassare gli occhi all'ufficiale il quale asciutto ma imbarazzato confessa: A dire il vero una Signora del palazzo difronte ci chiama ogni giorno perchè pare ci sia una ragazza bionda della quale è ossessionata e sa....lei è uscita in quel momento e beh......è bionda...e insomma.......mi scusi!!!!
E il poliziotto se ne va e mi lascia a bocca aperta davanti all'uscio a pensare quanto strano è il mondo ...chi l'avrebbe mai detto....accusata di biondismo!
Ecco un giorno stavo uscendo dalla porticina basculante che delimita le mia muffa dai lillà e dalla casa dei nobili scendono due poliziotti. Io curiosa inizio a fissarli, curiosa perchè da un punto di vista prettamente cinematografico verrebbe più facile immaginare le forze dell'ordine bazzicare nel nostro di lato. Comunque i due mi ricambiano lo sguardo con facce perplesse. Inizio a camminare nel cortile e i loro passi rimbombano dietro ai miei e mi viene quasi da ridere. Come nei film più statunitensi faccio la prova pedinamento: aumento la velocità e così loro, ritmicamente mi seguono e ora balliamo un allegro - vivace tutti e tre.
Ormai sulla strada io mi fermo ad attendere un amico e loro attraversano, entrano nella volante, parlottano, boffonchiano, si guardano, mi guardano...io mi godo lo spettacolo e ormai ne sono sicura: cerco le telecamere nascoste e mi preparo a sfoggiare il sorriso da star! Ma loro sono già usciti, sono già difronte a me a già mi chiedono i documenti. E quelli sono i momenti in cui tutta la fedina penale e il certificato dei carichi pendenti ti passano davanti in un micro secondo e sei pronto a confessare qualsiasi cosa, pure le fughe da scuola, le mutande sporche, l'abuso di cioccolata, tutto, anche gli omicidi immaginati e mai compiuti! Così su due piedi cerco una patente, un passaporto, la tessera della blockbuster, ovviamente mentre mi affanno inutilmente nella borsetta ho la consapevolezza di averli lasciati a casa e che è quindi tutto inutile, così mi ricordo di essere un po' donna e neanche troppo brutta, all'occorrenza perfino attraente e sfodero sorriso maliardo con battito di ciglia. Ma l'agente zelante non ci casca e mi vuole scortare a casa mentre l'amico resta di guardia in caso tentassi fughe arrampicandomi sul muretto di cinta o calandomi dalla grondaia. Al primo piano, nell'ascensore con il poliziotto, il sangue mi si raffredda, al secondo ritrovo un po' di buon senso, al terzo sono quasi spavalda e alla discesa ormai impavida, armata del coraggio di chi non ha più nulla da perdere gli chedo: Agente a questo punto vorrei sapere di cosa sono accusata!
Il mio piglio fa abbassare gli occhi all'ufficiale il quale asciutto ma imbarazzato confessa: A dire il vero una Signora del palazzo difronte ci chiama ogni giorno perchè pare ci sia una ragazza bionda della quale è ossessionata e sa....lei è uscita in quel momento e beh......è bionda...e insomma.......mi scusi!!!!
E il poliziotto se ne va e mi lascia a bocca aperta davanti all'uscio a pensare quanto strano è il mondo ...chi l'avrebbe mai detto....accusata di biondismo!
"...because the only...
"...because the only people for me are the mad ones, the ones who are mad to live, mad to talk mad to be saved, desirous of everything at the same time, the ones who never yawn or say a commonplace thing, but burn, burn like fabulous yellows roman candles exploding like spiders across stars and in the middle you see the blue centerlight pop and everything goes!"
E come il sereno anc...
E come il sereno anche la Lui ricomincia a cambiar colore, dopo il blu vestito negli ultimi giorni: blu la gonna, blu la maglietta, calze blue e faccia blu , dopo questo "tono su tono" oggi la Lui si svegliava un po' più glamour , acquistava pure un t-shirt di moda un po' cafona e la T-shirt è sì blu ma c'è anche il giallo, ha le scritte gialle di svolta: come dire qualcosa sta cambiando e alla fine questi sono i passi, i piccoli segni che si fanno nelle giornate di sole , quando il sole c'è e lo vedi pure tu e non è solo una caricatura captata nelle esclamazioni altrui: "OH c'è il sole, finalmente!" Oggi invece lo vedo anch'io , una schiarita timida ma che fa un po' di solletico e smuove le pieghe della bocca e le rughe degli occhi. E così posso anche scherzare con chi mi vende oggetti inutili come i sogni che si perdono per strada e il mattino non si ricordano più, proprio ora sto scherzando e Morgan canta "... da Parigi mi hai detto: - qui piove e fa freddo- Ottimo clima per lavorare..." sì, ottimo clima!
Ritagli del venerd...
Ritagli del venerdì!
- E' arrivata la dinamo, la dinamo della fascia...sì ma quella era una partita che doveva finire zero a zero, porca...se ci fosse giustizia sarbbe finita zero a zero e poi se non fossi scivolato, comunque tu sei la "dinamo della fascia", se non fosse per ste sigarette....trecento sigarette fa anch'io...... zero a zero porcaccia...
- Vabbè dai ma alla fine son stati i Baschi o no?
- Ma che caXXX, Al Quaeda è lì che salta dicendo "son stata io son stata io" e il Governo, "no dai zitti zitti buoni dai che son stati i Baschi", ma caXXX...ma alla fine che gusto c'è a far un attentato se poi non lo rivendichi e sì...
- ma che il M. ha già suonato? Ma sta suonando ? ma chi suona ora? ma io perchè son qua? ma ci conosciamo? ma che fanno un concerto oggi qua?
- basta parliamo di FiXX.....
-alla fine il M. è un testa di CXXX ma la gente la fa divertire, alla fine suona bene a la gente la fa divertire, guarda che belle facce fa mentre canta , guarda ...viene proprio fuori tutta l'anfetamina!
Oh it's such...
Oh it's such a perfect day, I'm glad I spent it with you Oh such a perfect day, You just keep me hanging on...
Fuori c'era il sole , avevo dimenticato pure l'ombrello ma la mattina c'era il sole...come dire la Provvidenza...mi vesto un po' come a Londra quella primavera pensando che gli abiti stimolano i ricordi ed aiutano a vivere meglio le giornate, spazzolo i capelli che invece non ne vogliono sapere e mi rassegno a tenerli legati, ho le labbra screpolate ed un odore strano addosso, forse è ancora l'odore di Londra che gli abiti si portano dietro, forse no. Entro ed ordino un caffè ed è un po' tutto una giostra che gira ed io oggi sono tra il pubblico a godermi lo spettacolo. Girotondi della solita gente al dilà del vetro e tra gli sgabelli del bar, un mistico cicaleccio delle solite frasi e convenevoli sospesi a mezz'aria che tento di afferrare e poi lancio lontano. Domande mi fluttuano accanto sfiorandomi appena, domande a cui mi riservo di rispondere quando finirà la commedia e mi alzerò ad applaudire, dopo questo silenzio artificiale. A volte penso che sarebbe bello scegliere i tempi giusti, a volte sono le 10 del mattino ma per me non vanno bene, per me sarebbe più adatto un notturno delle 2.
Good Habits Da picc...
Good Habits
Da piccola pensavo dio avere i poteri magici, credo sia una costante, che tutti i bambini un po' ne siano convinti. Ma io lo sapevo di poter volare solo che non volevo che gli altri se ne accorgessero, allora volavo solo la notte, sul balcone un saltino e via....poi a volte invece anche dentro la stanza facevo aria alla Sore sotto che mugugnava parole senza significato...la Sore era dittatrice anche da piccola, io ero la maggiore ma lei mi piegava, mi spezzava, mi camminava sulla pancia, si mordeva il labbro inferiore e mi terrorizzava e urlava tutta rossa: NON SEI PIU' MIA SORELLA! E io scappavo sotto il letto ma essendo lei al tempo di taglia più piccola mi agguantava e mi camminava sullo stomaco!
Ora la Sore è un po' Lady D. un po' Margaret Thatcher e mentre prende il te posa la tazza sulle ginochia accavallate e, schiena ben dritta sulla poltrona, gira piano il cucchiaino elargendo sorrisi di circostanza. Se guardano me e lei insieme sembra difficile farci provenire dalla stessa famiglia, la Sore a vederla ha un dress code, un bon ton, un mode code uno style of life impeccabili, a vederla, ma io che la conosco quando diventa rossa e si mordicchia il labbro inferiore continuo a scappare sotto il letto!
Da piccola pensavo dio avere i poteri magici, credo sia una costante, che tutti i bambini un po' ne siano convinti. Ma io lo sapevo di poter volare solo che non volevo che gli altri se ne accorgessero, allora volavo solo la notte, sul balcone un saltino e via....poi a volte invece anche dentro la stanza facevo aria alla Sore sotto che mugugnava parole senza significato...la Sore era dittatrice anche da piccola, io ero la maggiore ma lei mi piegava, mi spezzava, mi camminava sulla pancia, si mordeva il labbro inferiore e mi terrorizzava e urlava tutta rossa: NON SEI PIU' MIA SORELLA! E io scappavo sotto il letto ma essendo lei al tempo di taglia più piccola mi agguantava e mi camminava sullo stomaco!
Ora la Sore è un po' Lady D. un po' Margaret Thatcher e mentre prende il te posa la tazza sulle ginochia accavallate e, schiena ben dritta sulla poltrona, gira piano il cucchiaino elargendo sorrisi di circostanza. Se guardano me e lei insieme sembra difficile farci provenire dalla stessa famiglia, la Sore a vederla ha un dress code, un bon ton, un mode code uno style of life impeccabili, a vederla, ma io che la conosco quando diventa rossa e si mordicchia il labbro inferiore continuo a scappare sotto il letto!
Un signore è lì che ...
Un signore è lì che non sa decidersi e commenta a voce alta davanti ai neon del frigo, mi sbircia tra i barattoli e commenta, legge le etichette prende, posa , riprende e alla fine mi sembra di fare una buona azione e gli dico di sì, che il dessert di soja e ciccolato è buono, sano e non ha il colesterolo e possono mangiarlo tutti ed è un po' caro ma fa bene, dovrebbe provarlo, definitivamente, no meglio cioccolato che vaniglia, la vaniglia è stucchevole! Lui se ne va soddisfatto riempiendo il carrello e lo darà ai suoi figli a sua moglie ala nonna malata, al gatto sotto la poltrona, se lo mageranno tutti, perchè non ha il colesterolo!!! Mi ringrazia quasi commosso come se gli avessi dato la soffiata del secolo, peggio che se gli avessi confessato all'orecchio che lì nel frigo del supermercato a tre euro e trenta svendono l'elisir di lunga vita. Mentre camminavo più tardi me li figuravo: tutti in salotto contenti di magiare soja che sa di cartone allungata a coloranti sapore cioccolato, mangiando coloranti ma felici, a benedirmi e santificarmi per averlo consigliato ....questo sì che è marketing!
Passi e trapassi Me...
Passi e trapassi
Mentre il farmacista mi misurava la pressione mi diceva che ho il braccio piccolo e il nastro di velcro scivolava...ma secondo me era perchè ho la pelle rinsecchita dal cloro...il fatto è che sembrava tutto un po' troppo comico ...la pressione stava a farsi controllare e io mi sono accorta di avere i pantaloni sporchi di fango, poi ho alzato gli occhi e visto un consulto di camici bianchi intorno, ho pensato che i farmacisti sono proprio bravi e che dovrebbero pagarli di più. Di nuovo lo sguardo fisso sul fango e sui pantaloni. " E' troppo pallida" - deve averlo detto uno di quelli della consulta - "E' così pallida" e lì per lì non avevo voglia di spiegare che sono sempre così, che quello è il mio "normal" e che magari quel giorno non avevo la bottarella di vita del fard rosa a colorare la guance....così ho dovuto promettere di ritornare e che avrei misuarto la glicemia, sì, che non si sa mai e certo anche l'anemia sicuro, misuro tutto la prossima settimana , a digiuno, mi racomando ...poi la sera in bagno ho visto che ho due piccole macchie blu sulle ginocchia, come due spruzzi di inchiostro, tatuaggi sbilenchi ...devo averle sbattute sul pavimento mentre cadevo!
Mentre il farmacista mi misurava la pressione mi diceva che ho il braccio piccolo e il nastro di velcro scivolava...ma secondo me era perchè ho la pelle rinsecchita dal cloro...il fatto è che sembrava tutto un po' troppo comico ...la pressione stava a farsi controllare e io mi sono accorta di avere i pantaloni sporchi di fango, poi ho alzato gli occhi e visto un consulto di camici bianchi intorno, ho pensato che i farmacisti sono proprio bravi e che dovrebbero pagarli di più. Di nuovo lo sguardo fisso sul fango e sui pantaloni. " E' troppo pallida" - deve averlo detto uno di quelli della consulta - "E' così pallida" e lì per lì non avevo voglia di spiegare che sono sempre così, che quello è il mio "normal" e che magari quel giorno non avevo la bottarella di vita del fard rosa a colorare la guance....così ho dovuto promettere di ritornare e che avrei misuarto la glicemia, sì, che non si sa mai e certo anche l'anemia sicuro, misuro tutto la prossima settimana , a digiuno, mi racomando ...poi la sera in bagno ho visto che ho due piccole macchie blu sulle ginocchia, come due spruzzi di inchiostro, tatuaggi sbilenchi ...devo averle sbattute sul pavimento mentre cadevo!
&n...
(Sore/Lui/Pepe)
E' una mattina francese. Mi vesto di bianco e nero e mi sento éthéré . Uscirei a comprare una baguette se potessi mangiarla.
Sto avendo un dialogo con me stesse. Qui intorno sento rumori e credo mi stiano facendo delle domande e che dovrei interagire e che si aspettino risposte...credo...ma io sto avendo un dialogo con me stessa e mi sto raccontando cose interessanti che non immaginavo....poi arrivano di tanto in tanto anche certi piccoli versetti in passato prossimo, rime di ricordi, e contribuiscono al dialogo sussurrato tutto un sussurato ..quasi come una nenia che ipnotizza e dovrei rispondere ....ci sono tamburi di voci intorno alla nenia ma il suo ritmo sempre uguale non viene spezzato...continua a tenermi distante, come assopita ma vigile in quell'altro mondo di occhi semichiusi e caldo sulle spalle...guance rosse e occhi semichiusi....nnnnnnananannannanannananannannna......
how about getting of...
how about getting off these antibiotics, how bout stopping eating when I am full up...
S. mi telefona dal parcheggio del pronto soccorso, il riso sta iniziando a scuocersi, finisco il riso e sono sempre al telefono con S. che trasmette dal pargheggio del pronto soccorso, si chiede se il medico di guardia a quell'ora della sera lo scambierà per un tossico bisognoso di Metadone e dire che deve solo farsi cambiare una prescrizione per la nonna...e invece il medico lo scambierà per un tossico.
S. esce dal pronto soccroso e mi richiama: mentre parliamo sento che sta aspirando l'ennesima sigaretta e mi dice che nel pronto soccorso di una cittadina di provincia in realtà sembra di stare a New York, non c'è nessun italiano a quell'ora di sera, a quell'ora lo straniero al pronto soccorso sei tu.
" Strangers in the E.R........"
S. mi telefona dal parcheggio del pronto soccorso, il riso sta iniziando a scuocersi, finisco il riso e sono sempre al telefono con S. che trasmette dal pargheggio del pronto soccorso, si chiede se il medico di guardia a quell'ora della sera lo scambierà per un tossico bisognoso di Metadone e dire che deve solo farsi cambiare una prescrizione per la nonna...e invece il medico lo scambierà per un tossico.
S. esce dal pronto soccroso e mi richiama: mentre parliamo sento che sta aspirando l'ennesima sigaretta e mi dice che nel pronto soccorso di una cittadina di provincia in realtà sembra di stare a New York, non c'è nessun italiano a quell'ora di sera, a quell'ora lo straniero al pronto soccorso sei tu.
" Strangers in the E.R........"
Ieri fantastica...
Ieri fantasticavo di adottare un cane rognoso, rispolverare la tintura rosa per i capelli ed entrare in un gruppo Punkabbestia, così ho cercato di ricordare dove avessi nascosto le t-shirts consumate della fase: "prima di essere adotatta dal sistema" ....e così mi è venuto i mente L., compagno di merende e biblioteche all'università. L.con calzini, Adidas e zoccoli dottor Sholls, con il motorino a pedali e le magliette stropicciate, è un po' anche grazie a lui se ho un qualcosa da incorniciare ed attaccare alla parete in mezzo ai poster e a quel che è rimasto della carta da parati della mia stanza. Perchè ricordo quando studiavamo procedura civile e lui si metteva dentro la dispensa con i pacchi di pasta nelle orecchie e si iniziava il quizzone e il sù e giù della via crucis delle misure cautelari e lui a farmi ridere che se non fosse stato per L. col cavolo che poi si usciva esultando dall'aula del martirio dopo 12 ore di camera di consiglio ed interrogatori, a farsi venire la ascelle pezzate e a masticare cicche che sputavamo quasi subito. E poi alla fine di quell'estate io sono partita per la Finlandia ed L. è venuto a Natale perchè lui invece se ne andava in Norvegia a far finta di esserci e a sciare. D'altra parte ce l'eravamo promesso un anno prima, esattamente un anno prima avevamo detto: io in Finlandia tu in Norvegia, che per me costa troppo....e così è stato. E così sono state molte altre cose dopo allora, così abbiamo condiviso letto e water per mesi con i nervi a mille, con le sbronze dell'inverno lontane e le responsabilità che iniziavano a gonfiarci il petto....e lui si è messo la toga nera un giorno e a me veniva da piangere ma sapevo che era egoismo e non commozione per cui ho cacciato tutto in gola , un nodo che non posso dire, un nodo come un melograno! E' andato tutto come ci eravamo promessi, mio caro ragionierdottoreconsulentedellavoroconsulent.......mio caro L.
Cosa non si farebbe....
Cosa non si farebbe...
Ieri stavo pensando hai miei colori preferiti. Qual'è il tuo colore preferito? Onestamene è più un attributo del colore che un colore vero e proprio.
Mi piacciono il blu scuro, il rosso porpora, il verde rubino ed il perchè è chiaro: è a causa dell'attributo comune: hanno un nonsochè di profondo e se ci guardo dentro ...non so...è come se mi ci perdessi, perchè non riesco a vederne la fine. Sono colori infiniti! Sono colori che risucchiano le pupille e che potrebbero rapirti l'anima se solo lo volessero. Non riesco ad immaginare un rapimento organizzato dall'arancio o dal giallo, non posso proprio. Invece tra il verde e il rosso insieme vedo infinite potenzialità, son un mix di appassionante criminalità! Con il blu che da quella nota di tristezza amara e sarcastica e che mica fa cantare "L'ombelico del Mondo"! E' tutta un'altra musica: rosso porpora, verde smeraldo e blu scuro: sono lunare non solare, indubbiamente lunare!
Comunque questi pensieri mi son venuti perchè stavo guardando un film apprezzabile e beh, lui diceva a lei, che poi era Christina Ricci, - Nnon so nulla di te, ad esempio qual'è il tuo colore preferito?- E così ho pensato al mio e da lì una serie infinita di altri pensieri a catinelle, pensieri senza freni e mi devo essere persa la fine del film...capita!
Ieri stavo pensando hai miei colori preferiti. Qual'è il tuo colore preferito? Onestamene è più un attributo del colore che un colore vero e proprio.
Mi piacciono il blu scuro, il rosso porpora, il verde rubino ed il perchè è chiaro: è a causa dell'attributo comune: hanno un nonsochè di profondo e se ci guardo dentro ...non so...è come se mi ci perdessi, perchè non riesco a vederne la fine. Sono colori infiniti! Sono colori che risucchiano le pupille e che potrebbero rapirti l'anima se solo lo volessero. Non riesco ad immaginare un rapimento organizzato dall'arancio o dal giallo, non posso proprio. Invece tra il verde e il rosso insieme vedo infinite potenzialità, son un mix di appassionante criminalità! Con il blu che da quella nota di tristezza amara e sarcastica e che mica fa cantare "L'ombelico del Mondo"! E' tutta un'altra musica: rosso porpora, verde smeraldo e blu scuro: sono lunare non solare, indubbiamente lunare!
Comunque questi pensieri mi son venuti perchè stavo guardando un film apprezzabile e beh, lui diceva a lei, che poi era Christina Ricci, - Nnon so nulla di te, ad esempio qual'è il tuo colore preferito?- E così ho pensato al mio e da lì una serie infinita di altri pensieri a catinelle, pensieri senza freni e mi devo essere persa la fine del film...capita!
Ieri notte sbuca tra...
Ieri notte sbuca tra la neve la Bianca, a casa mia:
- Io con Tristano non ci esco più!
E sbatte stivale di vinile bianco sul mio pavimento e io la guarado e in questi casi c'è sola una cosa: tisana?
Parliamo un po'. Lei ha freddo. A dire il vero a casa mia hanno tutti freddo, mia madre pernottandoci un giorno s'è trovata alle sei del mattino semi ibernata a sognare un cappucino caldo ed ha raccolto le ultime forze per arrivare al primo bar aperto.
Io le dico che deve trovare qualcuno che gratifichi il suo ego, che serate come quella sono prove di forza e poi si ha bisogno assoluto di incontrare qualcuo per cui si è una dea da idolatrare. Bisogna rivestire i panni della Dea dell'Amore il prima possibile, perchè l'ego va ristabilizzato.
Andiamo sotto le lenzuale scarlatte e parliamo finchè le parole non cadono nel vuoto e ci addormentiamo così...concludendo che certi uomini non meritano lo stivale in vinile e neppure il rimmel agli occhi, che per certi uomini bastano ciglia spettinate e tre minuti di convenevoli ad un incrocio!
- Io con Tristano non ci esco più!
E sbatte stivale di vinile bianco sul mio pavimento e io la guarado e in questi casi c'è sola una cosa: tisana?
Parliamo un po'. Lei ha freddo. A dire il vero a casa mia hanno tutti freddo, mia madre pernottandoci un giorno s'è trovata alle sei del mattino semi ibernata a sognare un cappucino caldo ed ha raccolto le ultime forze per arrivare al primo bar aperto.
Io le dico che deve trovare qualcuno che gratifichi il suo ego, che serate come quella sono prove di forza e poi si ha bisogno assoluto di incontrare qualcuo per cui si è una dea da idolatrare. Bisogna rivestire i panni della Dea dell'Amore il prima possibile, perchè l'ego va ristabilizzato.
Andiamo sotto le lenzuale scarlatte e parliamo finchè le parole non cadono nel vuoto e ci addormentiamo così...concludendo che certi uomini non meritano lo stivale in vinile e neppure il rimmel agli occhi, che per certi uomini bastano ciglia spettinate e tre minuti di convenevoli ad un incrocio!
Rispondo al suono in...
Rispondo al suono indecente del mio cellulare:
- non c'è niente di peggio che amare chi non ti ama!
- Pronto?
- Ho detto che non c'è nulla di peggio che amare chi non ti ama!
-Sì, ma....
- Te l'ho detto che sono brutto? Sono brutto e non c'è niente di peggio che amare chi non ti ama!
- In effetti è un problema ma forse qualcosa di peggio c'è: è accorgersi che sei stata pesantemente coinvolta negli affari privati di uno che non sai neppure chi sia!
- non c'è niente di peggio che amare chi non ti ama!
- Pronto?
- Ho detto che non c'è nulla di peggio che amare chi non ti ama!
-Sì, ma....
- Te l'ho detto che sono brutto? Sono brutto e non c'è niente di peggio che amare chi non ti ama!
- In effetti è un problema ma forse qualcosa di peggio c'è: è accorgersi che sei stata pesantemente coinvolta negli affari privati di uno che non sai neppure chi sia!
Giovedì magro. Dopo...
Giovedì magro.
Dopo il sogno dell'Angelo della morte meticolosamente narrato di prima mattina con dovizia di particolari e citazioni da filmaccio porno "fai da te" non poteva che andar meglio. Infatti alla fine ho adottato la tecnica Cast away e mi son rifugiata nella steppa del mio crevello ossidato, che nonostante il freddo almeno era silenziosa. Là nella steppa mi è ritornata in mente una frase che la Nicky mi ha detto ieri a proposito di relazioni e relazionarsi. In cucina, tra una sorso e l'altro tirato dal mug a forma di mucca che si era regalata un giorno per farsi venir da ridere, mi ha detto che ognuno di noi ha una fetta di tristezza dentro che cerca di coprire con crema alla vaniglia e uvette, ma alla fine è anche vero che tutti non aspettiamo altro che arrivi qualcuno a leccarsi via la crema, senza che si debba offrire nulla, che arrivi e se la mangi tutta la crema rancida. Così almeno sta fetta la si può buttare o quanto meno assaggiare, dimenticando l'inappetenza e senza far finta di essere già sazi!
Questo post garantisce le parentesi umorali del blog, ma tengo a sottolinerare che oggi, nella steppa, son felice!
Dopo il sogno dell'Angelo della morte meticolosamente narrato di prima mattina con dovizia di particolari e citazioni da filmaccio porno "fai da te" non poteva che andar meglio. Infatti alla fine ho adottato la tecnica Cast away e mi son rifugiata nella steppa del mio crevello ossidato, che nonostante il freddo almeno era silenziosa. Là nella steppa mi è ritornata in mente una frase che la Nicky mi ha detto ieri a proposito di relazioni e relazionarsi. In cucina, tra una sorso e l'altro tirato dal mug a forma di mucca che si era regalata un giorno per farsi venir da ridere, mi ha detto che ognuno di noi ha una fetta di tristezza dentro che cerca di coprire con crema alla vaniglia e uvette, ma alla fine è anche vero che tutti non aspettiamo altro che arrivi qualcuno a leccarsi via la crema, senza che si debba offrire nulla, che arrivi e se la mangi tutta la crema rancida. Così almeno sta fetta la si può buttare o quanto meno assaggiare, dimenticando l'inappetenza e senza far finta di essere già sazi!
Questo post garantisce le parentesi umorali del blog, ma tengo a sottolinerare che oggi, nella steppa, son felice!
Vomito parole. Di...
Vomito parole.
Dieci dollari! dieci dollari alla signorina là in fondo per stare zitta! Dieci dollari...undici.....qualcuno dice dodici? Dodici, dodici dollari per farla star zitta...!!!
A volte mi servirebbe questo, l'asta del silenzio, ma quando inizio le offerte di solito capita che sia ormai troppo tardi e il peggio è già stato fatto, irreversibile, vorrei ri-aspirarle in gola, ricacciare tutto dentro a ritroso, mentre le vomito così penso a che cavolo sto dicendo e vorrei tirare un bel respiro e wap, tutto da dove è venuto! E capita poi che ovviamente non sia più possibile e l'asta rimanga deserta e chi mi sta difronte mi guarda con tanto d'occhi e beh....capita che pensi e a volte sì, a volte me lo dicono anche ma tanto non serve, lo leggo perfettamente nella loro compassione e nel loro scuotere leggermente il capo: ma che cavolo sta dicendo? E il bello è che no, non le penso assolutamente, non posso pensarle, almeno se poi ci medito non lo penso, ma non so, forse sul momento ci stavano bene, là, tra una guerriciola e l'altra, tra un "sono più forte io anche se tu mi batti in cinismo", parole in movimento sfrenato e confuso, un moto assolutamente fuori controllo e ultra-terrestre, le leggi della gravità nemmeno le sfiorano, parole senza senso e di dubbia provenienza: non posso essere stata davvero io! Così ci rimuggino notti e giorni e arrivo alla conclusione che però, tutto sommato, se mi sono scappate di mano in quel modo, forse un fondo di verità ..... e mi bevo il te perchè quando si beve non si può parlare!
The show must go on!...
The show must go on!
Nel ventisettesimo capitolo Il Preside della Scuola di Hogwarts viene allontantato dal Ministero della Magia e il mondo va avanti! Ne sono sioccata, uno non finisce mai di avere dimostrazioni di insensibilità a destra e sinistra...ho appena appreso queste terribili notizie, arriva la mia fermata, devo scendere...qualcuno mi avvisa che devo scendere e come in trance percorro il tunnel sotterraneo, incredula, attonia, sto pensando che fare, a chi telefonare ...un 118 non servirebbe....è come nell'incubo in cui sei in pericolo, ti precipiti alla cabina del telefono, hai anche le monetine, sorprendentemente ne hai infondo alla tasca ma il 118 risponde con le "Quattro Stagioni " di Vivaldi...esco nella luce, nevica, la linea dei taxi e stra piena allora mi dico che camminare sotto la neve può aiutare a pensare. Nel ventisettesimo capitolo se ne va il Preside e qua a nessuno sembra interessare e io mi rendo conto che a volte si è meschini e che è proprio vero che lo spettacolo deve per forza continuare. Percorro un po' di viali e mi sento sola, l'unica ad aver capito veramente la tragedia del momento e l'egoismo che mi circonda mi fa schifo, vedo la gente camminare in putrefazione, consumata da se stessa. Vedo bambini che scherzano : i bambini possono essere cattivissimi...
non so come arrivo davanti alla porta di casa, nel corridoio ammuffito incrocio delle persone, i loro sguardi distanti mi danno i brividi....accendo il bollitore, nelle stanze fa freddo, ci saranno al massimo tredici gradi....accendo il bollitore e dopo qualche minuto l'aria profuma di arancio e cannella....ascolto Chet Backer come se fosse un elisir....il Preside se n'è andato ma lo spettacolo continua, sì, continua MAESTA'!
Nel ventisettesimo capitolo Il Preside della Scuola di Hogwarts viene allontantato dal Ministero della Magia e il mondo va avanti! Ne sono sioccata, uno non finisce mai di avere dimostrazioni di insensibilità a destra e sinistra...ho appena appreso queste terribili notizie, arriva la mia fermata, devo scendere...qualcuno mi avvisa che devo scendere e come in trance percorro il tunnel sotterraneo, incredula, attonia, sto pensando che fare, a chi telefonare ...un 118 non servirebbe....è come nell'incubo in cui sei in pericolo, ti precipiti alla cabina del telefono, hai anche le monetine, sorprendentemente ne hai infondo alla tasca ma il 118 risponde con le "Quattro Stagioni " di Vivaldi...esco nella luce, nevica, la linea dei taxi e stra piena allora mi dico che camminare sotto la neve può aiutare a pensare. Nel ventisettesimo capitolo se ne va il Preside e qua a nessuno sembra interessare e io mi rendo conto che a volte si è meschini e che è proprio vero che lo spettacolo deve per forza continuare. Percorro un po' di viali e mi sento sola, l'unica ad aver capito veramente la tragedia del momento e l'egoismo che mi circonda mi fa schifo, vedo la gente camminare in putrefazione, consumata da se stessa. Vedo bambini che scherzano : i bambini possono essere cattivissimi...
non so come arrivo davanti alla porta di casa, nel corridoio ammuffito incrocio delle persone, i loro sguardi distanti mi danno i brividi....accendo il bollitore, nelle stanze fa freddo, ci saranno al massimo tredici gradi....accendo il bollitore e dopo qualche minuto l'aria profuma di arancio e cannella....ascolto Chet Backer come se fosse un elisir....il Preside se n'è andato ma lo spettacolo continua, sì, continua MAESTA'!
Sono un'esperta di t...
Sono un'esperta di treni! Ci sarà una parola per dirlo? Sono una trenologa, una trenagista, una trenica....si va a finire come per "metereopatia", alla fine grazie a Dio mi sento almeno libera di coniare nuovi termini ad hoc da usare tra me e me, quindi lo dico con orgoglio: sono una trenologa! Così capita spesso che: "La sera prendo un treno. Prendo il treno che puzza ma non è mai stato così bello, treno di sogni e carillon e viaggio come sulle nuovole, non binari, nuovole!" E così, non so, ci sono affezionata, alla puzza, al rumore, ai binari, alla gente, ci sono affezionata. Ma soprattutto qualla che mi piace di più è la Stazione di Bologna. Sarà per la tragedia della storia, sarà per l'aria indiscutibilmente grung, sarà per l'edicola con i libri in offerta, o perchè ogni volta per andare da qualsiasi parte devo per forza scendere a cambiare lì, è un po' il centro del mondo per me, la stazione di Bologna e che parta o arrivi lei è sempre lì ed occorre scendere e prendere il caffè amaro che ti arriva allo stomaco con la grazia di un sorso di Trielina e ti sembre che ti stia perforando il fegato, non c'è nulla di peggio del caffè della Stazione di Bologna. Eppure io ci sono affezionata e osservo la gente e mi sento sempre un po' più di loro, perchè è come se fosse un po' mia, perchè sono un'esperta, potrei trovarci qualsiasi cosa vi si nascondesse in mezzo, è un po' mia, la Stazione di Bologna. Quando sarò vecchia ci racconterò le storie, racconterò le cose che negli anni ho visto: del ragazzo scappato dall'ospedale ciondolante su una sedia a rotelle col braccialetto al polso e i numeri e i poliziotti che gli facevano le domande; della vecchia che si era persa e voleva solo seguire i ciclisti del Giro d'Italia, ma si era persa e i ciclisti non li trovava più e nenache il Giro e beh, non le importava granchè di dove andasse il treno, bastava ritrovare i ciclisti...e ne avrei a mille , a mille, perchè ne è piena, di storie, la Stazione di Bologna. E se penso alle mie, alle volte che ci sono transitata innamorata, arrabbiata, stanca, raffreddata, con quaranta gradi all'ombra, delusa, alle volte che ho pensato cosa mi stavo lasciando dietro, in tutte le direzioni e poi però il treno aveva deciso da solo quella che dovevo prendere, era l'unica cosa certa: la destinazione finale. Anni e anni di destinazioni. Venerdì è accaduta una storia strana mentra aspettavno il treno: binario 4, Stazione di Bologna, passa una ragazza, capelli rasta , orecchino al naso, sciarpa verde e cappotto sgualcito, mi sorride e mi fa :"Ciao!" Io mi sveglio, erano le due del pomeriggio ma solo in quell'istante credo di essermi svegliata.....ci penso su ma no, non la conosco, ma alla fine sì sono poco fisionomista, ma questa no, non la consoco, giusto il tempo di pensarci sù e lei mi fa:" No, non mi conosci, ero seduto nel tuo vagone sul treno prima, .....ciao!" Così, e se ne va.....allora ho pensato: esistono tanti tipi di ciao, il suo era caldo e rosso e arancio e rasta e aveva l'orecchiono al naso, il suo era il ciao dell'arcobaleno....
ieri ho ascoltato un altro "ciao", freddo e metallico e lontano......ed ho pensato a quella ragazza, ed ho pensato che ...."ovunque tu sia, grazie!"
ieri ho ascoltato un altro "ciao", freddo e metallico e lontano......ed ho pensato a quella ragazza, ed ho pensato che ...."ovunque tu sia, grazie!"
Avviso a tutti i nav...
Avviso a tutti i naviganti e ai navigati, ai lettori e non, a chi ha tempo a chi non ne ha, a chi fa finta di non averne. Avviso alle madri e ai preti, ai miscredenti e ai bugiardi, ai cinici, a chi non smetterà mai di sognare a chi ha già smesso ai chi non può permetterselo, avviso alla ragazza difronte a me,a quella tre stanze più in là, alla pace di Sofia, alla Sore del mondo, avviso urlato e sussurrato, assurdo incompreso avviso........sordo......certo....inquivocabile....... sì!
Itopiballano C'è un...
Itopiballano
C'è un mio amico che ha un indirizzo mail del genere: itopiballano@....l'ho sempre stimato per questo, sempre stimato a mille, perchè diamine se ce n'è di verità dietro!
Oggi i topi non ballano, ieri di più, ieri era tutta drum & base oggi niente, neanche un timido tip - tap, niente.
Oggi i topi, sarà per la neve fuori, sarà per la carenza di formaggio nel frigo, oggi i topi pensano in silenzio. ... screaming silently....si accontentano di restare a parlare con loro stessi e si finisce sempre a fare discorsi senza capo nè coda in questo modo. Non bisognerebbe mai fare domande che comportano risposte pericolose, soprattutto se a chiedere sei tu e a rispondere pure....è una conversazione kafchiana della peggior specie! C'è musica balorda oggi e i topi non ballano, stanno a guardare la neve con un senso di impotenza direttamente proporzionale al numero di fiocchi visibili nel rettangolo della finestra, si rosicchiano le labbra ad orecchie basse i topi, il giradischi stona e la luce è violenta: troppo....quando nevica bisognerebbe spegnere tutto perchè tutto diventa troppo sfrontato, quasi insopportabile, anche la musica oggi lo è: insopportabile!
C'è un mio amico che ha un indirizzo mail del genere: itopiballano@....l'ho sempre stimato per questo, sempre stimato a mille, perchè diamine se ce n'è di verità dietro!
Oggi i topi non ballano, ieri di più, ieri era tutta drum & base oggi niente, neanche un timido tip - tap, niente.
Oggi i topi, sarà per la neve fuori, sarà per la carenza di formaggio nel frigo, oggi i topi pensano in silenzio. ... screaming silently....si accontentano di restare a parlare con loro stessi e si finisce sempre a fare discorsi senza capo nè coda in questo modo. Non bisognerebbe mai fare domande che comportano risposte pericolose, soprattutto se a chiedere sei tu e a rispondere pure....è una conversazione kafchiana della peggior specie! C'è musica balorda oggi e i topi non ballano, stanno a guardare la neve con un senso di impotenza direttamente proporzionale al numero di fiocchi visibili nel rettangolo della finestra, si rosicchiano le labbra ad orecchie basse i topi, il giradischi stona e la luce è violenta: troppo....quando nevica bisognerebbe spegnere tutto perchè tutto diventa troppo sfrontato, quasi insopportabile, anche la musica oggi lo è: insopportabile!
Everybody is so cool...
Everybody is so cool here!
A volte vedo che il mondo è MTV e io sono RAI DUE, a volte mi sembra che tutto sia troppo cool per me. Esco con un amico mi cita nomi d'arte, artisti, sponsors e io dovrei saperli immagino, ci si aspetta che li sappia, ma il settanta per cento delle volte sono a chiedermi se stia parlando di una marca di analgesici o di una nuova dressing salad souce....mi sento veramente come quelle radio anni tranta in una casa hi- tech, mi sento fuori campo. Tampo fa avevo inziato a fingere, mi ero inventata anch'io dei nomi, tanto per far bella figura nelle feste Bolognesi radical shic, insomma questi musicisti, scrittori bit, artisti pop non esistevano, eran solo nomi che mi ero inventata per essere cool e ....funzionavano! Credo sia stato in quei party così tanto radical così poco shic che mi son resa conto dell'inutilità di tutte quelle citazioni ed i miei falsi nomi hanno inizato a sbeffeggiare tutti i veri nomi e la gente restava davvero impressionata ed io più di loro a vedere che in fin dei conti ad esser cool uno non ci mette niente, dai-venti ai trenta secondi: dipenda dalla lunghezza del nome!
A volte vedo che il mondo è MTV e io sono RAI DUE, a volte mi sembra che tutto sia troppo cool per me. Esco con un amico mi cita nomi d'arte, artisti, sponsors e io dovrei saperli immagino, ci si aspetta che li sappia, ma il settanta per cento delle volte sono a chiedermi se stia parlando di una marca di analgesici o di una nuova dressing salad souce....mi sento veramente come quelle radio anni tranta in una casa hi- tech, mi sento fuori campo. Tampo fa avevo inziato a fingere, mi ero inventata anch'io dei nomi, tanto per far bella figura nelle feste Bolognesi radical shic, insomma questi musicisti, scrittori bit, artisti pop non esistevano, eran solo nomi che mi ero inventata per essere cool e ....funzionavano! Credo sia stato in quei party così tanto radical così poco shic che mi son resa conto dell'inutilità di tutte quelle citazioni ed i miei falsi nomi hanno inizato a sbeffeggiare tutti i veri nomi e la gente restava davvero impressionata ed io più di loro a vedere che in fin dei conti ad esser cool uno non ci mette niente, dai-venti ai trenta secondi: dipenda dalla lunghezza del nome!
No comments today, n...
No comments today, no posts.......just nothing to write or say....just life today, just life!
Vittima di una febbr...
Vittima di una febbre cinetica e mistertiosa! Chi scrive non è Lui , un altro lui., perchè Lei se l'è portata via la febbre o qualcosa di simile, per cui alla fine è giusto che si sappia: Lui è scomparsa e non si sa bene dove sia, nessuno sa dov'è Lui ma tutti continuano il loro tran tran , nessuno andrà in TV per Lui, questo è quello che conta quando si scompare! Che nessuno vada in TV!
Quindi non pensiate che sia Lui,. qualcuno sta qua a scrivere per Lei spacciandosi ma è un Lui diverso...colpa della misteriosa febbre che s'è l'è portata via la Lui ed ora è Lei che se la ride da chissà dove....una cosa da capogiro la febbre cinetica! manda scorie di messagi di tanto in tanto, scorie di parole che potrebbero arrivare dalle isole esotiche del mar di Nessuno o dalle Montagne, com'erano? Ah sì, dalle Montagne Rocciose, manda ste quattro, cinque cose senza senso ma certo, ha la febbre la Lui, ha la febbre cinetica....
Partenza! Partenza! signori e signore si parte, salite a bordo, express via ovunque, tutte le direzioni, tutte , tutte le direzioni praticabili, salite signori e signore i bambini dopo, i bambini non possono salire qui, dopo non sipinga ecco lì c'è posto vengano qui prego signora sì ecco i bagagli no quelli no dopo con i bambini bagagli e bambini dopo...c'era anche Lei sopra, così dicono che c'era anche lei, uno ha giurato e stragiurato ....express tutte le direzioni!
Quindi non pensiate che sia Lui,. qualcuno sta qua a scrivere per Lei spacciandosi ma è un Lui diverso...colpa della misteriosa febbre che s'è l'è portata via la Lui ed ora è Lei che se la ride da chissà dove....una cosa da capogiro la febbre cinetica! manda scorie di messagi di tanto in tanto, scorie di parole che potrebbero arrivare dalle isole esotiche del mar di Nessuno o dalle Montagne, com'erano? Ah sì, dalle Montagne Rocciose, manda ste quattro, cinque cose senza senso ma certo, ha la febbre la Lui, ha la febbre cinetica....
Partenza! Partenza! signori e signore si parte, salite a bordo, express via ovunque, tutte le direzioni, tutte , tutte le direzioni praticabili, salite signori e signore i bambini dopo, i bambini non possono salire qui, dopo non sipinga ecco lì c'è posto vengano qui prego signora sì ecco i bagagli no quelli no dopo con i bambini bagagli e bambini dopo...c'era anche Lei sopra, così dicono che c'era anche lei, uno ha giurato e stragiurato ....express tutte le direzioni!
What the hell is thi...
What the hell is this?
La festa del vino! S. Valentino intendo, in Bulgaria è la festa del vino e mi vien da pensare che loro abbiano capito tutto! Il cinismo necessario per essere superiori alla cosa è il minimo sindacale, per cui io dovrei essere totalmente esonerata dall'ansia della paganità consumista ed irresponsabile, perchè diciamolo è irresponsabilità celebrare a tutti i costi l'amore a sfregio dei milioni di barboni dell'affetto che non possono vantare neppure uno straccio di legame, neanche clandestino o illegale, neppure una scappatella ogni tanto da far maturare l'illusone che magari....irresponsabilità davanti agli occhi di tutti!
Ma se ne parlo, se ne parlo non sono totalmente estranea ai fatti, se sgnignazzo come le streghe delle favole alla telefonata della mia amica che mi racconta di aver già organizzato cena a due e candele ma ne parlo allora che vuol dire? Questi dubbi mi atterriscono! Non potrei sopportare una scalfitura nel mio proverbiale famoso cinismo, non potrei! Ed allora corro ai ripari e a sfregio del rosso scintillante che mi circonda, che impera nelle vetrine tra cioccolate e squallidi pupazzi di stoffa, allora io mi vesto di nero, porto il lutto vedovile e mi rinchiudo in casa per il consueto triathlon TV, perchè anche i cinema son da evitare, anche lì c'è il rischio di restar contaminati e alla gente che ci entra in quel giorno bisognerebbe attaccare ai piedi il campanello dei monatti, così da riconoscerli poi subito! Io ho il triathlon e magari in mezzo intervallo con qualche cassetta noleggiata tipo demenziale alla Scemo e più Scemo o il classico Grande Lebowski! Questa sì che è vita!
Ma ripensandoci.....sì potrebbe essere un 'idea.......
Charter per Sofia: un nuovo modo di trascorrere S. Valentino, la festa del vino, si raccolgono adesioni, lasciare porprio nome, stato civile e supposto quoziente di cinismo, i più alti faranno parte della spedizione!!!!!!
La festa del vino! S. Valentino intendo, in Bulgaria è la festa del vino e mi vien da pensare che loro abbiano capito tutto! Il cinismo necessario per essere superiori alla cosa è il minimo sindacale, per cui io dovrei essere totalmente esonerata dall'ansia della paganità consumista ed irresponsabile, perchè diciamolo è irresponsabilità celebrare a tutti i costi l'amore a sfregio dei milioni di barboni dell'affetto che non possono vantare neppure uno straccio di legame, neanche clandestino o illegale, neppure una scappatella ogni tanto da far maturare l'illusone che magari....irresponsabilità davanti agli occhi di tutti!
Ma se ne parlo, se ne parlo non sono totalmente estranea ai fatti, se sgnignazzo come le streghe delle favole alla telefonata della mia amica che mi racconta di aver già organizzato cena a due e candele ma ne parlo allora che vuol dire? Questi dubbi mi atterriscono! Non potrei sopportare una scalfitura nel mio proverbiale famoso cinismo, non potrei! Ed allora corro ai ripari e a sfregio del rosso scintillante che mi circonda, che impera nelle vetrine tra cioccolate e squallidi pupazzi di stoffa, allora io mi vesto di nero, porto il lutto vedovile e mi rinchiudo in casa per il consueto triathlon TV, perchè anche i cinema son da evitare, anche lì c'è il rischio di restar contaminati e alla gente che ci entra in quel giorno bisognerebbe attaccare ai piedi il campanello dei monatti, così da riconoscerli poi subito! Io ho il triathlon e magari in mezzo intervallo con qualche cassetta noleggiata tipo demenziale alla Scemo e più Scemo o il classico Grande Lebowski! Questa sì che è vita!
Ma ripensandoci.....sì potrebbe essere un 'idea.......
Charter per Sofia: un nuovo modo di trascorrere S. Valentino, la festa del vino, si raccolgono adesioni, lasciare porprio nome, stato civile e supposto quoziente di cinismo, i più alti faranno parte della spedizione!!!!!!
" Tu sei Blu...
" Tu sei Blu come la Finlandia"
Non sono metereopatica...almeno questo...salvata da un banco di nebbia! Questa mattina presto c'era la nebbia e io mi sentivo bene lo stesso, ero felice, per quanto fosse presto e per quanto avessi come sempre le tre tonnellate di sonno a schiacciarmi gli occhi, ero felice. Così ho scoperto di non essere metereopatica e credo in qualche modo sia una cosa positiva. Le ravvisaglie già ce le avevo: se non mi dispiace il freddo e sto bene nella penombra e non sono una di quelle maniache lucertole che non aspettano altro che cospargersi di Copperton Oil.....vuol dire che non sono metereopatica! Così sono uscita di casa con una nota di soddisfazione dentro, nel senso mi sentivo un po' superiore, c'era la nebbia e io camminavo felice, a testa alta, perchè non sono metereopatica!
Poi mi sono ricordata della Finlandia, quando lì sì che tanti cadevano giorno dopo giorno vittime dell'oscurità perenne, vinti senza speranza da una depressione lunare, assetati di sole e luce.....io me la passavo bene lo stesso, anzi, forse quel buio placava il mio iperattivismo, ero un po' più cool e me la prendevo con calma perchè tanto se non c'è differenza tra giorno e notte non ha questa gran importanza posticipare gli eventi della giornata e per quello che mi sembra ora, quando non è passato tanto tempo, ma se ci penso è solo qualcosa di inverosimile appartenuto al mio trapassato prossimo, in Finlandia, d'inverno, sono sempre stata felice, anzi, mi capitava di svegliarmi ed augurarmi di vivere ogni singolo secondo della giornata perchè me lo sentivo che era giusto così, che se avessi perso qualcosa poi me ne sarei pentita per il resto della vita. Anche se era inverno, anche se era buio...... ma io non sono metereopatica!
Diagnosi della giorn...
Diagnosi della giornata: stato confusionale- nausea - ipersensibilità al suono - rabbia repressa - cefalea
motivi del malessere:
i più variegati ma in primis credo che la colpa sia da attribuire al simpaticone che questa notte ha deciso di parcheggiare sotto la finestra di camera mia e suonare ininterrottamente il clacson per quello che è stato un tempo indefinibile indescrittibile insoppoprtabile e così non ho dormito e mi sento una iena e la cosa peggiore è tirare avanti in un modo o nell'altro questa giornara nera senza poterlo sapere chiedendoselo tutto il tempo e senza poterlo sapere.....ma chi era? chi era il simpaticone? ma soprattutto.....perchè? Per cui se qulcuno dei lettori questa notte era appostato sotto una finestra e suonava un clacson peggio che Chad Smith la batteria per favore faccia un passo avanti!
motivi del malessere:
i più variegati ma in primis credo che la colpa sia da attribuire al simpaticone che questa notte ha deciso di parcheggiare sotto la finestra di camera mia e suonare ininterrottamente il clacson per quello che è stato un tempo indefinibile indescrittibile insoppoprtabile e così non ho dormito e mi sento una iena e la cosa peggiore è tirare avanti in un modo o nell'altro questa giornara nera senza poterlo sapere chiedendoselo tutto il tempo e senza poterlo sapere.....ma chi era? chi era il simpaticone? ma soprattutto.....perchè? Per cui se qulcuno dei lettori questa notte era appostato sotto una finestra e suonava un clacson peggio che Chad Smith la batteria per favore faccia un passo avanti!
Room with a view Ap...
Room with a view
Appello alle commesse del centro:
c'è un fenomeno che mi incuriosice da un po' di mesi a questa parte, un fenomeno trand inverno 2003 2004 anche se credo che in realtà la mia curiosità abbia avuto inzio qualche anno prima....sì, ha avuto inizio durante il vecchio, elegante, novecento: era il 1998 che stava per girare nel 1999, Londra, 31 dicembre, Oxford street, mancava la neve ma il clima ci stava tutto, pozzanghere semicongelate e guanti di lana che non aituavano per niente la circolzione delle dita ormai paonazze....camminavo il più possibile attacccata ai muri come se da dentro potessero tralasciare un po' di calore, mentre invece l'unica cosa a trapassava le mie ossa era l'umidità...camminavo e lì ad Oxford street il 31 dicembre ho visto per la prima volte: ragazze a gambe nude calzavano alti sandali estivi colorati, a gambe nude! Allucinazioni da pre congelamento, pensavo, solo allucinazioni...no erano gambre nude! follia follia britannica, avranno tracannato tutta la sera e il giorno prima, staranno tracannando da settimane, pensavo, follia! follia britannica! gambe nude , ad Oxford street il 31 dicembre, gambe bianchicce ormai tendenti al viola, livide, bruciate dal freddo, ma nude! british madness! Ed era il 1998, era Londra!
Oggi è il 2004, mi affaccio alla finestra dell'ufficio, centro storico italiano, oggi guardo i marciapiedi, ragazze in minigonna, febbraio, gambe nude, sotto la mia finiestra, proprio come a Londra, in febbraio, gambe violacee nude che passeggiano come se nulla fosse....
Appello alle commesse del centro:
c'è un fenomeno che mi incuriosice da un po' di mesi a questa parte, un fenomeno trand inverno 2003 2004 anche se credo che in realtà la mia curiosità abbia avuto inzio qualche anno prima....sì, ha avuto inizio durante il vecchio, elegante, novecento: era il 1998 che stava per girare nel 1999, Londra, 31 dicembre, Oxford street, mancava la neve ma il clima ci stava tutto, pozzanghere semicongelate e guanti di lana che non aituavano per niente la circolzione delle dita ormai paonazze....camminavo il più possibile attacccata ai muri come se da dentro potessero tralasciare un po' di calore, mentre invece l'unica cosa a trapassava le mie ossa era l'umidità...camminavo e lì ad Oxford street il 31 dicembre ho visto per la prima volte: ragazze a gambe nude calzavano alti sandali estivi colorati, a gambe nude! Allucinazioni da pre congelamento, pensavo, solo allucinazioni...no erano gambre nude! follia follia britannica, avranno tracannato tutta la sera e il giorno prima, staranno tracannando da settimane, pensavo, follia! follia britannica! gambe nude , ad Oxford street il 31 dicembre, gambe bianchicce ormai tendenti al viola, livide, bruciate dal freddo, ma nude! british madness! Ed era il 1998, era Londra!
Oggi è il 2004, mi affaccio alla finestra dell'ufficio, centro storico italiano, oggi guardo i marciapiedi, ragazze in minigonna, febbraio, gambe nude, sotto la mia finiestra, proprio come a Londra, in febbraio, gambe violacee nude che passeggiano come se nulla fosse....
Femminismo spiccio p...
Femminismo spiccio per rispondere alla Bianca:
avevo creduto di essere arrivata sin qui capendo tutto di quegli altri là fuori che quando eravamo adolescenti ci facevano battere il cuore e non capivamo neanche perchè. Allora magari lo chiamavamo innamoramento e disegnavamo i cuoricini sul banco durante l'ora di storia.
Poi ha cambiato nome, di anno in anno, cambiavano i volti: cambiava la musica, fino a trovarsi a suonare un Requiem neanche tanto bello che più che far piangere fa dormire! insomma alla fine arrivi fin dove siamo arrivate e ti accorgi che quando pensavi di aver compreso finalmente tutto, di essere nel gioco e poter fare anche un discreto score, di segnare punti su punti e finalmente ti davano vincente perfino ai botteghini, quando arrivi lì ti cambiano le regole sti bastardi! ti giri ed altri sono sul cubo e tu, se mi è permesso di ciatere Max, hai un bel po' da fare a tirar calci sui tuoi trenta centimentri di tacchi a spillo, sperando di poter beccare qualcuno sotto. Più ti dimeni più il cubo viene assalito da orde di ragazzine con il culo alto e le labbra gonfie di rosetto pesca, ragazzine che hanno già imparato troppo -altro che cento colpi di spazzola -e tu invece niente....non hai capito ancora niente! per cui hai voglia a suonarli sti requiem travestiti da hard rock....e quelli là fuori continuano ad interessarti ma è polvere di vecchi ricordi e passioni riviste e rivisitate, vecchi copioni scritti a cui cambiano i finali ma le recite son quelle di sempre, solo che i personaggi hanno troppe rughe ed acciacchi per arrivare fino alla fine della commedia!
pensaci pensaci Blanc
avevo creduto di essere arrivata sin qui capendo tutto di quegli altri là fuori che quando eravamo adolescenti ci facevano battere il cuore e non capivamo neanche perchè. Allora magari lo chiamavamo innamoramento e disegnavamo i cuoricini sul banco durante l'ora di storia.
Poi ha cambiato nome, di anno in anno, cambiavano i volti: cambiava la musica, fino a trovarsi a suonare un Requiem neanche tanto bello che più che far piangere fa dormire! insomma alla fine arrivi fin dove siamo arrivate e ti accorgi che quando pensavi di aver compreso finalmente tutto, di essere nel gioco e poter fare anche un discreto score, di segnare punti su punti e finalmente ti davano vincente perfino ai botteghini, quando arrivi lì ti cambiano le regole sti bastardi! ti giri ed altri sono sul cubo e tu, se mi è permesso di ciatere Max, hai un bel po' da fare a tirar calci sui tuoi trenta centimentri di tacchi a spillo, sperando di poter beccare qualcuno sotto. Più ti dimeni più il cubo viene assalito da orde di ragazzine con il culo alto e le labbra gonfie di rosetto pesca, ragazzine che hanno già imparato troppo -altro che cento colpi di spazzola -e tu invece niente....non hai capito ancora niente! per cui hai voglia a suonarli sti requiem travestiti da hard rock....e quelli là fuori continuano ad interessarti ma è polvere di vecchi ricordi e passioni riviste e rivisitate, vecchi copioni scritti a cui cambiano i finali ma le recite son quelle di sempre, solo che i personaggi hanno troppe rughe ed acciacchi per arrivare fino alla fine della commedia!
pensaci pensaci Blanc
Lei: "tanto mi ami, ...
Lei: "tanto mi ami, lo so che mi ami! E' inutile che continui a far finta di nulla, lo so che mi ami alla follia!!!"
Lui: "assolutamente no! Assolutamente lo nego"
Lei: "Nega, nega! Hanno negato tutti!"
Lei. " Sta negando pure Saddam Hussain!"
Lui: "assolutamente no! Assolutamente lo nego"
Lei: "Nega, nega! Hanno negato tutti!"
Lei. " Sta negando pure Saddam Hussain!"
Tander is the night ...
Tander is the night
Ieri notte all'una avevo una voglia pazzesca di Coca Cola, penso di essere dipendente, ormai è fatta e non posso, son troppo indolente, mi resta la dipendenza e basta, non ho la forza per disintossicarmi.
Per cui è inutile che faccio finta e non la compro per poi alzarmi in pigiama all'una di notte e correre all'ultimo Mac Donald aperto! Arrivo al Mac-drive, una fila pazzesca la voglia che aumenta mentre famelica guardo dentro i vetri opacizzati dall'odore di french fried e Big Mac, ultimi cliente usciti dal cinema che corseggiano le loro Medium Coke davanti ai miei occhi e io in fila in macchina ad aspettare......poi lo scemo davanti a me sembra che non la smetta più, sembra che stia comprando hamburger anche per il cane sul sedile posteriore della sua Jeep cafona e Dio se lo odio! Sempre più nervosa mastico chewin gum alla meta per dimenticare la voglia dell'altro aroma........mi sento un po' Homar Simpson mentre pensa alle sue.....CIAMBEEEELLE....e non posso più resistere, come il peggiore dei lupi amnnari, come il cattivo delle storie, sogno di rubare i bicchieri di palstica dalle mani dei bambini che sorseggiano dalle cannucce sbilenche...finalmente finalmente come una boccata d'aria dopo mesi di intubazione, come la luce al circolo polare dopo il Kaamos.....finalemnte è il mio truno e sì, guardo la ragazzetta cicciona dietro il vetro del drive- throw- svelta svelta svelta......ahhhhhhhhhhhhh!
Ieri notte all'una avevo una voglia pazzesca di Coca Cola, penso di essere dipendente, ormai è fatta e non posso, son troppo indolente, mi resta la dipendenza e basta, non ho la forza per disintossicarmi.
Per cui è inutile che faccio finta e non la compro per poi alzarmi in pigiama all'una di notte e correre all'ultimo Mac Donald aperto! Arrivo al Mac-drive, una fila pazzesca la voglia che aumenta mentre famelica guardo dentro i vetri opacizzati dall'odore di french fried e Big Mac, ultimi cliente usciti dal cinema che corseggiano le loro Medium Coke davanti ai miei occhi e io in fila in macchina ad aspettare......poi lo scemo davanti a me sembra che non la smetta più, sembra che stia comprando hamburger anche per il cane sul sedile posteriore della sua Jeep cafona e Dio se lo odio! Sempre più nervosa mastico chewin gum alla meta per dimenticare la voglia dell'altro aroma........mi sento un po' Homar Simpson mentre pensa alle sue.....CIAMBEEEELLE....e non posso più resistere, come il peggiore dei lupi amnnari, come il cattivo delle storie, sogno di rubare i bicchieri di palstica dalle mani dei bambini che sorseggiano dalle cannucce sbilenche...finalmente finalmente come una boccata d'aria dopo mesi di intubazione, come la luce al circolo polare dopo il Kaamos.....finalemnte è il mio truno e sì, guardo la ragazzetta cicciona dietro il vetro del drive- throw- svelta svelta svelta......ahhhhhhhhhhhhh!
I am just a bad boy ...
I am just a bad boy
" Però. (cosa vuol dire però?)
mi sveglio col piede sinistro, quello giusto. forse già lo sai che a volte la follia sembra l'unica via per la felicità".
Mi sveglio col piede sinistro. Another story: guardando un film a volte mi capita di restarci intrappolata dentro. Nell'arco dell'anno ci sono sempre quei due film che mi stravolgono e per mesi ci penso! Lo stesso l'anno scorso, vado in questo cinema due tre venti minuti di pellicola così opaca così blu, il blu mi scuote sempre e ci resto completamente dentro, per giorni ci ripenso....dapprima timidamente poi sempre più nel profondo e niente, capita che ne resto intrappolata e divento il film in un certo senso o il film diventa me, non so, come una clonazione di mutanti , una fagocitazione....e mi faccio tutte delle fantasie come se effettivamente la storia continuasse nella mia testa, come se creassi il proseguio della vicenda e cammino per strada, mi lavo i denti, faccio colzione e ci penso....
e poi uno mi ferma: "Hei ciao! ma sei tu?"
"hei ma ci sei? non mi saluti?"
"ma possibile che non ci vedi mai quando cammini per strada?"
io: "Scusa ero a New York, un freddo cane, stavo accompagnando a casa Edward Norton!"
" Però. (cosa vuol dire però?)
mi sveglio col piede sinistro, quello giusto. forse già lo sai che a volte la follia sembra l'unica via per la felicità".
Mi sveglio col piede sinistro. Another story: guardando un film a volte mi capita di restarci intrappolata dentro. Nell'arco dell'anno ci sono sempre quei due film che mi stravolgono e per mesi ci penso! Lo stesso l'anno scorso, vado in questo cinema due tre venti minuti di pellicola così opaca così blu, il blu mi scuote sempre e ci resto completamente dentro, per giorni ci ripenso....dapprima timidamente poi sempre più nel profondo e niente, capita che ne resto intrappolata e divento il film in un certo senso o il film diventa me, non so, come una clonazione di mutanti , una fagocitazione....e mi faccio tutte delle fantasie come se effettivamente la storia continuasse nella mia testa, come se creassi il proseguio della vicenda e cammino per strada, mi lavo i denti, faccio colzione e ci penso....
e poi uno mi ferma: "Hei ciao! ma sei tu?"
"hei ma ci sei? non mi saluti?"
"ma possibile che non ci vedi mai quando cammini per strada?"
io: "Scusa ero a New York, un freddo cane, stavo accompagnando a casa Edward Norton!"
Just a little bit mo...
Just a little bit more of...
E' successo che una persona ha postato un racconto. Poi è successo che in questo racconto c'ero io.....che non ero io, ma la descrizione esatta di un qualcuno che potevo essere io...e non sto parlando di auto immedesimazione! Sto parlando di particolari concreti e coincidenze fottute, sto parlando dell'Ominio Nero" tanto per intenderci e per chi sa chi è e cosa fa!
Comunque dopo questa fottta, incredibile coincidenza è successo che mi son presa della troia senza colpa e che mi veniva tanto da ridere perchè le vite sono solo cinema di gran classe all'ennesima! Insomma bisognerebbe sempre scrivere : "i fatti qui narrati non hanno alcuna attinenza con la realtà e bla bla bla", ma uno poi come porrebbe immaginarselo che la vita va peggio delle soup più squallide alle due del pomeriggio? E non è la prima volta che mi trovo mio malgrado in questi pasticciacci di coincidenze così sofisticate che ad inventarle uno non arriverebbe nepure a scrivere i primi tre minuti! E quindi da qua tutta una serie di scuse e riscuse e spiegazioni. Odio le spiegazioni, non mi vengono mai bene! Più tento di spiegare, più tutto assume nella mia mente la forma gigantesca di un qualcosa di nero e malefico mal definito e dopo un po' mi trovo a delirare e a non capire neppure cosa sto dicendo, allora altro che spiegazione! La logica se ne va abbondantemente a quel Paese e io finisco per trovarmi a nuotare nell'amibiguità ancor più di quando ho inziato ..... e la cosa comica, la vera unica star di tutta la vicenda, è la mia assoluta estraneità ai fatti...come si fa a spiegare fatti di cui non si è stati partecipi? La vita è cinema di gran classe!
E' successo che una persona ha postato un racconto. Poi è successo che in questo racconto c'ero io.....che non ero io, ma la descrizione esatta di un qualcuno che potevo essere io...e non sto parlando di auto immedesimazione! Sto parlando di particolari concreti e coincidenze fottute, sto parlando dell'Ominio Nero" tanto per intenderci e per chi sa chi è e cosa fa!
Comunque dopo questa fottta, incredibile coincidenza è successo che mi son presa della troia senza colpa e che mi veniva tanto da ridere perchè le vite sono solo cinema di gran classe all'ennesima! Insomma bisognerebbe sempre scrivere : "i fatti qui narrati non hanno alcuna attinenza con la realtà e bla bla bla", ma uno poi come porrebbe immaginarselo che la vita va peggio delle soup più squallide alle due del pomeriggio? E non è la prima volta che mi trovo mio malgrado in questi pasticciacci di coincidenze così sofisticate che ad inventarle uno non arriverebbe nepure a scrivere i primi tre minuti! E quindi da qua tutta una serie di scuse e riscuse e spiegazioni. Odio le spiegazioni, non mi vengono mai bene! Più tento di spiegare, più tutto assume nella mia mente la forma gigantesca di un qualcosa di nero e malefico mal definito e dopo un po' mi trovo a delirare e a non capire neppure cosa sto dicendo, allora altro che spiegazione! La logica se ne va abbondantemente a quel Paese e io finisco per trovarmi a nuotare nell'amibiguità ancor più di quando ho inziato ..... e la cosa comica, la vera unica star di tutta la vicenda, è la mia assoluta estraneità ai fatti...come si fa a spiegare fatti di cui non si è stati partecipi? La vita è cinema di gran classe!
Chideo alla Bianca c...
Chideo alla Bianca com'è andata ieri, lei mi chiede cosa ne penso della serata....io penso.....penso che le cose belle bisogna farle con le "belle pesone".
Penso che il palchetto 20 quarta fila è un bel posto e che la musica ci arriva bene . Penso che le scene fossero azzeccate, l'allestimento pure, ma penso di nuovo che le cose belle bisogna farle con le "belle persone". Poi chiedo alla Bianca se il costume da farfalla che si trascinava dietro nel racconto di Venezia fosse pesante e mi accorgo di che controsenso sto andando a cercare: una farfalla pesante! Ci raccontiamo le nostre impressioni come ogni mattina: uomini tristi, donne falene, notti a contare le lucciole, barbe e parrucche....ed è già finito il caffè, così iniziamo i propositi per la giornata: tacchi a spillo nuovi di zecca ed altre parole d'ordine!
Ed io continuo ad essere convinta che le cose belle bisogna farle con le "belle persone"!
Penso che il palchetto 20 quarta fila è un bel posto e che la musica ci arriva bene . Penso che le scene fossero azzeccate, l'allestimento pure, ma penso di nuovo che le cose belle bisogna farle con le "belle persone". Poi chiedo alla Bianca se il costume da farfalla che si trascinava dietro nel racconto di Venezia fosse pesante e mi accorgo di che controsenso sto andando a cercare: una farfalla pesante! Ci raccontiamo le nostre impressioni come ogni mattina: uomini tristi, donne falene, notti a contare le lucciole, barbe e parrucche....ed è già finito il caffè, così iniziamo i propositi per la giornata: tacchi a spillo nuovi di zecca ed altre parole d'ordine!
Ed io continuo ad essere convinta che le cose belle bisogna farle con le "belle persone"!
&n...
La mattina.
La mattina sembro sempre come una appena uscita da una crisi di qualsiasi natura, sì una crisi: isterica, d'astinenza, epilettica, ipoglicemica, una crisi..
La mattina credo di avere il ferro basso e la pressione a singhiozzi. La mattina ho i capelli che rifiutano qualsiasi disciplina, rifiutano anche l'acqua....La mattina tutto è troppo traumatico e non sono mai non incazzata, guai a parlare la mattina e tutti i ruomori son come dentro le cave del marmo a Carrara, come una cassa armonica alla ennesima. La mattina ascolto MTV con il volume del televisoro spento e già così mi sembra che sti gruppi facciano sempre troppo casino. La mattina ho le occhiaie nere ed inciampo in ogni dove, pure nel deserto inciamperei ed ho quell'aria da psico-underground che se mi vedessero De Palma o Tarantino avrei una carriera assicurata. La mattina per fortuna non c'è nessuno che si svegli accanto a me perchè più che alla "tarallucci del Mulino Bianco e latte" avrebbe una colazione al Vetriolo e Varekina. La mattina infilo quello che mi sembra possa sembrare decente agli occhi della gente e cammino da zombie, sguardo fisso perchè anche muovere le pupille mi crea uno sforzo pari al sollevamento pesi finale olimpica . La mattina ci vorrebbe qualcuno tipo operatore civile ad accompagnarmi, qualcuno può intercedere in Comune?
Parto da un week end...
Parto da un week end copioso e generoso di avvenimenti! Sabato sera dal titolo "tutte le voglie di Cocci", al Transilvania con la Blanc in gran forma ad ascoltare improbabili cover band dei Cure, bancarelle di vegani che vendevano fascette hippy ed hard rock intervallato da tribali "...get up stand up..." tra orde di ragazzine assetate di autografi del Crepuscolare, in versione Arancia Meccanica che rispondeva con cenni e sorrisi annacquati ma pur sempre galanti. Un cocktail di musiche e persone che un po' mi ha fatta tornare a quando si aveva 18 anni e sembrava tutto nuovo, pure le bancarelle dei vegani!
Ieri sera la cena d'ufficio, che a sentirne parlare così uno potrebbe associare ad evento mondano e formale, un grigio topo e regimental per tutti a bere vino bianco parlando dell'andamento azionario......grazie a Dio le nostre cene d'uffiico non sono mai così. Vanno più viste nell'ottica puois rosa e calze arancio della Bianca, con tutti poco sobri dopo appena mezz'ora e le pance piene a sparlare di tutto e finendo per straparlare. Ieri veramente è più finita in canto ------una serata d'inCANTO a tutti gli effetti! e questo è l'inizio della mia settimana, con un lunedì mattina a guardarsi in faccia e vedere chi ha tenuto botta meglio dopo i bagordi di ieri e chi invece ha bisogno dell'ennesimo caffè e sì, magari anche un po' di bicarbonato! E intanto continuo a fare sempre gli stessi sogni la notte e devo avere queste cose dentro che proprio mi rodono e si presentano di continuo in questi deliri onirici, ma per quanto ancora dovrà continuare? E' peggio di un'overdose di eroina, peggio della dipendenza ...stavo pensando a qualche seduta dagli alcolisti anonimi.....come. " mi chiamo Lui, ho un problema..." ma non funzionerebbe.....non saprei come continuare la frase..."ho un problema...." benissimo quale? che problema? cos'è veramente che non ti fa dormire, o meglio sì dormi ma poi è come un'altra vita, una doppia esistenza notturna, in cui si ripete continuamente il copione con scene stra visstute a cui ogni tanto collego due personaggi o taglio qualche paesaggio...ma il senso è sempre quello......."mi chiamo Lui, ho un problema...."
Ieri sera la cena d'ufficio, che a sentirne parlare così uno potrebbe associare ad evento mondano e formale, un grigio topo e regimental per tutti a bere vino bianco parlando dell'andamento azionario......grazie a Dio le nostre cene d'uffiico non sono mai così. Vanno più viste nell'ottica puois rosa e calze arancio della Bianca, con tutti poco sobri dopo appena mezz'ora e le pance piene a sparlare di tutto e finendo per straparlare. Ieri veramente è più finita in canto ------una serata d'inCANTO a tutti gli effetti! e questo è l'inizio della mia settimana, con un lunedì mattina a guardarsi in faccia e vedere chi ha tenuto botta meglio dopo i bagordi di ieri e chi invece ha bisogno dell'ennesimo caffè e sì, magari anche un po' di bicarbonato! E intanto continuo a fare sempre gli stessi sogni la notte e devo avere queste cose dentro che proprio mi rodono e si presentano di continuo in questi deliri onirici, ma per quanto ancora dovrà continuare? E' peggio di un'overdose di eroina, peggio della dipendenza ...stavo pensando a qualche seduta dagli alcolisti anonimi.....come. " mi chiamo Lui, ho un problema..." ma non funzionerebbe.....non saprei come continuare la frase..."ho un problema...." benissimo quale? che problema? cos'è veramente che non ti fa dormire, o meglio sì dormi ma poi è come un'altra vita, una doppia esistenza notturna, in cui si ripete continuamente il copione con scene stra visstute a cui ogni tanto collego due personaggi o taglio qualche paesaggio...ma il senso è sempre quello......."mi chiamo Lui, ho un problema...."
&n...
"Non riesco a pensare di poter stare sempre con te, ma ora non posso pensare di stare senza... Il passato non esiste e il futuro è un' ipotesi, una scommessa, una speranza: ci sarò domani? ci sarà domani? Si segue un patto, misterioso, tacito, indiscutibile, conta solo il presente: i giorni dispari!" ( I giorni dispari- G. Bandini)
"don't trouble the t...
"don't trouble the troubles until the troubles trouble you!" Diceva la mia amica Mira, che nonostante il significato celato dietro al nome, di pacifico ha ben poco! Comunque lei lo ripeteva sempre e mi è un po' rimasto come un insegnamento di vita. Quelle frasi che sei sicuro insegnerai ai tuoi figli e poi ai nipoti e che si tramanderanno con l'andar delle generazioni "...la bis bis bis nonna Lui diceva sempre....." comunque sia quel che sia io invece i guai me li vado a cercare e lei anche, sempre, in questo siamo sempre state simbiotiche e la cosa mi sorprende. Come due persone dall'aspetto così diverso, nate e cresciute in due mondi lontanissimi....quanto possono esserlo l'Italia e la Bulgaria, poi alla fine riescano ad essere così incredibilmente uguali. Delle trouble makers a tutti gli effetti e così capita che poi arriva un momento che ci sei dentro talemente tanto da non riuscire neppure a capire quale sia il confine dietro cui saltare per salvarti per l'ennesima volta! Un bel salto, quanto basta per impressionare gli spettatori, paganti e non, con il biglietto da due lire per una spettacolo che non dovrebbe avere prezzo....e invece tutto lo ha, un prezzo....e questa volta forse è lei con il posto in prima fila a pagare o forse troverà per l'ennesima volta il modo di svicolare e scappare dal buco nella rete metallica, con qualche taglietto in più qua e là, ma senza vuotare il borsellino dell'anima!
...
Mi hanno un po' accusata di avere una nota malinconia troppo accentuata, il perchè cari miei forse è che scrivo al lavoro, dopo il lavoro o nelle pause di lavoro e questo certo non aiuta l'ironia!
Comunque per chi vuol ridere che riso sia! Che alberghi tra le nostre labbra senza farci diventare stolti, come nel più antico dei proverbi.
E per dar prova di non essere la rompi palle musona e cervellotica che forse alcuni han riconosciuto fraintendendo queste righe, ecco qua, 5 cose che mi fanno ridere di cuore: i fumetti che disegna la Sore nelle sue lettere, Venezuela quando si mette l'elmetto e tenta l'insurrezione popolare, il Leo quando cerca disperatamente lo sfiatatoio nel bagno cieco degli alberghi , la flebo mai negata a nessuno dei racconti della Katia, le lentichie mie e di Stefano a Salamanca! E queste sono solo 5, le prime che mi venivano in mente, ma mi sto già sbellicando!
E ieri sera ...
E ieri sera nevicava, come pure sta notte, nevicava, ma allora dove è finita? La neve dove l'hanno messa?
Perchè questa mattina non una traccia, solo fanghiglia marrone, che di certo non può essere la neve ....il marrone non c'entra nulla no?
Comunque ieri guardavo dalla finestra in t-shirt e calzoncini rischiando una polmonite, volevo sentirla il più possibile, la neve, anche il freddo che si porta dietro e quel silenzio secco, la piacevole sensazione di cotone bagnato tra le dita, li ho sentiti in t-shirt, rischiando una polmonite! Ma prima quanta ne avevo vista di neve tutta insieme? talmente tanta che non era neanche più un miracolo, ogni giorno farsi largo tra le nuove colline bianche artificiali che sarebbero comunque sparite, prima o poi. Quanta ne avevo vista tutta insieme? Ed ora tutto questo stupore per tre fiocchetti timidi.....ma allora sembrava normale, sprofondarci ogni giorno fino alle ginocchia, normale perdere le proprie tracce dopo ogni passo, in un secondo, perchè ne cadeva tanta, tantissima....ma era normale!
Quante cose dovranno ancora passare così? mutare di prospettiva? E' la malinconia dei vecchi no? Dolersi per ciò che è passato troppo presto....
&n...
Fucking Monday!
Annaspando! sto Annaspando! questa mattina avrei fatto qualunque cosa pur di non antrare a far parte del mondo. Ancora cinque minuti mi ripetevo...e intanto guardavo la brina sui vetri e pansavo a quanto freddo doveva fare a cosa mi sarei messa... e pensavo al sogno che avevo appena terminato e che era ancora così reale e tangibile, mi chiedevo quale fosse il confine tra quell'onorica magia e la realtà che mia spettava là furi, al freddo.E' una diabolica ossessione che da tre mesi a questa parte io debba fare sempre il medesimo sogno, più o meno ripetendolo ogni notte, a volte aggiungendo qualche insignificante particolare o cambiando il setting, ma sempre gli stessi personaggie le sensazioni ....sempre uguali e mi chiedo quando la smetterà, quando la smetterò! E intanto mi alzo e cerco di rendermi presentabile, mi infilo mle primo caffè, il solito, ed a fatica non prendo a spintoni tutte le commesse dal fisico da malati terminali e le labbra pompate che sorseggiano capuccini dietetici. Fucking Monday
Il fatto è cari...
Il fatto è cari miei che l'amore è stato inflazionato! tutto qua, altrimeti non staremmo neanche qua a chiederci se abbiamo perso le parole o no. Quello che è stato inflazionato è il sentimento..... tutto il resto è solo modo di dire! Come fai a catalogare un'emozione? come? e c'è gente che se ne riempie la bocca a vuoto dell'amore, che lo commercializza , lo mette in saldo e poi se è il caso pure lo svende sotto costo, tanto per sembrare interessante o per esistere, perchè non trova altri modi....per esistere....e allora traveste col peggiore dei travestimenti tutto in amore, butta sù sto paltò fatto di cenciosi luoghi comuni e finalmente esce a farsi vedere per strada, convinto di essere vestito da re!
&n...
Per Chiara: "L'importante è riuscire a riderci sù, non dimenticare mai la "candeggina"!!!!
Agli amanti che ...
Agli amanti che continuano a guardarsi e basta, senza riuscire veramente a vedersi, a vedersi fino alla sospensione delle parole sulla pagina, fino a quello shock negli occhi che poi sfuggono e si chiudono : " Siate responsabili dello stato astrale del vostro desiderio, responsabili del suo ritmo sanguinario e dei suoi tumulti. Perdete finalmente quel che resta dei discorsi abbozzati senza senso e spegnete i proiettori a colori che in fin dei conti stanno solo coprendo maldestramente le pareti invase dal vostro film, spegneteli!
....
...cade la neve senza rumore sulle parole cadute già...
...e per non lasciar...
...e per non lasciare digiuni anche gli altri: "bevetene bevetene fin che potete, per me oggi non ci sono bibite abbastanza energetiche.....
troppa vita, a volte c'è troppa vita!"
troppa vita, a volte c'è troppa vita!"
Well, as far as peop...
Well, as far as people wrote in english as well i think i should write something more for them ....
i have not much ideas today, too much work and maybe my mind just refuse of thinking and everything is too hard, even to put a sentence or a word after the other in a good combination, it's just too difficoult today! So my dear readers and unlookers sorry for my silence but it's not lazyness, it's a little bit ....too much life!
i have not much ideas today, too much work and maybe my mind just refuse of thinking and everything is too hard, even to put a sentence or a word after the other in a good combination, it's just too difficoult today! So my dear readers and unlookers sorry for my silence but it's not lazyness, it's a little bit ....too much life!
Per tutti quelli a c...
Per tutti quelli a cui sentono che gli appartiene: "non guardare solo la tua realtà, non c'è solo il colore che vedi tu dal tuo schermo, oltre c'è altro...non pensare che la vita sia solo la tua, cerca di vedere oltre e concentrarti ...come davanti a quei poster che celano immagini tridimensionali nascoste dietro a linee e puntini, come in fondo al mare, c'è sempre qualcosa di diverso, più giù scendi più è diverso, più ti senti stupido per non averci pensato prima, inetto .......nella tua solitudine cieca!"
Lo so lo so ora tutt...
Lo so lo so ora tutto è scarno e sanza senso ma ci saranno delle evoulzioni, ci saranno immagini colorate e altre in bianco e nero, a seconda delle giornate, ci saranno molti più riferimenti a fatti e persone che potrebbero avere pure l'ambizione di esistere nel mio presente. Ci saranno racconti veri e confessioni, favole da mille e una notte che una nonna stanca raccontava la sera ai nipoti insonnoliti e canzoni d'altri tempi sussurrate da radio che si sentono appena......per chi saprà aspettare e tornerà a leggere .....ci sarà.......
For english speaker:...
For english speaker: wherever, however there is a song in the air, always! it can be a melody or a drum playing lowd, but always there is a song that somebody is sining ...listen it! stop sometime, during your day and just listen, it will cheer u and help you to better understand.... why....and what..... and all the rest you are looking for....somebody knows the importance of the first note!
Senza pensarci due v...
Senza pensarci due volte, la gente narra, riferisce. La maggioranza dimentica, dimentica il movente, la causa, l'antico l'espediente, l'intero racconto, l'emozione di un attimo, l'istante privilegiato di un tempo... Vi sono persone che addirittura credono di averlo messo alla luce loro stesse, qualunque cosa, un racconto, un pettegolezzo, una storia, un semplice aforisma, una lama tagliente, un gioco di parole, di cui si appropriano poi indebitamente, arrogantemente, convinte di esserne i progenitori, i padri nel deserto, l'acqua che continua a scorrere fra le fredde sensazioni di un inverno nostalgico... o forse invece sanno che stanno rubando ma lo allontanano nello stesso istante dal loro pensiero e così lo nascondono dietro una maschera di ipocrisia... annullano la condizione d'autore, furtivi vagano per le strade, cercando invano di trasformare tutto in solo rumore, in soli ritornelli resi con inganno!
Seduti su un dondolo...
Seduti su un dondolo o sulla sedia a sdraio della nonna, una notte ad ascoltare Vinicio Capossela e a chiedresi il perchè della vita e di tutte quelle cose che non avranno mai punti esclamativi alla fine. Seduti lì , vi vorrei immaginare tutti , sotto lo sguardo perverso della luna , a decidere di leggere e fore a pensarci sù...perchè magari a qualcuno farà bene, ad altri passerà inosservato e ad altri ancora scenderà una lacrima......seduti.....sotto lo sguardo perverso della luna!